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13 Novembre 2023
9:00

Cosa vuol dire il termine “AAFCO” sul cibo per gatti?

Leggere l'etichetta del cibo per il proprio gatto è difficile, ma necessario. Cosa significa la sigla AAFCO e quali sono i punti più importanti su cui focalizzarsi? Ne parliamo in questo articolo.

Membro del comitato scientifico di Kodami
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Quando si acquista un cibo per i nostri gatti è sempre buona norma leggere attentamente l’etichetta. Per questo potreste chiedervi cosa significa la sigla AAFCO che potreste trovare in evidenza. In questo articolo mettiamo a fuoco il concetto di linee guida nutrizionali e alcune norme di etichettatura nel nostro Paese, dando esempi pratici di come leggere un’etichetta di cibo per gatti in modo da portarci a casa il miglior prodotto possibile.

Il significato della sigla AAFCO

La sigla AAFCO è un acronimo per Association of American Feed Control Officials, un’autorità nord americana composta da rappresentanti di diverse agenzie governative di Stati Uniti. Canada, Costa Rica e Porto Rico. Il loro compito è delineare le linee guida utili per disciplinare il settore del pet food, ovvero il cibo industriale per cani e gatti.

Quando trovate quindi questa dicitura in etichetta si sta facendo riferimento a norme sul cibo per gatto che sono messe a punto da questa associazione, che poi a loro volta sono riprese dagli Stati per diventare vere e proprie leggi.

In realtà, in Europa normalmente non vengono tenute in conto queste linee guida, ma altre, ovvero quelle della FEDIAF (European Pet Food Industry Federation), che rappresenta l’industria del pet food europeo. Anche se sono molto simili, i due standard non sono identici. Esattamente come avviene il nord america, le linee guida per l’etichettatura e per la produzione del pet food sono una delle basi che il legislatore europeo usa per la stesura delle norme.

Come abbiamo visto comunque quelle AAFCO non sono leggi, ma linee guida, esattamente come quelle FEDIAF. Al momento dell’acquisto quindi, quello di cui possiamo stare certi se lo compriamo in Italia, è che, a prescindere dalle linee guida eventualmente esposte in etichetta, il cibo che stiamo acquistando rispetta la legislazione europea di etichettatura.

Come leggere l’etichetta del cibo per gatti

Quando andiamo a leggere un’etichetta di cibo per gatti vi consiglio di focalizzarvi soprattutto su alcuni punti. Ricordate la regola chiave dell’etichetta: la legge gli impedisce di mentire, ma a volte sono poco trasparenti nel senso che portano ad intendere qualcosa di diverso dalla realtà. Inoltre, quello che non è obbligatorio per legge, in genere se viene indicato è un plus indicatore di qualità del cibo.

  • Controllate che sia dedicato al gatto: vi può sembrare banale, ma il gatto ha dei fabbisogni specifici che lo differenziano dal cane e in base al quale il cibo viene formulato. Dare cibo per cani al gatto, può portare a danni permanenti e persino morte del vostro micio. Insomma, sulla specie non si scherza.
  • Controllate che sia dedicato alla fascia d’età del vostro gatto: un gattino in crescita ha dei fabbisogni ben diversi da un gatto anziano ed è fondamentale offrire sempre tutti i nutrienti indicati. Ancor più vero ovviamente se abbiamo una gatta gravida o un animale malato. In quel caso vi conviene chiedere consiglio al vostro medico veterinario di fiducia.
  • Definizione di cibo completo o cibo complementare: so che questi primi punti vi sembreranno banali, ma non sapete quante volte mi è accaduto di incontrare quest’errore. Il cibo definito complementare non contiene tutti i nutrienti necessari per il vostro gatto e quindi deve sempre essere fornito assieme ad un alimento complementare (per darvi un’idea, circa 1/5 delle calorie giornaliere al massimo da cibo complementare).
  • Tenore di proteine e confronto con la lista degli ingredienti: il gatto è un carnivoro stretto, lo sappiamo bene. Per questo ha bisogno di un alto tenore proteico. Nel controllare l’etichetta però non vi fate ingannare da diciture tipo “70% delle proteine di origine animale” o similari. I claim infatti sono a volte difficili da comprendere se non si conosce bene la legislazione: non mentono (sarebbero fuori legge), ma spesso vi portano a intendere qualcosa di diverso dalla realtà. Per rimanere ben ancorati alla realtà vi conviene quindi fare questo rapido check: controllate nel “cartellino” la quantità percentuale di proteine gregge e poi controllate la lista degli ingredienti. Se nella lista ingredienti trovate legumi (ceci, lenticchie, fagioli etc.) o soia, il tenore proteico che leggete è “falsato” da questo valore. Vi dico falsato fra virgolette perché è vero che sono presenti proteine, ma sono proteine vegetali di scarso valore biologico per il gatto.
  • Ricordate che se viene nominata “carne fresca” a volte non è positivo: quando in lista ingredienti trovate indicato carne fresca, questo sta ad indicare che il peso di quell’ingrediente è stato valutato includendo l’acqua di cui è composto (circa un 80%). Ne consegue che questo ingrediente potrebbe apparire quantitativamente superiore ad esempio al riso o altri cereali che lo seguono (la lista ingredienti è sempre in ordine decrescente). In realtà però, se consideriamo che uno è composto da grandi quantità di acqua, capiamo subito che questo non è affatto vero!

In linea di massima, se vi abituate a controllare questi pochi semplici punti, potete stare ragionevolmente tranquilli di scegliere un buon alimento per il vostro gatto. Da ricordare comunque che in alcuni casi le diciture possono non apparire chiaramente e che le frodi sono sempre possibili. Se quindi qualcosa vi sembra oscuro o poco chiaro, chiedete prima di tutto al vostro medico veterinario e, se ancora il tutto non torna, ricordate che in confezione deve essere indicato anche un numero di servizio clienti in grado di rispondervi e darvi informazioni. Non esitate a contattarli!

Le informazioni fornite su www.kodami.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra il paziente ed il proprio veterinario.
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Maria Mayer
Veterinaria esperta in nutrizione del cane e del gatto
Sono laureata in Medicina Veterinaria ed ho conseguito un dottorato di ricerca riguardo l’utilizzo delle medicine non convenzionali negli allevamenti biologici. Il mio percorso di studi comprende, fra l’altro, un Master di II livello in Nutrizione del Cane e del Gatto e un secondi in PNEI e Scienze dalla Cura Integrata.
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