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27 Gennaio 2022
9:30

Perché i pappagalli parlano?

Tutti conoscono le straordinare abilità di imitazione vocale dei pappagalli. Alcune specie riescono a padroneggiare più di duemila vocaboli! Ma come mai hanno sviluppato tali caratteristiche?

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Come fanno i pappagalli a parlare? Quella di saper imitare il linguaggio umano è sicuramente una delle loro caratteristiche più famose. Ciò li ha resi animali molto amati, specialmente da pirati e corsari.

La facoltà di alcune specie di uccelli di comunicare ed esprimersi è al centro di un acceso dibattito all'interno della comunità scientifica riguardante il se abbiano anche una comprensione cognitiva della lingua. Gli uccelli mostrano vari gradi di capacità verbale: alcuni come i corvidi, sono in grado di imitare solo poche parole e frasi, mentre altre specie come molti parrocchetti del genere Melopsittacus  possono arrivare a padroneggiare un vocabolario di quasi duemila parole. Ma come mai hanno evoluto questa peculiarissima abilità?

Anatomia del linguaggio

I piccoli di alcuni uccelli imparano a comunicare vocalmente attraverso l'apprendimento sociale imitando i loro genitori, e gli altri adulti del loro gruppo, ed infatti nel corso delle generazioni varie popolazioni isolate possono generare differenti dialetti. Per poter emettere i suoni noi umani ci affidiamo all'emissione di aria dai polmoni ed alle vibrazioni prodotte dalle corde vocali, modulando infine i suoi con i movimenti della bocca. In mancanza di strutture simili alle corde vocali, gli uccelli invece si affidano ai muscoli e alle membrane della gola, in particolare la siringe, una zona dell'apparato respiratorio appena al di sotto della faringe.

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Le differenze anatomiche tra noi e gli uccelli, come la mancanza di labbra, possono comunque portare a limitazioni dei suoni emessi. D'altronde animali che invece avrebbero tutte le caratteristiche anatomiche di noi umani per poter comunicare verbalmente come molti primati, non raggiungono minimamente un livello comparabile agli uccelli in questo campo.

Alcune ricerche focalizzate su canto e apprendimento negli uccelli hanno scoperto che il cervello delle specie imitatrici è organizzato in modo simile al cervello umano per quanto riguarda l'apprendimento vocale, ed inoltre, gli stessi geni sono coinvolti nel canto e nella parola. La differenza risiederebbe nella loro "grammatica primitiva" che è abbastanza diversa dalla complessa grammatica del linguaggio umano.  Questa mancanza sarebbe tuttavia colmata da una elevata capacità mnemonica: alcuni uccelli in cattività molto longevi riescono a ripetere suoni sentiti per una sola volta anche a distanza di decenni.

Funzioni

Sono state proposte diverse teorie per spiegare le particolari abilità imitative sonore degli uccelli, ma tuttavia, queste non garantiscono una spiegazione soddisfacente sul motivo per cui il linguaggio umano venga imitato. Molte delle teorie sembrano valide solo per alcune specie a causa di particolari strutture sociali, dell'habitat e della loro ecologia comportamentale. Ecco qui di seguito una serie di teorie proposte

Riconoscimento del proprio stormo

È stato suggerito che il mimetismo (in generale) di suoni non appartenenti ad altre specie di uccelli sia semplicemente un tentativo errato di copiare i richiami specie-specifici.

In natura, stormi di pappagalli sviluppano dialetti locali distinti. La ricerca indica che gli animali li usano per distinguere i membri familiari del loro gruppo sociale da uccelli sconosciuti di altri stormi. Gli uccelli rispondono di più alle vocalizzazioni che sono familiari alle loro ed evitano gli individui che vocalizzano in un modo diverso.

Gli uccelli allevati in cattività potrebbero imitare gli esseri umani, in particolare le persone che vivono con loro, per ottenere l'accettazione come membro della famiglia. Se sentono una parola o una frase ripetutamente, potrebbero interpretarla come una vocalizzazione distinta del gruppo sociale composto da noi e loro. Quindi tentano di eseguire loro stessi la vocalizzazione per mantenere la loro appartenenza a quel gruppo. Un meccanismo di certo migliorabile per rinforzo positivo: se il pappagallo non riceve risposta quando strilla una naturale vocalizzazione della sua specie, ma riceve attenzione o cibo quando imita il linguaggio umano, ha un incentivo in più per ripetere parole e frasi umane.

Territorialità e riproduzione

Il "normale" canto territoriale degli uccelli lira è relativamente semplice e sostanzialmente diverso da quello dei suoni che imitano (che possono essere davvero complessi), compreso il linguaggio umano. Una funzione proposta per il mimetismo (generale) è che gli imitatori si sono evoluti per avere un ampio repertorio di vocalizzazioni per aumentare il loro successo riproduttivo: in alcune specie le femmine potrebbero basarsi sulle abilità imitative per scegliere i geni migliori per la propria prole.

L'uccello lira maschio, ad esempio, adorna la sua canzone con molti suoni imitati, che spesso sono i canti di altri uccelli vicini, ma la sua performance può includere clacson, motoseghe e cani che abbaiano. Se riesce ad affascinare noi, figuriamoci che effetto fa sulle femmine della sua specie!

Alcuni uccelli, come la gazza australiana, imitano solo i rumori che sentono mentre si trovano nel proprio territorio. È stato suggerito che gli uccelli con un'organizzazione sociale complessa possano sviluppare una mappa uditiva del loro territorio, oltre che visiva, e che l'imitazione faciliti questo processo.

Anti-predazione

Il mimetismo generale può aiutare un uccello a impedire che se stesso o la sua prole vengano predati. Ad esempio, la gazza australiana imita il verso del gufo che abbaia e del gufo nero, entrambi predatori dei piccoli della gazza. Ghiandaie imitano poiane e tantissime altre specie che possono incontrare in natura, spaventando le altre specie.

Le specie più "loquaci"

L'imitazione del linguaggio umano non si limita agli uccelli in cattività. Anche alcune specie che vivono a stretto contatto con gli esseri umani pur rimanendo liberi, come le gazze selvatiche australiane, gli uccelli lira e gli uccelli giardinieri possono imitare il linguaggio umano. Uccelli domestici che hanno appreso tale comportamento, se messi a contatto con individui selvatici possono "insegnare" le abilità apprese ad altri individui: questo fenomeno è stato osservato nei parchi pubblici di Sydney, in Australia, dove i pappagalli selvatici pronunciano frasi come "Hello darling!" e "Cosa sta succedendo?"

Ad oggi, sono tre gli ordini di uccelli in grado di imparare a emettere suoni completamente nuovi: uccelli canori, pappagalli e colibrì. Pare che questa abilità sia stata evoluta in maniera indipendente nelle tre linee.

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