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«Cani, gatti, criceti, pure di un maialino. Abbiamo assistito a centinaia di abbandoni, ma è la prima volta che ci capita di assistere all’abbandono di una tartaruga di terra con cinque piccoli chiusi in uno scatolone».
La sorpresa Enpa Monza è stata grande quando si è vista arrivare la famiglia di testuggini perso il suo rifugio. È stato un cittadino di Usmate Velate in provincia appunto di Monza che lunedì 29 agosto, nel parcheggio di un supermercato ha scoperto gli animali.
Si trovavano in una scatola di cartone malmessa abbandonata sotto il sole di mezzogiorno. E la tartaruga adulta, oltretutto, tentando di uscire dalla scatola, si era completamente ribaltata e zampettava disperatamente. Caricata la scatola in auto ha poi contattato l’Enpa e portato gli animali al parco canile gestito dai volontari dell’associazione animalista.
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Le tartarughe, il cui nome corretto è testuggini terrestri, sono state identificate come esemplari di testuggine di Hermann (Testudo hermanni): la femmina adulta dovrebbe avere di circa 15 anni di età, mentre i 5 piccoli neppure un mese di vita.
Ora la mamma è stata liberata in un grande recinto insieme ad altri esemplari della sua specie, i piccoli invece passeranno il loro primo inverno in un terrario al caldo per poter crescere e affrontare meglio la prossima stagione, spiegano sempre da Enpa.
In Italia sono tre le specie di testuggine terrestre che si trovano allo stato selvatico. La testuggine di Hermann o testuggine comune, la testuggine greca e quella marginata.
La Testudo hermanni è la sola specie autoctona italiana appartenente all'ordine Testudines, la Testudo greca, la Testudo marginata sono specie introdotte a causa del loro commercio ed utilizzo come animali da compagnia.
Una delle caratteristiche di questi rettili è che non forniscono cure parentali ai piccoli. E così dopo aver deposto le uova in una buca nel terreno, lasciano alla natura il compito di occuparsene.
Quando, circa due mesi dopo, le uova fecondate si schiudono, i piccoli di tartaruga si scavano un’apertura verso la luce e da qui inizia la loro vita autonoma e piena di pericoli. Non è un caso, infatti, che spesso nei primi mesi di vita, diventino facilmente cibo per predatori.
Tutte e tre sono tutelate dalla convenzione di Washington (CITES) appendice 1, e pertanto la loro detenzione in cattività è sottoposta a vincoli rigidissimi. Questo serve ovviamente a proteggerle da quel commercio selvaggio che, anni fa, provocava una vera e propria razzia di questi animali dalle regioni del Sud verso i Paesi del Nord Europa.
