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24 Dicembre 2023
10:26

Chi è il kakapo e perché è il pappagallo più raro al mondo

Il kākāpō è un buffo pappagallo notturno completamente inabile al volo, notturno e che vive solo in pochissime zone della Nuova Zelanda. Al mondo ne restano solamente circa 250 individui, tutti discendenti da pochi sopravvissuti negli anni 90.

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Il kākāpō è un grosso pappagallo notturno, completamente terricolo e incapace di volare, endemico della Nuova Zelanda. È l'unica specie vivente del genere Strigops e si tratta di uno degli uccelli più unici e rari al mondo. Tutti i kākāpō rimasti, appena 247 individui nel 2023, vivono esclusivamente su poche piccole isole al largo della Nuova Zelanda e discendono tutti da una manciata di individui rimasti in vita negli anni 90.

A causa della sua totale incapacità di volare, del forte odore agrodolce e della sua inefficace strategia antipredatoria di restare immobile davanti a una minaccia, questi paffuti pappagalli sono stati per decenni facile preda di cani, gatti, ermellini e altri animali portati dall'uomo in Nuova Zelanda e tra il XIX e XX secolo la specie ha quindi subito un calo numerico drammatico avvicinandosi pericolosamente all'estinzione.

Chi è il kakapo

Il kākāpō (Strigops habroptila) è un uccello di grandi dimensioni, che può raggiungere i 64 cm di lunghezza e i 4 kg di peso. Ha un corpo robusto, con una testa grande e un becco molto potente. Il piumaggio e prevalentemente di colore verde brillante, con macchie nere e gialle. Ha abitudini notturne e arboricole e trascorre le sue giornate nascosto tra gli alberi e le rocce per poi uscire al crepuscolo per andare alla ricerca di cibo. È un animale erbivoro e si nutre principalmente di semi, foglie e frutta, di cui è particolarmente ghiotto.

È una specie tendenzialmente solitaria, ma mostra un'estrema curiosità e interesse nei confronti degli esseri umani. Oltre a essere il pappagallo più grosso e pesante del mondo è anche tra i vertebrati più longevi che si conoscono. In natura questi uccelli hanno una vita media di circa 60 anni, ma possono arrivare tranquillamente fino al secolo di vita. In questa specie, inoltre, i maschi allestiscono delle arene al suolo, chiamate lek, dove si esibiscono nel tentativo di conquistare quante più partner possibili, come fanno per esempio cervi e galliformi.

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Per attirare le femmine si gonfiano ed emettono una serie di forti richiami a bassa frequenza (chiamati boom) che possono essere ascoltati fino a 5 km di distanza. Nel periodo riproduttivo, ogni maschio può passare anche 8 ore a notte a richiamare le femmine, tutti giorni per ben tre o quattro mesi l'anno. In tutto ciò dovrà anche stare attenti a eventuali rivali, con cui dovrà eventualmente lottare ferocemente a colpi di ali, becco e artigli.

Il kākāpō possiede anche un senso dell'olfatto estremamente sviluppato, che completa il suo stile di vita notturno insieme alla vista frontale e il disco facciale simile a quello dei gufi. Una delle caratteristiche più sorprendenti del kākāpō, infatti, è il suo distinto odore agrodolce simile alla muffa che questi uccelli utilizzano per comunicare tra loro. Il forte odore, però, spesso allerta i predatori della presenza di questi uccelli, rendendoli così ancora più vulnerabili.

Dove vivono i kakapo

Il kākāpō viveva un tempo in tutta la Nuova Zelanda, ma oggi è confinato soprattutto in pochissime piccole isole remote. Le isole principali sono purtroppo ancora troppo pericolose per questi uccelli goffi e incapaci di volare, a causa della presenza di predatori alieni introdotti portati dall'uomo, come gatti, cani, volpi e altri mammiferi. La specie è stata infatti allevata, traslocata e reintrodotta più volte e in più luoghi, soprattutto lì dove erano stati rimossi tutti i predatori invasivi introdotti dall'uomo, proprio per evitare che portassero all'estinzione definitiva questo pappagallo notturno.

Ne 2023, e per la prima volta dopo tantissimo tempo, alcuni individui sono stati liberati anche al Sanctuary Mountain Maungatautari sull'isola principale del Nord, in un santuario protetto e privo di predatori racchiuso da una delle recinzioni a prova di specie aliene più lunghe del mondo. Col tempo, si spera che questa nuova popolazione possa finalmente riuscire a creare un nuovo nucleo riproduttivo per permettere a questo uccello di tornare, definitivamente, anche sulle isole principali e più grandi del paese, un tempo terra di numerosi uccelli non volatori oggi purtroppo estinti.

