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13 Febbraio 2024
12:51

Caso di peste bubbonica in Oregon: l’uomo probabilmente infettato dal suo gatto

In Oregon le autorità sanitarie hanno confermato il primo caso di peste degli ultimi otto anni. L'uomo molto probabilmente è stato infettato dal suo gatto domestico, che a sua volta avrà contratto il batterio responsabile delle peste tramite contatto con roditori e loro parassiti.

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In Oregon, negli Stati Uniti, un uomo ha contratto la peste bubbonica, infezione batterica potenzialmente letale ancora oggi diffusa soprattutto in Africa, Sud America e Asia. Si tratta del primo caso confermato nello Stato negli ultimi otto anni e, secondo le autorità sanitarie locali, molto probabilmente l'uomo è stato infettato dal suo gatto domestico. L'ufficiale sanitario della contea di Deschutes, il dottor Richard Fawcett, ha detto che il gatto di casa era «molto malato» e che mostrava tutti i sintomi di un'infezione piuttosto avanzata.

Attraverso una nota lo stesso Fawcett ha anche detto che «tutti i contatti stretti del residente e dell'animale domestico sono stati allertati e che hanno ricevuto i farmaci necessari per prevenire la malattia». Il cittadino dell'Oregon è stato immediatamente identificato durante le prime fasi della malattia, il che significa che i rischi per la comunità sono relativamente bassi. Il gatto, invece, secondo alcuni media locali sarebbe invece morto a causa dell'infezione avanzata. In Oregon non si registravano casi di peste dal 2015, quando una ragazza venne contagiata durante una battuta di caccia e finì in terapia intensiva.

La peste è un'infezione di origine batterica causata dal batterio Yersinia pestis. Si tratta di una zoonosi veicolata soprattutto dal morso della pulce dei ratti (Xenopsylla cheopis), ma che può essere trasmessa anche da roditori e altri loro ectoparassiti. In Oregon sono soprattutto gli scoiattoli e le tamia il bacino principale del batterio, ma anche topi, cani della prateria e altri roditori possono trasmettere la malattia. Molto probabilmente è tramite il contatto con uno di questi roditori che il gatto è stato infettato dal batterio.

Non è infatti la prima volta che negli Stati Uniti un gatto contrae la peste. Lo scorso anno c'era stato un altro caso confermato in Wyoming e che non contagiò nessun essere umano, e un altro ancora in Colorado. Secondo i Centri Federali per il Controllo e la Prevenzione delle Malattie (CDC), durante il periodo 2011-2020 ci sono stati in media sei casi di peste umana ogni anno negli Stati Uniti. La malattia resta piuttosto rara tra gli umani, ma il batterio è abbastanza diffuso naturalmente negli Stati Uniti occidentali nelle aree in cui vivono diverse specie di roditori e i loro parassiti.

Nell'uomo i sintomi appaiono dopo circa due a otto giorni dall'esposizione e sintomi includono un'improvvisa insorgenza di febbre alta, nausea, debolezza, brividi, dolori muscolari e/o linfonodi visibilmente ingrossati chiamati bubboni, da qui peste "bubbonica". Dopo questo nuovo caso confermato, il servizio sanitario della contea ha consigliato ai residenti di evitare il contatto con roditori e loro parassiti e di tenere gli animali domestici al guinzaglio quando sono all'aperto, assicurandosi che siano protetti con prodotti antiparassitari contro le pulci, scoraggiando inoltre la caccia dei gatti all'aperto.

La peste viene solitamente associata alla peste nera e alla pandemia che uccise milioni di persone in Europa nel 1300, ma sebbene ancora oggi ci siano diversi casi in tutto il mondo – l'OMS riporta dai 1.000 ai 3.000 casi di peste l'anno – se identificata tempestivamente, un pronto e corretto trattamento con somministrazione di moderni antibiotici porta nella maggior parte dei casi alla completa guarigione.

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Salvatore Ferraro
Redattore
Naturalista e ornitologo di formazione, sin da bambino, prima ancora di imparare a leggere e scrivere, il mio più grande sogno è sempre stato quello di conoscere tutto sugli animali e il loro comportamento. Col tempo mi sono specializzato nello studio degli uccelli sul campo e, parallelamente, nell'educazione ambientale. Alla base del mio interesse per le scienze naturali, oltre a una profonda e sincera vocazione, c'è la voglia di mettere a disposizione quello che ho imparato, provando a comunicare e a trasmettere i valori in cui credo e per i quali combatto ogni giorno: la conservazione della natura e la salvaguardia del nostro Pianeta e di chiunque vi abiti.
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