video suggerito
video suggerito
19 Luglio 2021
13:33

Dal maltrattamento alle passeggiate in Trentino: la storia degli asini Donkey, Olmo, Sergio e Rangi

Donkey, Olmo, Sergio e Rangi oggi vivono in Val di Sole e accompagnano i turisti per i sentieri della loro zona, ma la loro vita non è sempre stata così piacevole. Un passato di maltrattamenti e abbandono che è stato cancellato grazie a Elisabetta e Alessia, le quali li hanno adottati e accompagnati verso una nuova avventura a passo d'asino.

1.118 condivisioni
Immagine

Le sorelle Alessia e Elisabetta Tomazzolli hanno deciso di realizzare il loro sogno di lavorare con gli animali e per farlo, poco più di un anno fa, hanno adottato Donkey, Olmo, Sergio e Rangi, quattro asini provenienti da un sequestro, che insieme a loro ora accompagnano grandi e piccini sui sentieri e lungo le vie della Val di Sole, nel Trentino occidentale. Per raggiungere questo obiettivo Alessia ed Elisabetta hanno dovuto affrontare un percorso di "rivalutazione" insieme ad un esperto di questi animali che a causa dei maltrattamenti non si fidavano più degli esseri umani, da cui tenevano le distanze.

«Quando siamo andati a prenderli credevamo che ne avremmo adottati solo due, poi abbiamo visto le loro condizioni di malnutrizione e malessere e abbiamo deciso di portarli a casa tutti e quattro – racconta Alessia Tomazzolli, che da quel giorno ha lasciato il suo precedente lavoro come geometra per dedicarsi completamente a questa attività – All'inizio non si facevano avvicinare da nessuno, mentre oggi due di loro amano farsi spazzolare dai bambini. Non avremmo mai creduto di ottenere questi risultati in così poco tempo». Invece grazie ai quattro asini, l'Associazione di promozione sociale Passo d'asino, fondata dalle due sorelle, funziona a pieno regime e, grazie anche alla collaborazione con l'agriturismo Solasna, a S.Giacomo di Caldes,  propone attività adatte a tutti, senza dimenticare l'attenzione per il benessere degli animali coinvolti.

L'arrivo degli asini: «Avevano paura anche delle strisce pedonali»

«Quando ci siamo accorte delle loro difficoltà, abbiamo deciso immediatamente di contattare il Ranch Margherita, dove una coppia di esperti di questa specie ci ha aiutate a intraprendere il percorso di educazione alla convivenza con l'uomo – spiega Alessia Tomazzolli – In alcuni momenti, avevano talmente paura che si accucciavano a terra pur di non farsi toccare da noi, poi grazie all'aiuto degli esperti e al tempo che gli abbiamo dedicato le cose sono cambiate rapidamente e ora quando arriva il momento della passeggiata sono davvero contenti».

Le difficoltà di Donkey, Olmo, Sergio e Rangi non riguardavano unicamente il rapporto con l'uomo ma anche con i rumori, l'interazione con gli oggetti e con gli ambienti sconosciuti: «Le prime volte che hanno visto le strisce pedonali del paese hanno cominciato a ragliare spaventatissimi – racconta la fondatrice dell'associazione –  Da quel momento abbiamo capito che probabilmente non avevano mai visto il mondo fuori da un recinto». Per fargli superare le difficoltà e le preoccupazioni, le sorelle Tomazzolli hanno aiutato gli asini a conoscere il mondo passo per passo: «Un tempo anche i rumori strani rappresentavano un problema, quindi siamo intervenute anche su questo fronte e, ad esempio, abbiamo cominciato a portargli il fieno all'interno di sacchetti di plastica, in modo da dimostrargli che anche se provocavano rumori forti, gli oggetti di uso comune non solo erano innocui, ma potenzialmente anche piacevoli».

