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21 Aprile 2022
16:20

Donna aggredita dal suo gatto finisce in ospedale. L’esperta: «La gatta non è impazzita»

A Genova una donna è stata aggredita dalla sua gatta. Ricoverata al pronto soccorso per le ferite riportate al volto, ha rinunciato alla proprietà del gatto. Secondo l'esperta di comportamento felino, è importante capire cosa abbia innescato questa reazione.

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La cronaca è questa: una donna viene aggredita dalla sua gatta e si barrica in una stanza da dove chiama i soccorsi. Intervengono i Vigili del Fuoco che, con fatica, acciuffano la micia e la chiudono in un trasportino. I militi della Croce Gialla riportano il felino al gattile comunale Monte Contessa e la donna viene ricoverata al pronto soccorso per le ferite riportate al volto, rinunciando alla proprietà del gatto.

Teatro della vicenda: Genova, nel quartiere ponentino di Pra'. La dinamica offre lo spunto per una riflessione sulla relazione uomo-gatto, spesso ricca di pregiudizi e talvolta mal interpretata dalle persone. Innanzi tutto, la gatta non è "impazzita" come strillato da diverse parti, ma ha manifestato un importante stato di malessere, per di più, esternato due volte: la giovane micia tigrata era, infatti, già stata portata al gattile dieci giorni prima, sempre per il suo comportamento aggressivo, dove era rimasta (come fosse un cane) in osservazione morsicatura per dieci giorni.

Durante questo periodo non ha dato alcun segnale di malessere fisico o emotivo, gli esami del sangue sono risultati buoni e lei si è adattata all'ambiente senza problemi. Poi il ritorno nella casa e il manifestarsi nuovamente del disagio espresso a graffi e morsi. Proprio in casa, dove si sono verificate le aggressioni, inizia l'analisi degli eventi. Lo spiega Sonia Campa, esperta in comportamento felino e relazione uomo-gatto e membro del comitato scientifico di Kodami: «Molto dipende dall'attaccamento della famiglia al gatto perché queste situazioni sono affrontabili, non sempre risolvibili, e di certo richiedono molto impegno e non è escluso che magari possano esserci delle ricadute delle aggressioni». Dopo una prima osservazione per escludere problemi di salute organica e sanitaria, come malattie e dolore fisico che possono fare da trigger a quelli comportamentali ci si concentra sulla relazione, con tutte le difficoltà del caso.

«Quando è il gatto che aggredisce a differenza del cane, i familiari si spaventano tantissimo perché quando i felini feriscono fanno veramente paura e molto difficilmente poi le persone se la sentono di affrontare un qualunque percorso di recupero perché perdono la fiducia nel gatto e iniziano a emergere una serie di fantasmi culturali – continua Sonia Campa – per cui i gatti sono vissuti come animali demoniaci, come imperscrutabili, come misteriosi, che impazziscono e le persone è molto difficile che accettino di provare a curare la relazione».

Diverse possono essere le cause che portano il gatto ad avere una reazione aggressiva, a volte lo diventano per difendersi a loro volta da attacchi subiti in famiglia, magari da bambini che giocano con loro come fossero peluche, a volte per dinamiche litigiose tra gli umani della famiglia, ma può influire anche l'ingresso di un altro animale, persino piante e odori diversi in casa.

«Dal punto di vista dell'intervento comportamentale – conclude campa – le vie ci sono e si possono provare sempre: si tratta di capire che cosa fa scattare il gatto, ridurre lo stress però la vera chiave è quanto i proprietari sono disposti e questo di solito non gioca a favore del gatto, poi in seguito ad una valutazione attenta e professionale si potrebbe anche emergere che in effetti all'interno di quel contesto particolare ci sono una serie di condizioni che alimentano la risposta aggressiva del gatto che sono insopprimibili e quindi al gatto è meglio fargli cambiare ambiente completamente, però prima di arrivare a questa conclusione è necessaria una valutazione».

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Annissa Defilippi
Giornalista
Racconto storie di umani e animali perché ogni individuo possa sentirsi compreso e inserito nella società di cui fa parte a pieno diritto. Scrivo articoli e realizzo video mettendomi in ascolto dei protagonisti; nascono così relazioni che, grazie a Kodami, possono continuare a vivere.
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