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21 Agosto 2021
17:00

Come è possibile che ci sia ancora chi crede a Cesar Millan?

A 10 anni dalle prime denunce ai danni di Cesar Millan da parte dell'American College of Veterinary Behaviorists, una rivista italiana ha riportato un'intervista in cui l'uomo viene ritratto come un grande talento della cinofilia, dimostrando tristemente quanto sarà ancora lunga la strada da percorrere per ottenere un mondo che metta al centro dell'educazione cinofila le emozioni e il benessere dei cani.

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Cesar Millan è noto in tutto il mondo soprattutto per via del reality show The dog whisperer – uno psicologo da cani in onda dal 2004 su National Geographic Channel. La celebre serie è stata interrotta nel 2012 a seguito delle violente critiche rivolte ai metodi disumani, crudeli e violenti utilizzati dall'uomo per addestrare i cani. A partire dall'interruzione negli Stati Uniti poi, sempre più paesi hanno bloccato la programmazione delle puntate, riconoscendone la pericolosità e denunciando inoltre i rischi dati dai messaggi trasmessi proprio attraverso il suo approccio spietato e perverso. Nonostante ciò, ancora oggi è possibile incontrare qualcuno che confida nel suo approccio e che ne parla in toni positivi

Così è accaduto anche alla rivista Io Donna, che la scorsa settimana, e non si comprende quanta inconsapevolezza possa esserci nel non sapere delle vicende riguardanti la sospensione degli show e dello spaventoso approccio utilizzato dal sedicente "psicologo dei cani", ha pubblicato un'intervista in cui l'addestratore viene celebrato come un uomo dal talento speciale. Come se non bastasse, Millan è stato anche presentato erroneamente come «il dog trainer dei cani del Presidente degli Stati Uniti Biden», sebbene secondo quanto pubblicato su diverse testate internazionali, l'uomo che si è occupato dell'educazione di Major e Champion (i cani della Casa Bianca), è un altro: si chiama Mark Tobin e lavora nel Delaware, lo stato in cui viveva il Presidente prima di trasferirsi alla Casa Bianca.

Chi è Cesar Millan

Al giorno d'oggi lo "psicologo dei cani", è soprattutto un esempio di come non comportarsi all'interno di una relazione con i cani che vivono con noi, ma nei primi anni del 2000 il suo show raggiungeva oltre 80 paesi attraverso canali del calibro di Fox o National Geographic. Durante le puntate della serie, l'uomo che "sussurra ai cani"  mascherava la sua crudeltà sostenendo fosse il metodo migliore per "domare" l'animale, il quale veniva però ridotto a una macchina senza cognizione, inerme e terrorizzato. Collari a strozzo, tremori, aggressività e non solo venivano mostrati senza pietà a un pubblico di milioni di persone ogni anno che, ovviamente, non poteva sapere che, fuori dai reality show, la cinofilia stava già andando avanti e cominciava a parlare sempre più spesso di benessere animale, di relazione, di emozioni, motivazioni e interventi basati sulla piacevolezza delle esperienze educative e rieducative.

Già a partire dal 2009 infatti, l'American College of Veterinary Behaviorists ha dato inizio ad un percorso di sensibilizzazione attraverso critiche rivolte ai metodi utilizzati nei programmi di Millan. Proprio loro affermarono per la prima volta che quel tipo di interventi non solo erano inutili, ma potevano peggiorare le condizioni degli animali e rappresentavano inoltre un passo indietro di decenni rispetto alle ricerche di scienziati e comportamentalisti di tutto il mondo. Pochi anni dopo, nel 2012, anche in Italia venne chiesta la sospensione del programma in quanto, secondo l'Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani The dog whisperer mostrava immagini diseducative e contrarie ai principi del corretto rapporto uomo animale. Ma come è possibile allora che ancora oggi, dopo tutto quello che è successo, qualcuno si sia perso questa fondamentale transizione e diffonda ancora le idee di un uomo che, fortunatamente, sempre più spesso viene nominato solo come un tizio ancora in cerca di fama? 

