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12 Marzo 2024
12:39

Come mai le orche non attaccano l’uomo?

Le orche non attaccano quasi mai esseri umani, almeno in natura, dove mostrano spesso estrema curiosità e "gentilezza". Tuttavia, le cose cambiano molto quando sono invece costrette in cattività.

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Le orche, cetacei maestosi e predatori eccezionali, destano spesso un misto di ammirazione e timore. Tuttavia, a differenza di altri predatori marini come gli squali, questi enormi e intelligenti cetacei raramente attaccano gli esseri umani. Esistono infatti pochissimi attacchi confermati verso gli esseri umani in natura, di cui nessuno certamente fatale. Gli incontri in mare tra umani e orche sono infatti piuttosto frequenti, ciononostante questi cetacei interagiscono quasi sempre con curiosità, stupore, in un certo senso gentilezza e senza mai attaccare, anche se possiedono tutti gli strumenti per farlo.

Non sappiamo con certezza come mai questi predatori non attacchino di solito gli esseri umani in mare, ma probabilmente è legato al fatto che non ci considerino in alcun modo delle potenziali prede. Ogni popolazione di orche, infatti, segue una dieta molto ristretta, che viene inoltre tramandata dagli adulti ai più giovani per trasmissione culturale: l'essere umano, semplicemente, non rientra nel loro menù. Le orche restano in ogni caso animali enormi e potenzialmente pericolosi, anche perché le cose cambiano radicalmente quando sono in cattività, dove hanno attaccato e ucciso più di una volta.

Le orche sono pericolose per l'uomo?

Le orche (Orcinus orca) non vengono generalmente considerate pericolose per gli esseri umani, perlomeno in natura. Nonostante siano infatti predatori letali e cacciatori sociali estremamente intelligenti, non ci sono prove che suggeriscano che abbiano interesse o una certa inclinazione ad attaccare gli umani in natura. Sebbene esistono racconti e resoconti storici di attacchi agli esseri umani, la maggior parte non sono stati confermati oppure non vengono ritenuti attendibili. Al contrario, spesso dimostrano una curiosità pacifica verso le imbarcazioni e gli esseri umani in acqua, senza mostrare alcun comportamento o atteggiamento aggressivo.

Nonostante ciò, si tratta in ogni caso di predatori enormi, che anche involontariamente o per semplice curiosità, potrebbero ferire o peggio. Inoltre, come dimostrano le barche affondate negli ultimi anni al largo della costa iberica, gli incidenti possono capitare. Non è ancora chiaro come mai a partire dal 2020 un gruppo di orche ha iniziato a prendere di mira le imbarcazioni lungo le coste di Spagna e Portogallo. Potrebbero trattarsi di veri e proprio attacchi oppure di interazioni "giocose", ma in ogni caso dimostrano che questi grossi cetacei possono potenzialmente essere pericolosi.

I casi di attacchi di orche all'uomo

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Storicamente esistono tuttavia alcuni rari casi di attacchi a persone e imbarcazioni. Una spedizione effettuata nei primi del 900 in Antartide, riporta per esempio di un caso in cui le orche hanno circondato o attaccato alcune persone accompagnate da cani da slitta rimaste intrappolati su una lastra di ghiaccio. Tutti ne uscirono incolumi, ma si ipotizza che fu l'abbaiare dei cani, simile ai richiami delle foche, a scatenare la curiosità delle orche. Esiste anche un unico report di attacco fatale ai danni dell'uomo, raccontato da alcuni anziani Inuit nell'Artico canadese orientale.

Negli anni 50 un gruppo di orche rimase intrappolato nel ghiaccio, evento raro ma accaduto di recente anche in Giappone. Gli anziani presenti avvertirono un giovane di non avvicinarsi, ma l'uomo spinto dalla curiosità lo fece. Secondo i racconti riportati ad alcuni ricercatori, un'orca frantumò il ghiaccio e lo uccise, tuttavia non esistono prove concrete e gli scienziati che hanno provato a ricostruire questi eventi ipotizzano che l'uomo potrebbe essere semplicemente morto a causa della caduta nell'acqua ghiacciata.

