episodio 7

Chi ha detto che il calabrone non può volare?

Secondo una celebre frase, spesso erroneamente attribuita ad Einstein, il calabrone stando alle leggi della fisica avrebbe le ali troppo corte per poter volare, ma vola lo stesso. In realtà, c’è ben poco di vero: innanzitutto l’animale a cui ci si riferisce è un bombo, in più anche questo insetto è un volatore provetto.

23 Novembre 2023
20:00
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Il calabrone non può volare a causa della forma e del peso del proprio corpo in rapporto alla sua superficie alare. Ma il calabrone non lo sa… e perciò continua a volare

Questa frase è stata addirittura attribuita ad Albert Einstein in qualche occasione, ma per sua fortuna, il celebre scienziato si è ben guardato dal dire questa bufala. Facciamo chiarezza: innanzitutto l’animale a cui si fa riferimento non è un calabrone (Vespa crabro), non è nemmeno un’altra specie di vespa, ma un bombo (Bombus terrestris), un membro della famiglia degli apidi, insetto che in ogni caso vola benissimo.

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Un bombo (Bombus terrestris) in volo sopra un fiore

C’è un po’ di confusione generale per quanto riguarda questi insetti perché in molti ne sono spaventati per via del loro pungiglione ed è raro che qualcuno vi si avvicini spontaneamente per identificarli, anzi, la reazione istintiva della maggior parte delle persone è quella di fuggire sbracciandosi al primo ronzio: in realtà correre, gridare e fare movimenti bruschi sono esattamente le cose da non fare in presenza di vespe, api e calabroni.

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Due calabroni europei (Vespa crabro)

Tutti questi insetti fanno parte dell’ordine degli imenotteri, insieme alle cugine formiche. In linea di massima non sono aggressivi, in particolare le api che risultano piuttosto docili, e nelle specie sociali, quelle che cioè vivono in complesse colonie con a capo una regina, tutte le altre operaie hanno come unico scopo il curare e proteggere il nido e i suoi abitanti. O l’alveare nel caso delle api.

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Un’ape europea (Apis mellifera) vola su un fiore

Abbiamo più paura di vespe e calabroni perché è comune pensare che siano una sorta di “cugini cattivi” e carnivori delle api, che non servono a niente se non a disturbarci. Ma come ogni animale hanno un ruolo fondamentale nell’ecosistema che abitano, infatti le vespe sono importantissimi impollinatori, proprio come le api, e non solo: sono infatti formidabili predatori di insetti parassiti delle piante e quando cercano di assaggiare i nostri panini lo fanno, in realtà, solo per portarne un pezzetto al nido e sfamare le loro larve carnivore.

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Vespe cartonaie (Polistes dominula) sul nido

Ma allora perché pungono? Per paura, perché anche loro hanno paura di noi. Come dicevamo prima, la vita di un’operaia consiste principalmente nel curare e difendere la colonia: questa non deve essere vista come una serie di insetti indipendenti, ma piuttosto come un unico grande organismo, dove le operaie si comportano quasi come delle cellule, senza pensare alla loro vita individuale, ma anzi mettendola a rischio per proteggere gli altri. Letteralmente nel caso delle api, che muoiono subito dopo aver punto. Quindi fare rumore o muoversi bruscamente nelle vicinanze di un nido di questi insetti potrebbe farci sembrare un pericolo e aumentare così le possibilità di innervosire le vespe ed essere punti.

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Un’ape legnaiola (Xylocopa violacea) intenta a succhiare il nettare da un fiore

Tra le specie che più comunemente vengono confuse con i calabroni abbiamo l’ape legnaiola (Xylocopa violacea). Si tratta di una specie di ape solitaria, che non vive in colonie e non è affatto aggressiva, ma spesso fa molto spavento perché il suo volo è piuttosto rumoroso. Trattandosi di un’ape non appartiene allo stesso gruppo di vespe cartonaie, vespe orientali e calabroni.

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Un esemplare di vespa orientale (Vespa orientalis)

Anche il bombo (Bombus terrestris), altro cugino peloso delle api, viene spesso scambiato per un calabrone, nonostante sia molto più piccolo, silenzioso e docile a confronto. Si tratta infatti di un animale praticamente innocuo per l’essere umano, fatta eccezione per i soggetti allergici alle sue punture, ed è il vero protagonista della teoria secondo la quale non dovrebbe essere in grado di volare. Com’è nato questo mito? Tutto deriva dal particolare rapporto superficie alare-massa corporea: insomma secondo qualcuno le ali del bombo sarebbero troppo piccole per sostenere in volo il suo corpo.

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Un bombo (Bombus terrestris) su un fiore

Il professor Torkel Weis Fogh, docente di zoologia dell’Università di Cambridge, già negli Anni 70 fu in grado di smentire quest’affermazione, dimostrando che le ali del bombo non sono lisce, ma presentano delle piccole increspature che producono turbolenze vantaggiose, rendendo il suo volo più facile. Le ali del bombo sono quindi, in realtà, un vero gioiello dell’aerodinamica. Inoltre, questi insetti non muovono semplicemente le ali dall’alto verso il basso, come magari possiamo immaginare, ma, al contrario, disegnando una sorta di otto, che consente loro sia di andare in avanti che di restare fermi, magari sospesi su un fiore.

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Volo stazionario in un colibrì, unici vertebrati in grado di eseguirlo

Nei vertebrati, i colibrì sono gli unici a poter fare un movimento simile e gli unici quindi a poter restare in volo stazionario, muovendo le ali a un ritmo sorprendente. Ma non sorprendente quanto quello dei bombi, che battono le ali fino a 230 volte al secondo, molto più di molti altri insetti e cinque volte più velocemente di un colibrì. Questa incredibile velocità ovviamente contribuisce, insieme alla forma delle ali e al loro movimento a otto, a rendere il bombo un volatore provetto, che quindi non viola alcuna legge fisica. Per quanto invece concerne la capacità di volo del vero e proprio calabrone (Vespa crabro) non ci sono mai stati dubbi a riguardo.

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Yuri Digiuseppe
Redattore
Classe '94, appassionato di animali e scienze sin da piccolissimo, sono un naturalista di formazione, specializzato in paleontologia e divulgazione. Mi è sempre venuto spontaneo spiegare agli altri le bellezze della natura e passare intere giornate ad osservare piante e animali di ogni tipo ovunque andassi, per poi tornare a casa e disegnarli. Vorrei contribuire ad avvicinare il pubblico all'ambiente ed essere parte di una ritrovata armonia uomo-natura, per il bene e la salvaguardia di ogni specie.
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