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23 Novembre 2023
16:24

È dedicata al maialino Pumba l’Oasi che salverà gli animali maltrattati

«Pumba non era solo un maiale, lui ha cambiato la mia vita e mi ha cambiato come essere umano»: è Charlie a raccontare a Kodami la nascita dell’Oasi Pumbino, in Veneto, dedicata al maialino più famoso d'Italia, la cui missione sarà offrire un posto sicuro per gli animali abbandonati, maltrattati, trascurati e sfruttati.

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«Il messaggio trasmesso da Pumba è stato talmente potente che non si può né dimenticare né fermare. Proprio per questo io e Anna abbiamo deciso di aprire un rifugio per animali liberi. Sarà un posto sicuro senza gabbie dove gli animali abbandonati dalla società potranno vivere felici ognuno nella propria individualità».

A descrivere a Kodami cosa sarà l’Oasi Pumbino tra i boschi dell'Alta Valle del Chiampo, in Veneto, è Charlie, titolare del rifugio insieme alla sua compagna nonché pet mate del “mitico” Pumba, forse il maialino di casa più conosciuto da tutta Italia, mancato improvvisamente nel gennaio scorso con la grande tristezza di tutti coloro che seguivano quotidianamente la variegata famiglia.

«Pumba non era solo un maiale, lui ha cambiato la mia vita e mi ha cambiato come essere umano – racconta Charlie – Ed è a lui, infatti, che è dedicata l’Oasi la cui missione sarà offrire un posto sicuro per gli animali abbandonati, maltrattati, trascurati e sfruttati. Vogliamo creare un luogo per i più sfortunati, dove potranno vivere liberi sereni. La nostra idea, però, non è accogliere più animali possibili, anche se ci piacerebbe, ma di raccontare nel migliore modo possibile la storia di ognuno di coloro che arriverà qui, dando una voce a chi non ha voce e cercando di renderli il più familiare possibile alla comunità che ormai da tempo ci accompagna in questo percorso. Il nostro scopo è, infatti, quello di informare e sensibilizzare le persone riguardo il rispetto per gli animali e per l’ambiente, ma di farlo a modo nostro e cioè come abbiamo fatto con Pumba».

Il progetto è nato proprio nel periodo in cui Pumba è venuto a mancare, lutto seguito dopo poco dalla morte della mamma di Charlie, donna per la quale il figlio ha parole autentiche: «Era un esempio per me, non ha mollato nonostante le più difficili avversità della vita, una donna che ha realizzato i suoi sogni nonostante tutti la ritenessero una pazza, una mamma che mi ha insegnato ad amare e a rispettare. Ricordo sempre che quando ho portato la prima volta a casa Pumba, lei era sul divano e stava già male e lui è andato diretto ad accoccolarsi al suo fianco con il muso sulla sua pancia. Quell’immagine è stata la scintilla del mio cambiamento come essere umano».

Poco dopo quella intensa connessione, però, la mamma di Charlie peggiora e lui sprofonda in un sconforto dal quale pensa che non riuscirà più ad uscire: «E, invece, il mio adorabile maialino è stato come uno spiraglio di luce in fondo al tunnel che ha guidato il mio cammino nel periodo più buio della mia vita. La sua presenza ha portato una dolcezza inaspettata i quei giorni così grigi. È stato un compagno empatico, capace di percepire le sfumature delle mie emozioni. I suoi grugniti così tanto espressivi sembravano quasi un linguaggio segreto che solo noi due comprendevamo, creando un legame speciale che andava oltre le parole. Era incredibile. Pumbino è stato un confidente silenzioso che ha accettato il mio dolore senza giudizio».

E con lui accanto, Charlie ha modificato tante delle sue abitudini: «Grazie a lui ho aperto gli occhi, sono diventato vegano e ho portato in un piccolissimo paesino di montagna un agriturismo vegano e ora aprirò questo Rifugio per animali. Ciò che mi ha insegnato e che ha insegnato a tutti coloro che hanno seguito la nostra vita insieme è qualcosa che va oltre tutto quello che può essere insegnato dagli esseri umani, anche quelli con le migliori intenzioni. Solo con la sua presenza, con la sua identità è riuscito a mandare un messaggio potente al cuore di tantissime persone in un mondo così complicato, riuscendo a toccare con la sua dolcezza le corde più profonde di chiunque lo abbia conosciuto».

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Ovini, caprini, asinelli, le specie saranno le più diverse: «Collaboreremo anche con l’associazione la Collina dei Conigli che raccoglie e salva questi animali dalle grinfie degli esperimenti, per poter raccontare anche quella orribile realtà. Spaziare un po’ tra le specie servirà per cercare di far conoscere le problematiche e lo sfruttamento che riguardano tanti animali diversi dal cane e il gatto, pur non mancando neanche loro nella nostra famiglia, sperando che ognuno di loro riesca a toccare l’emotività delle persone e che questo permetta di poter evitare sofferenze agli altri che si trovano nelle stesse condizioni. L’oasi ha proprio questa missione: cioè riuscire a comunicare l’identità di ciascun animale, perché ciascuno ha la sua, affinché le persone si affezionino ed empatizzino con quell’individualità».

L’Oasi si sviluppa su circa 2 ettari di terreno tra i boschi e a pochi passi dall’agriturismo vegano Angolo di Paradiso che Charlie e Anna gestiscono. «Abbiamo fatto diversi interventi per garantire un ambiente sicuro e confortevole. Abbiamo iniziato con il risanamento del suolo, poi abbiamo eretto recinzioni per delimitare e proteggere gli spazi destinati agli animali. E per accogliere al meglio gli animali, abbiamo realizzato delle casette e delle stalle per offrire agli animali rifugi adeguati e confortevoli. Quindi, fondamentale, per evitare che estranei possano disturbare la tranquillità dei nostri amici, abbiamo aumentato le misure di sicurezza»

Accettare la perdita di Pumba per Charlie è stato molto difficile: «Fin dall’infanzia, mia madre insisteva nello spiegarmi il significato del rispetto nella sua totalità: per la natura, gli animali e le persone. Io non gli davo molta importanza a suo tempo, ma ora mi rendo conto dell’importanza di questo suo insegnamento. Il rispetto è fondamentale perché contribuisce a costruire un mondo più inclusivo e tollerante per tutte le forme di vita. Purtroppo però siamo ancora lontani da questo mondo. La cosa bella, però, è che questa sorta di bolla che io e Anna ci siamo creati insieme ai nostri animali, pur avendo i suoi detrattori ovviamente, sui social ci è stato detto di tutto, ha conquistato anche molte altre persone che oggi mi ringraziano per aver condiviso la nostra storia e per avergli aperto gli occhi. A me questo basta».

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Simona Sirianni
Giornalista
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