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3 Ottobre 2021
9:28

Come fare turismo per vedere gli animali selvatici in modo responsabile

Gli animali umani e non umani hanno una lunga e multiforme storia di interazioni, che talvolta si sono trasformate in vere e proprie relazioni, come quella antica e unica tra le persone e i cani. Un ruolo rilevante in questa storia, però, è ricoperto anche dalla fauna selvatica, che, soprattutto in alcuni Paesi, diventa oggetto di turismo. Vediamo come possiamo essere turisti degli animali selvatici etici e responsabili.

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Membro del comitato scientifico di Kodami
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Se è vero che il cosiddetto turismo faunistico, o turismo con gli animali selvatici, può avere un impatto positivo sulla conservazione e sulla sostenibilità delle comunità locali, è vero anche che sono riportati effetti deleteri, sia per gli animali che per le persone, di questa forma di turismo su cui aleggiano preoccupazioni etiche profonde e complesse. Esse riguardano in particolare il trattamento degli animali e il rispetto degli habitat e degli ecosistemi, e hanno ben ragione d’esistere se pensiamo che, secondo quanto riportato dal World Wildlife Fund, la Terra, negli ultimi 40 anni, ha perso metà della sua fauna selvatica.

La parola d’ordine: ecosostenibilità

Perché il turismo faunistico sia etico e responsabile deve essere ecosostenibile. Cosa significa? Significa che deve assolvere compiti educativi, prevedendo la visita delle aree naturali, per conoscere il paesaggio, la flora e la fauna, e lo svolgimento di attività rispettose dell'ambiente. Deve, inoltre, contribuire alla conservazione della biodiversità, supportare le comunità locali, e richiedere il minor consumo possibile di risorse naturali.

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La scelta degli operatori turistici

Mentre il fai da te, salvo che non siamo guide naturalistiche professioniste, è sconsigliato, è bene affidarsi a strutture e operatori turistici seri e preparati. Come si capisce se si tratta di operatori affidabili e competenti? Il fatto che propongano servizi in linea coi principi dell’ecosostenibilità a cui si accennava poc’anzi, e siano quindi attenti alla protezione dell’ambiente, è già un indizio utile. Un operatore turistico valido, inoltre, promuove la conoscenza sull'area, attraverso un’educazione ambientale di qualità, e propone attività ricreative volte a sviluppare il senso di responsabilità nei confronti della preservazione della biodiversità e della riduzione dell'uso delle risorse e dell’inquinamento, anche attraverso la riduzione del consumo energetico e l’utilizzo di mezzi ecologici. Tutto ciò, senza tralasciare gli aspetti sociali, legati, ad esempio, all'inclusione delle persone svantaggiate e al miglioramento della qualità della vita delle comunità locali.

Il comportamento appropriato dei turisti

Se si viaggia come turisti naturalistici, con l’obiettivo quindi di osservare gli animali selvatici nel loro habitat naturale, si accetta anche la responsabilità di interagire in modo corretto ed etico con questi animali, minimizzando il disturbo e l’alterazione della biodiversità e del paesaggio.

Assolutamente vietato, ad esempio, scavare nei nidi delle tartarughe, inseguire i ghepardi o alimentare le iguane per ottenere migliori opportunità di osservazione. Questi comportamenti possono influire negativamente sul loro successo riproduttivo e sulla loro capacità di esprimere comportamenti naturali, come la ricerca del cibo. Vietato anche fare rumore, che può spaventarli, alterando i pattern e le aree di alimentazione e di permanenza degli animali.

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Arrivare preparati

Studiare. È di fondamentale importanza leggere e acquisire informazioni sui luoghi che si intende visitare, sulla vegetazione e sugli animali che popolano le aree geografiche scelte, prima di mettersi in viaggio. La conoscenza è il presupposto primario affinché, come turisti, sappiamo gestire correttamente le interazioni con la fauna selvatica.

“Il viaggio non soltanto allarga la mente: le dà forma.”

diceva Bruce Chatwin, e se è ecosostenibile, la educa pure al rispetto di tutti.

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Bibliografia

CEETO – Central Europe Eco-Tourism: tools for nature protection. Handbook of successful and innovative practices for a sustainable tourism inside Protected Areas. Ver. 2.0, 11/2018, pp. 142.

Higginbottom, K. and Tribe, A. (2004). Contributions of Wildlife Tourism to Conservation. Wildlife Tourism impacts, management and planning. Edited by K. Higginbottom. Altona: Common Ground Publishing, pp. 99-123.

Burns, G., L., (2004). The Host Community and Wildlife Tourism- Chapter7. Wildlife Tourism-impacts, management and planning. K. Higginbottom, Common Ground Publishing Pty Ltd: 125-144.

Burns, G.L., Howard, P (2003). When Wildlife Tourism Goes Wrong: A Case Study of Stakeholder and Management Issues regarding Dingoes on Fraser Island, Australia. Tourism Management 24.6 (2003): 699-712.

Green, R., Giese, M., (2004). Negative Effects of Wildlife Tourism on Wildlife-Chapter 5. Wildlife Tourism-impacts, management and planning. K. Higginbottom, Common Ground Publishing Pty Ltd: 81-97.

Burns, G. L. (2015). Ethics in Tourism. In C. Michael Hall, Stefan Gössling, & Daniel Scott (Eds.), The Routledge Handbook of Tourism and Sustainability. Routledge.

Nel 2003 mi laureo in Medicina Veterinaria. Dal 2008 sono ricercatrice presso l’Università degli Studi di Milano, dove insegno Etologia Veterinaria e Benessere Animale. Studio il comportamento degli animali e la relazione uomo-animale.
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