Nel 1972, un surfista in California fu invece morso e, nel 2005, un ragazzo in Alaska che stava nuotando in una area frequentata da foche fu urtato da un'orca, che apparentemente lo aveva erroneamente identificato per una preda. Tuttavia, anche per l'incidente avvenuto negli anni 70 non esistono prove e il morso potrebbe essere stato causato anche da una foca. Le cose cambiano invece parecchio quando le interazioni tra orche umane avvengono in cattività, per esempio nei grandi parchi acquatici dove purtroppo vengon ancora rinchiusi questi meravigliosi animali.

Negli ultimi decenni si sono verificati decine di attacchi e incidenti tra esseri umani e orche tenute in cattività. La più famosa di tutte è sicuramente Tilikum, un maschio che ha trascorso buona parte della sua vita esibendosi al SeaWorld Orlando, in Florida. Tilikum è stato coinvolto nella morte di ben tre persone, inclusa la sua addestratrice Dawn Brancheau nel 2010, probabilmente l'incidente più noto. Gli scienziati ancora non sono concordi su cosa spinge le orche attaccare le persone in cattività, ma sicuramente la reclusione, lo stress e l'ambiente artificiale in cui sono costretti questi cetacei giocano un ruolo importante.

È più pericolosa l'orca o lo squalo?

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In linea generale, gli squali sono considerati animali più pericolosi per gli esseri umani rispetto alle orche. Ogni anno in tutto il mondo accadono numerosi incidenti con gli squali per diverse ragioni. Innanzitutto perché esistono tantissime specie diverse di squali, che sono sicuramente più numerosi e diffusi delle orche, anche in ambienti costieri. Inoltre, talvolta gli squali attaccano o mordono per semplice curiosità o perché, come dimostrano alcuni studi, confondono bagnanti e surfisti per le loro prede naturali.

Tuttavia, anche la maggior parte degli incontri con gli squali non porta solitamente a veri e propri attacchi e gli incidenti fatali sono comunque molto rari. Nel 2023, per esempio, in tutto il mondo sono stati 69 gli attacchi di squali non provocati dall'uomo, di cui 10 risultati fatali. Questi numeri sono più o meno in linea con le medie degli ultimi decenni. In conclusione, nonostante la loro reputazione da "orche assassine", questi cetacei non rappresentano una minaccia significativa per la sicurezza degli esseri umani.

Al contrario, queste creature affascinanti dimostrano spesso un comportamento curioso e pacifico nei confronti della nostra specie, contribuendo a promuovere la meraviglia e la bellezza del nostro mondo marino. Chiaramente, in caso di disturbo, interazioni aggressive e provocazione, questi eccezionali predatori potrebbero comunque reagire in maniera violenta ed essere letali. Per questo motivo, bisogna sempre avere molto rispetto verso questi animali, che non andrebbero mai avvicinati troppo e soprattutto infastiditi, cosa che andrebbe fatta sempre con qualsiasi animale selvatico.

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Salvatore Ferraro
Redattore
Naturalista e ornitologo di formazione, sin da bambino, prima ancora di imparare a leggere e scrivere, il mio più grande sogno è sempre stato quello di conoscere tutto sugli animali e il loro comportamento. Col tempo mi sono specializzato nello studio degli uccelli sul campo e, parallelamente, nell'educazione ambientale. Alla base del mio interesse per le scienze naturali, oltre a una profonda e sincera vocazione, c'è la voglia di mettere a disposizione quello che ho imparato, provando a comunicare e a trasmettere i valori in cui credo e per i quali combatto ogni giorno: la conservazione della natura e la salvaguardia del nostro Pianeta e di chiunque vi abiti.
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