Quanti kakapo ci sono nel mondo?

Attualmente, nel 2023, ci sono solamente 247 individui in tutto il mondo. Questa piccola popolazione è però in aumento, grazie soprattutto agli enormi sforzi di conservazione che sono stati messi in atto negli ultimi decenni. Ogni individuo è infatti così prezioso che i ricercatori e i conservazionisti che si occupano di salvare questa specie dall'estinzione li riconoscono uno per uno per nome, poiché sono tutti marcati e costantemente monitorati.

Nel 1995 erano rimasti in tutto solamente 51 individui, di cui 50 isolati sulla piccola isola di Stewart e 1 solo proveniente dall'Isola del Sud, un maschio di nome Richard Henry, chiamato così in onore del naturalista che sul finire dell'800 si impegnò molto per salvare la specie. Tutti e 247 kākāpō di oggi discendono quindi solamente da quei 51 individui e hanno perciò un tasso di consanguineità molto alto che, tuttavia, secondo studi recenti non sembra stia intaccando al salute e il futuro della popolazione.

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Avendo però una densità di popolazione così bassa gli incontri tra maschi e femmine non sono molto frequenti. A complicare ulteriormente le cose ci si mette anche la biologia e la ricettività delle femmine. I kākāpō sono animali longevi e raggiungono quindi piuttosto tardi la maturità sessuale, all'incirca al quinto anno di età. Per di più, le femmine non si riproducono ogni anno e si accoppiano soprattutto negli anni in cui i frutti dell'albero di rimu (Dacrydium cupressinum), il cibo preferito dei kākāpō, sono particolarmente abbondanti.

Tutto ciò avviene all'incirca ogni 3 o 5 anni e solo allora, quando finalmente maschio e femmina si saranno scelti dopo un balletto nuziale di lui, lei deciderà di allestire il nido a terra e prendersi cura di piccoli, da 1 a 4. Tutto ciò significa che il paffuto pappagallo notturno possiede uno dei tassi riproduttivi più lenti tra tutti gli uccelli, ed è per questo che ha bisogno di una grossa mano per riprodursi.

Perché il kakapo è così raro?

Il kākāpō è estremamente raro per una serie di fattori combinati tra loro. In primo luogo, è un animale piuttosto lento e goffo, che è quindi facile preda per i predatori. In secondo luogo, ha un ciclo riproduttivo molto lento. Le femmine kākāpō depongono da 1 a 4 uova, che di solito si schiudono dopo 30 giornoi. I giovani rimangono poi con i genitori per diversi tempo prima di diventare indipendenti e sessualmente maturi.

Per questi e altri motivi, il kākāpō è stato gravemente colpito dall'introduzione di predatori portati dall'uomo in Nuova Zelanda. Questi predatori come cani, gatti e mustelidi come donnole ed ermellini, completamente assenti e sconosciuti per gli animali neozelandesi, hanno cacciato e ucciso molti kākāpō e hanno quindi reso sempre più difficile per la specie riprodursi in autonomia e sopravvivere.

Anche se esistono uccelli maggiormente a rischio e persino più rari, l'IUCN considera ancora In pericolo critico di estinzione questa specie che però, fortunatamente, grazie agli enormi sforzi di conservazione compiuti dal governo e dai programmi di riproduzione in cattività (come il Kakapo Recovery) si sta lentamente riprendendo sulle isole che sono state liberate dai predatori invasivi.

Pesanti, goffi, inabili al volo, i kākāpō sono una delle specie più buffe e singolari del nostro Pianeta, ma fortunatamente potremo ammirarli e prenderli in giro in maniera affettuosa (come è stato fatto più volte per l'annuale contest per eleggere l'uccello dell'anno della Nuova Zelanda) ancora per un bel po'. Tuttavia, le sfide per salvare definitivamente l'unico pappagallo che non è più in grado di volare si giocano ancora sul filo del rasoio e dovranno necessariamente passare anche per il ripristino degli habitat e per una maggiore attenzione verso gli ultimi individui rimasti in natura.

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Salvatore Ferraro
Redattore
Naturalista e ornitologo di formazione, sin da bambino, prima ancora di imparare a leggere e scrivere, il mio più grande sogno è sempre stato quello di conoscere tutto sugli animali e il loro comportamento. Col tempo mi sono specializzato nello studio degli uccelli sul campo e, parallelamente, nell'educazione ambientale. Alla base del mio interesse per le scienze naturali, oltre a una profonda e sincera vocazione, c'è la voglia di mettere a disposizione quello che ho imparato, provando a comunicare e a trasmettere i valori in cui credo e per i quali combatto ogni giorno: la conservazione della natura e la salvaguardia del nostro Pianeta e di chiunque vi abiti.
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