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1 Marzo 2023
10:47

Chi deve prendersi cura del cane dopo la morte del suo umano?

Gli animali non sono considerati soggetti di diritto, e come tali non possono essere titolari di lasciti testamentari. Tuttavia, esistono altri modo per salvaguardare i cani dopo la morte del loro umano.

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Articolo a cura dell' Avvocato Salvatore Cappai
Civilista, esperto in diritto degli animali
cane cimitero

Chi deve prendersi cura del cane dopo la morte del suo umano è una domanda a cui non sempre è possibile rispondere in modo univoco. Nel caso in cui un pet mate non disponga sul punto mediante testamento, alla sua morte anche gli animali domestici diventeranno parte dell’asse ereditario e spetteranno agli eredi. Questi ultimi, di conseguenza, diventeranno proprietari* e responsabili degli stessi e saranno tenuti ad occuparsene garantendone il benessere.

Purtroppo, infatti, i cani sono ancora considerati alla stregua di cose dal nostro ordinamento, e come tali trattati anche in fase di successione.

Chi eredita gli animali dopo la morte del loro umano?

Molti pet mate, con l’avanzare dell’età, si pongono giustamente il problema di capire chi (e come) si occuperà del proprio cane o degli altri animali di casa quando loro non ci saranno più. Prima ancora di dare qualche semplice consiglio su come sia possibile assicurare l’avvenire di un cane, o qualsiasi altro animale domestico, dopo la morte dell’umano di riferimento, occorre però rispondere alla domanda: a chi va il cane in caso di morte del suo proprietario?

Ebbene, come nel caso del microchip che non fa proprietà,  anche in questo caso dobbiamo ribadire che un cane – e un animale in generale – è per il nostro diritto civile un bene mobile, un oggetto. Di conseguenza, nel caso in cui il defunto non abbia fatto testamento, anche lui, facendo parte dell’asse ereditario, spetterà agli eredi. Questi, infatti, non hanno la facoltà di accettare una parte soltanto dell’eredità e l’altra no, alcuni beni sì e il cane no.

Accettando l’eredità diverranno proprietari* e conseguentemente responsabili anche del cane del defunto, con obbligo di garantirne il pieno benessere. Se vi sono più eredi si crea una proprietà comune anche sul cane e occorrerà un accordo sulla gestione e custodia del medesimo. Se nessuno degli eredi intende occuparsi del povero animale, sarà invece necessario trovargli una nuova sistemazione mediante cessione a terze persone. Gli eredi non possono semplicemente disinteressarsi del cane. Ove lo facessero risulterebbe integrato il reato di abbandono di animali o, a seconda delle situazioni, persino quello di maltrattamento.

Come tutelare l’animale in caso di morte del pet mate?

Se si intende tutelare un cane (o un animale domestico) dopo la propria morte, il modo migliore è sicuramente quello di stabilire le condizioni della sua custodia attraverso un testamento. Come sa bene chi ha provato a fare testamento in favore del cane o del gatto, nel nostro Paese non è ammesso fare testamento direttamente in favore degli animali, in quanto questi sono privi della capacità di succedere, non essendo soggetti di diritto.

Non leggeremo mai, quindi, di gatti o cani italiani divenuti milionari in seguito alla morte dei propri amati pet mate. Ci sono però delle strade alternative che consentono di ottenere ugualmente il risultato. Queste passano per una scelta lungimirante e per un testamento. Per fare degli esempi, il testatore può stabilire un onere a carico dell’erede universale, obbligandolo, se vuole godere dell’eredità, ad accudire anche gli animali che nella stessa rientrano. Oppure, il testatore può imporre lo stesso obbligo ad un soggetto diverso dall’erede (il legatario) mediante un cosiddetto legato testamentario.

Come detto, nella realtà dei fatti queste operazioni spesso vengono compiute scegliendo come erede o legatario un’associazione di tutela degli animali. In tal modo, ove il lascito lo consenta possono essere aiutati anche tanti altri animali.

*Per questo articolo, trattandosi di aspetti tecnici inerenti la proprietà, si è dovuto derogare alla scelta – in cui Kodami crede fortemente – di non fare mai utilizzo dei termini “proprietario” di animali, o peggio ancora “padrone”, i quali possono essere sostituiti, ad esempio, da un maggiormente etico “pet mate”.

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Salvatore Cappai
Avvocato
Avvocato con la passione per la divulgazione. Mi occupo di diritto civile, con particolare riguardo ai campi della responsabilità civile, dell’assistenza alle imprese e del “diritto degli animali”. Mi sono avvicinato a quest’ultima materia circa dieci anni fa, quando ho incontrato Gaia, la mia cagnolina, che ha stravolto la mia visione sul mondo degli animali e sulla vita assieme a loro. La mia community social, nella quale da anni informo con semplicità su tematiche giuridiche, conta oltre 350.000 iscritti.
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