Immagine

La fiducia alla base della relazione con gli animali: «Se l'asino non si fida, non ti segue»

Per poter lavorare a stretto contatto con le persone, nonostante la dedizione e la pazienza, è stato comunque necessario attendere il momento giusto: «Fortunatamente l'adozione è coincisa con l'arrivo della pandemia e abbiamo quindi avuto tutto il tempo necessario per lavorare sulla fiducia reciproca – racconta Alessia Tomazzolli – Gli esperti del ranch inizialmente ci avevano prese per matte, dicevano che non c'erano certezze sul risultato positivo del percorso, però abbiamo continuato a lavorare costantemente insieme ai nostri asini per far sì che si fidassero di noi. Gli asini hanno una sensibilità eccezionale e una grandissima capacità di leggere la situazione in cui si trovano. Molti credono che si impuntino perché non vogliono proseguire il cammino, mentre non è così: se lo fanno è perché non si fidano di qualcosa che sta per accadere intorno a loro. Per fare in modo che vogliano accompagnarci, bisogna quindi conquistare la loro fiducia. Si tratta di animali prudenti: prima di fare qualcosa valutano se ne vale la pena».

Per dare agli asini la miglior vita possibile, le sorelle Tomazzolli hanno cercato una stalla adatta alle loro necessità: «Inizialmente li tenevamo in Val di Rabbi, ma in quella zona nevica troppo in inverno e rischiavano di non poter uscire per mesi, quindi abbiamo chiesto aiuto alla comunità – racconta la donna – Grazie ad una famiglia originaria dell'Emilia Romagna che ci ha offerto una stalla più a valle di loro proprietà, oggi viviamo dove nevica meno e gli animali possono uscire anche nei mesi più freddi».

Immagine

Il futuro a ritmo d'asino: trekking e collaborazioni con le case di riposo

Da secoli gli asini vivono e lavorano accanto e insieme all'uomo accompagnandolo nei campi, nei lunghi viaggi e addirittura trasportando i pesi durante le guerre del XX secolo. Questa lunga storia condivisa ha inevitabilmente sviluppato una grande spinta collaborativa da parte dell'animale che, in alcuni casi, è testimone di racconti e storie incredibili: «Una signora anziana della valle mi ha raccontato che un tempo caricava l'asino con il latte da portare al caseificio locale e l'animale andava e tornava da solo – racconta l'adottante di  Donkey, Olmo, Sergio e Rangi – Quando alla signora accadeva di caricare più latte del dovuto però l'asino non si muoveva di un millimetro. Questo è il carattere degli asini: comprendono le situazioni e sono autonomi nelle decisioni».

Le storie degli asini raccontate dagli anziani hanno appassionato talmente tanto le due sorelle che ora vorrebbero sviluppare i propri progetti proprio in questa direzione: «Ci piacerebbe collaborare con le case di riposo, per poter collezionare storie di asini nascoste nelle generazioni passate. Gli anziani infatti avevano a che fare con questi animali quotidianamente». Per farlo però, le due sorelle dovranno affrontare molte spese: «Fino ad ora abbiamo realizzato tutto con i nostri risparmi, ma in futuro vorremmo collaborare con altre associazioni anche per poter ottenere i contributi necessari per migliorare le condizioni di vita dei nostri animali e sviluppare i progetti che stiamo ideando».

Le due sorelle vorrebbero inoltre organizzare trekking di più giorni insieme ai loro quattro compagni di avventura: «Al momento offriamo passeggiate di qualche ora, ma viviamo in una zona che permetterebbe di organizzare escursioni anche di più giorni – racconta Alessia Tomazzolli – Questo è il mio sogno nel cassetto, perché anche se ogni asino ha un carattere diverso e alcuni sono più timidi mentre altri sono più coccoloni, quando passano molto tempo insieme alle persone è commovente vedere come la diffidenza si trasformi in ricerca di contatto».

Avatar utente
Claudia Negrisolo
Educatrice cinofila
Il mio habitat è la montagna. Sono nata in Alto Adige e già da bambina andavo nel bosco con il binocolo al collo per osservare silenziosamente i comportamenti degli animali selvatici. Ho vissuto tra le montagne della Svizzera, in Spagna e sulle Alpi Bavaresi, poi ho studiato etologia, sono diventata educatrice cinofila e ho trovato il mio posto in Trentino, sulle Dolomiti di Brenta. Ora scrivo di animali selvatici e domestici che vivono più o meno vicini agli esseri umani, con la speranza di sensibilizzare alla tutela di ogni vita che abita questo Pianeta.
Sfondo autopromo
Segui Kodami sui canali social
api url views