video suggerito
video suggerito
19 Aprile 2023
9:00

Come partorisce un serpente?

I serpenti possiedono diverse strategie riproduttive. La maggior parte delle specie sono ovipare, cioè fanno le uova e le covano, ma alcuni serpenti sono ovovivipari, cioè partoriscono direttamente i loro piccoli facendo schiudere le uova nel proprio corpo.

255 condivisioni
Immagine

I serpenti possiedono diverse strategie riproduttive a secondo della specie. Molti ritengono che questi animali siano solo ovipari, ossia producano esclusivamente delle uova, ma in verità non tutti i serpenti nascono con lo stesso processo ed esistono addirittura molte specie che partoriscono direttamente i loro piccoli facendo schiudere le uova nel proprio corpo, gli ovovivipari. Riescono a farlo poiché sono in grado di sviluppare delle sacche embrionali che non sono complesse come la placenta dei mammiferi, ma permettono comunque di nutrire e proteggere i propri piccoli.

Ciò che però ha indotto le diverse specie a optare per uno di questi parti sono state le antiche condizioni ambientali a cui erano sottoposti i loro antenati e anche la maggiore o minore efficienza che ogni sistema garantisce per mettere al mondo il più alto numero possibile di figli. Per comprendere come partoriscono i serpenti dobbiamo chiederci prima cosa abbia spinto questi animali a preferire talvolta la ovoviviparità rispetto alla condizione ancestrale di oviparità, considerando sempre il rapporto nuovi nati/costi energetici richiesti per portare avanti una deposizione o una gravidanza,.

La viviparità e l'ovoviviparità permette infatti alle madri di avere un maggior controllo sullo stato di salute della prole durante le fasi avanzate dell'embriogenesi e di assicurarsi un maggior successo riproduttivo. Nella ovoviviparità, inoltre, conservare inoltre gli embrioni all'interno del proprio grembo permette ai serpenti di regolare le temperature a cui vengono delle uova, con la conseguenza di regolare meglio la distribuzione dei sessi all'interno della stessa popolazione.

Per fare ciò però i serpenti vivipari e ovovivipari spendono tantissime energie ed è per questo se risultano essere la minoranza, rispetto alle specie che continuano a deporre le uova.

Come si riproducono i serpenti?

Tra i serpenti è il sesso femminile quello che prende l'iniziativa. Al termine dello sviluppo sessuale, una femmina rilascia dei feromoni che comunicano ai maschi la sua disponibilità all'accoppiamento, effettuando una lotta chimica con le altre femmine, in modo tale che i maschi siano attratti solamente dagli esemplari più grandi e capaci di produrre più ormoni. D'altronde i giovani maschi hanno tutte le ragioni del mondo per scegliere le femmine più grosse, visto che statisticamente sono più fertili e capaci di generare una maggiore quantità di prole.

Nella maggioranza delle specie le femmine attraggono simultaneamente decine – talvolta centinaia – di maschi, si posizionano al centro del gruppo e, colpiti da quella che viene definita frenesia sessuale, si lasciano inseminare per un periodo di tempo che può variare da poche ore fino ad un mese. In fine selezionano gli spermi migliori da impiegare per la nascita dei figli.

I ricercatori non hanno ancora capito come le femmine di diverse specie di serpenti scelgano nella baraonda i maschi migliori da cui farsi fecondare. Si presuppone solo che le femmine impieghino le proprie contrazioni genitali per interrompere i rapporti indesiderati e controllare l'emissione di sperma dei maschi, optando per le giuste quantità.

Come nascono i serpenti?

Dare alla luce un gran numero di figli per i serpenti non è semplice dato il corpo allungato e privo di arti. Alcuni serpenti portano perfino in grembo dei fragili gusci che possono rompersi e dunque, per mantenere i piccoli in salute, hanno dovuto adottare diverse strategie di sviluppo embrionale, in modo tale che i gusci risultino più elastici possibile all'interno del corpo della madre o i piccoli non si attorciglino tra di loro.

Serpenti ovipari

Immagine

La stragrande maggioranza delle specie di serpenti oggi presenti nel mondo – circa il 70% delle specie – presenta la condizione ancestrale di oviparità. Questo comporta che le madri puntano spesso molto di più al numero delle uova prodotte rispetto alla cura effettiva dei piccoli, visto che dopo averle deposte sono davvero poche le specie che continuano a vegliare il nido. La maggior parte dei serpenti ovipari, infatti, abbandona le uova per molteplici ragioni. Molte specie vivono in contesti ambientali che impediscono alla madre di tutelare e gestire i propri figli, ma comunque in questi casi la madre sceglie il miglior sito di deposizione possibile fra quelli presenti nel territorio.

