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24 Novembre 2021
18:07

Delfini di fiume a rischio estinzione trovati uccisi a colpi di arpione

Purtroppo, seppure i cetacei siano protetti dalla legge brasiliana, questo non impedisce che muoiano ancora molto spesso impigliati nelle reti da pesca. Dalle quali i pescatori dovrebbero liberarli, essendo specie in pericolo di estinzione, ma che nella realtà invece uccidono ad arpionate per evitare che, divincolandosi, possano strapparle.

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Sono andati a Manacapuru, in Brasile, per cominciare un progetto di studio a lungo termine sull’impatto della pesca illegale sulla conservazione dei delfini amazzonici. Precisamente sulle due specie in via di estinzione l'Inia geoffrensis, noto anche come delfino rosa dell’Amazzonia o bonto e la Sotalia fluviatilis, comunemente chiamato delfino di fiume.

Ma i volontari di Sea Shepherd Brasil, l’Ong che da anni si batte per la salvaguardia degli ecosistemi marini, durante la spedizione, hanno fatto un terribile ritrovamento: tre esemplari di delfini di fiume maschio morti, probabilmente sotto i colpi degli arpioni.

Purtroppo, infatti, seppure i cetacei siano protetti dalla legge brasiliana, questo non impedisce che muoiano ancora molto spesso impigliati nelle reti da pesca. Dalle quali i pescatori dovrebbero liberarli, essendo una specie in pericolo di estinzione, ma che nella realtà invece uccidono ad arpionate per evitare che, divincolandosi, possano strapparle.

La spedizione ha portato la Ong a monitorare circa 1200 chilometri di fiumi e laghi appartenenti a 4 aree del Brasile: Manacapuru, famosa per la pesca del piracatinga, pesce che si nutre dei resti di altri animali morti; la Riserva per lo Sviluppo Sostenibile (RDS) Piagaçu-Purus, dove è presente la più alta densità di delfini di fiume al mondo; la Riserva Mamirauá, dove sono stati condotti gli studi più approfonditi sulle due specie di cetacei.

In totale, nei bacini analizzati, sono stati identificati 1.400 esemplari tra quelli di bonto e quelli di Sotalia fluviatilis. Le due specie sono state classificate dall’IUCN, l'Unione internazionale per la conservazione della natura,  a rischio estinzione e sono quindi sottoposte a tutele. Nonostante questo, la popolazione, secondo i risultati dello studio, diminuisce di circa il 50% ogni decennio. Un numero spaventoso.

Questo studio di Sea Shepherd consisterà in sei spedizioni in tre anni che copriranno in tutto 3.000 chilometri. Per studiare le specie e gli ecosistemi più vulnerabili dell'oceano, il dipartimento scientifico della Onlus, collabora con scienziati leader a livello mondiale e attraverso queste partnership, contribuisce alla realizzazione e all’aggiornamento del corpus di lavori necessari per migliorare i progetti di protezione per tutta la fauna marina.

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Simona Sirianni
Giornalista
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