Il caso Biden e come Millan è "diventato" l'addestratore del cane del presidente Usa

Nei primi mesi del 2021, mentre iniziava il mandato del Presidente degli Stati Uniti Joseph Biden, fece il giro del mondo una notizia (poi chiarita) direttamente dal Presidente, riguardante il suo cane Major, ovvero il primo cane adottato in un canile da parte di un presidente degli Stati Uniti, che era stato "protagonista di un'aggressione" ai danni di un addetto alla sicurezza. Proprio riguardo questa notizia è tornato alla ribalta Millan che, durante un'intervista mandata in onda da Fox America lo scorso aprile, in cui si esprime consigliando al Presidente come comportarsi in queste situazioni. Secondo l'addestratore, il cane avrebbe sofferto di un cambio di ambiente troppo repentino e avrebbe reagito negativamente allo stress causato dal trasloco e dai ritmi serrati a cui è obbligato all'interno della Casa Bianca.

Osservazioni plausibili certo, ma non è chiaro come, a partire da questi consigli offerti lo scorso aprile al Presidente degli Stati Uniti attraverso i media americani, la rivista abbia poi accertato che Cesar Millan fosse "l'addestratore ufficiale della Casa Bianca", come viene definito nell'articolo pubblicato la scorsa settimana. Non esistono infatti comunicazioni ufficiali che confermino questa informazione e inoltre, proprio nella stessa intervista, alla domanda: «Ha dato consigli anche alla famiglia Obama quando si trasferì?», Millan risponde che non può confermarlo, mettendo ulteriormente in discussione la possibilità che le istituzioni americane si siano davvero affidate a lui.

L'incantesimo che deve finire: guardiamo i nostri cani negli occhi

L'incantesimo con cui "l'uomo che sussurra ai cani" ha stregato negli anni milioni di persone e ancora colpisce anche chi nei media dovrebbe semplicemente sempre verificare ciò che scrive prima di farlo. Invece no, ancora si dà spazio a chi ha usato come ricetta per il rapporto con i cani un bel mix di aggressività, violenza, voglia di dominare il prossimo e di dimostrare la propria potenza, con qualche frase che fa intendere che lui è un esperto e sa il fatto suo e in più metterci ogni tanto parole come "amore" e "famiglia". Proprio così Cesar Millan ha coinvolto i telespettatori, i lettori ed evidentemente anche alcuni giornali, che ancora oggi riportano le sue parole facendosi ammaliare dall'immagine pulita di una star dei reality show, senza verificare ciò che si nasconde oltre il sorriso smagliante.

E allora ancora una volta non ci resta che cogliere questa occasione e farne tesoro per un importante insegnamento: quando scegliamo il professionista con cui intraprendere un percorso di educazione cinofila, ricordiamoci di non farci stregare dalle parole e andiamo oltre. Guardiamo per prima cosa il nostro cane chiedendoci come sta, perché non esiste percorso valido di educazione cinofila che sia basato sulla sua paura e sulla violenza, e non esiste apprendimento che avvenga laddove c'è malessere. E così facendo sarà proprio lui, il nostro compagno di avventure, a smascherare gli incantesimi dei sussurratori, visto che noi esseri umani evidentemente ancora ci caschiamo.

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Claudia Negrisolo
Educatrice cinofila
Il mio habitat è la montagna. Sono nata in Alto Adige e già da bambina andavo nel bosco con il binocolo al collo per osservare silenziosamente i comportamenti degli animali selvatici. Ho vissuto tra le montagne della Svizzera, in Spagna e sulle Alpi Bavaresi, poi ho studiato etologia, sono diventata educatrice cinofila e ho trovato il mio posto in Trentino, sulle Dolomiti di Brenta. Ora scrivo di animali selvatici e domestici che vivono più o meno vicini agli esseri umani, con la speranza di sensibilizzare alla tutela di ogni vita che abita questo Pianeta.
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