Un'altra ragione per cui i serpenti ovipari scelgono deliberatamente di non accudire i propri piccoli è legata all'elevato numero di uova che mettono al mondo. Dopo aver deposto talvolta anche 100 uova, sarebbe infatti impossibile per loro accudire i piccoli o sostenerli dal punto di vista alimentare. Così le specie ovipare, che fra tutte sono quelle che si sono adattate a più tipi diversi di ecosistemi, solitamente quando nascono e rompono il guscio dell'uovo sono quasi da subito indipendenti e iniziano a esplorare il territorio essendo già capaci di cacciare piccole prede.

Relativamente alla produttività in termini di uova, la deposizione dipende invece molto dall'età anagrafica della madre e dalle condizioni atmosferiche, poiché i climi più freddi hanno un effetto negativo sulla prolificità di un serpente, che produrrà meno uova rispetto a quando le temperature sono più elevate. Le temperature influiscono anche molto sulla durata dello sviluppo embrionale interno all'uovo e sul sesso dei nascituri. Al di sotto infatti di 28-28,5 °C nascono principalmente femmine, mentre a temperature che superano i 29-29,5 °C nascono dei maschi. Questa regola è ritenuta valida anche per i serpenti ovovivipari. Tutti i piccoli serpenti per rompere il guscio del proprio uovo sono dotati di un dente – noto come dente dell'uovo – che permette loro di effettuare l'operazione senza sprecare particolari energie.

Serpenti ovovivipari e vivipari

Immagine

La differenza principale che si osserva tra i serpenti ovipari e i serpenti ovovivipari e vivipari è che quest'ultimi hanno dovuto evolvere un sistema che gli permetta di partorire in maniera efficiente. Tale condizione ha portato questi animali a operare numerose scelte: innanzitutto, le femmine producono un minor numero di embrioni, ma si assicurano così per molto più tempo che i propri figli crescano forti e in salute. Una strategia vincente, visto che nella stragrande maggioranza dei casi ogni covata dei serpenti ovipari perde un buon numero di uova.

Ciò che distingue gli ovovivipari dagli vivipari è il mantenimento di un guscio all'interno del ventre materno. Entrambi i tipi di parto infatti permettono ai figli di maturare nel corpo della madre, ma fra i due gruppi i vivipari "scelgono" di cancellare del tutto la produzione dell'uovo.

La vita embrionale dei serpenti ovovivipari, poi, è molto più complessa rispetto a quella dei loro cugini ovipari e vivipari. Essi infatti devono compiere un "doppio lavoro per nascere". Come prima cosa devono rompere il guscio dell'uovo che la madre conserva internamente, ma dopo essere usciti continuano per qualche giorno a maturare e crescere all'interno del grembo materno, dove vengono alimentati, finché giunge il momento del parto.

I serpenti però non nascono "nudi" come ci si aspetterebbe. Escono ancora avvolti da una sottile membrana trasparente, che agevola moltissimo la madre nell'espulsione dei piccoli. Tale membrana infatti si avvolge nel corpo del serpente, assumendo quasi il ruolo di piccolo contenitore gelatinoso che ne limita i movimenti poiché non è per nulla facile partorire un animale molto lungo che rischia di attorcigliarsi durante il momento più fatidico della sua intera esistenza. Successivamente al parto, tale membrana verrà bucata velocemente dai piccoli, che così potranno respirare e dirigersi verso un nascondiglio dove passeranno le prime ore della propria vita.

Relativamente alla nutrizione interna dei piccoli serpenti vivipari, questi vengono alimentati da una placenta e da un sacco vitellino che ricorda moltissimo quello dei mammiferi. I serpenti ovovivipari invece vengono alimentati prima dai nutrienti presenti all'interno dell'uovo e poi, in alcune specie, da una serie di piccole uova non fertili che vengono prodotte appositamente dalla madre per sfamare i piccoli.

Tra i serpenti vivipari più famosi ci sono le Anaconde verdi e i boa constrictor, mentre i serpenti ovovivipari più noti al grande pubblico sono le vipere. A seconda della specie, il periodo di gestazione varia anche di molto, ma in generale per i serpenti non molto lunghi è di circa 2 mesi, mentre nelle specie lunghe anche oltre 3 metri il periodo di gestazione supera i 6 mesi.

Dove partoriscono i serpenti?

La maggioranza dei serpenti depone le proprie uova o partorisce i piccoli a terra, sotto a del materiale vegetale che in piena decomposizione mantiene una determinata umidità e un certo calore. Queste proprietà sono necessarie per l'incubazione delle uova e il giusto sviluppo dei piccoli serpenti durante le loro prime fasi di vita.

Sia le uova che i piccoli partoriti da specie vivipare e ovovivipare fuoriescono dall'ovidotto della madre, un organo che ricorda l'utero dei mammiferi.

Sono laureato in Scienze Naturali e in Biologia e Biodiversità Ambientale, con due tesi su argomenti ornitologici. Sono un grande appassionato di escursionismo e di scienze e per questo ho deciso di frequentare un master in comunicazione scientifica. La scrittura è la mia più grande passione.
Sfondo autopromo
Segui Kodami sui canali social
api url views