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10 Gennaio 2023
10:32

Caretta legata a dei macigni e annegata: ipotesi serial killer di tartarughe a Barletta

Un'altra tartaruga Caretta caretta è stata uccisa a Barletta legandola con un masso al collo. Si teme si tratti di una punizione inflitta dalla stessa persona.

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Tartarughe Molfetta WWF

Un’altra tartaruga morta annegata con collo e pinne legate a dei macigni. Le modalità che si ripetono facendo ipotizzare l’esistenza di un killer seriale. Il Centro Recupero Tartarughe Marine del WWF di Molfetta denuncia un altro episodio, ancora una volta a Barletta, di uccisione di una Caretta caretta. Il precedente episodio era avvenuto a novembre quando l’animale era legato a un masso e gettato nel porto.

Anche questa volta l’episodio è avvenuto nello stesso posto e il fatto che anche le modalità di uccisione siano le stesse fa pensare che possa trattarsi di un gesto da attribuire alla stessa mano. A nutrire legittimamente questo sospetto è Pasquale Salvemini, responsabile del centro: «Purtroppo dobbiamo considerare altri precedenti – ha spiegato a Kodami – anche due anni fa abbiamo ritrovato, sempre su Barletta, un’altra tartaruga che era stata buttata viva all’interno di un fondo agricolo. A 2 chilometri dal mare. Lì la tartaruga non ci arriva con le pinne, qualcuno ce l’ha portata. A questo punto c’è qualcosa che non quadra a Barletta».

«Considerata la gravità della situazione, chiediamo a tutti i cittadini e soprattutto ai pescatori barlettani e non, di segnalare qualsiasi movimento sospetto, qualsiasi attività "strana" da parte di chiunque – è stato l’appello lanciato dal Centro sui suoi canali social – preghiamo tutti di non voltarsi dall'altra parte, di aiutarci a fermare questa strage assurda e insopportabile».

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I responsabili della struttura sono già in contatto con le autorità competenti e stanno procedendo con formale denuncia. Secondo i volontari è presumibile che il gesto non sia solo un macabro atto di sadismo. L’ipotesi più accreditata è che si sia trattata di una sorta di ripicca nei confronti del rettile per aver danneggiato le reti di qualche pescatore. Rimasta impigliata negli strumenti da pesca sarebbe stata trovata e punita per il danno compiuto.

Eppure proprio il Centro Recupero WWF di Molfetta in questi anni ha condotto un’opera enorme per sensibilizzare le marinerie al rispetto delle tartarughe anche in quei casi in cui questi abitanti delle acque si imbattono accidentalmente con chi lavora nel mare e con il mare. Proprio chi sfrutta le risorse ittiche dovrebbe comprendere l’importanza di salvaguardare l’ecosistema marino. E infatti i risultati sono arrivati proprio di recente ma alcune resistenze, evidentemente, remano contro un modello di pesca rispettoso e sostenibile.

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L’episodio, seppur molto diverso per specie coinvolta, fa pensare al tragico assassinio di un cane trascinato con l’auto per aver mangiato due galline. Anche lì si era trattato di una punizione. Anche lì, mutatis mutandis, l’autore del gesto aveva mostrato un tale disprezzo per la vita di un animale da essere paragonabile solo alla sua crudeltà. Con l’ulteriore differenza che, mentre in quel caso il responsabile era stato colto in flagranza di reato, per questa serie di episodi servirà il lavoro delle forze dell’ordine per individuare i colpevoli. L’auspicio è che, a prescindere dal successo delle indagini, episodi di questo genere non si ripetano più. Tanto sulla terra quanto in mare.

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Roberto Maggi
Giornalista
Sono nato a Bari nel 1985. Sono un giornalista, fotografo e videomaker. Amo raccontare storie di animali sia con le parole che con le immagini. Sono laureato in giurisprudenza e da anni seguo la cronaca locale in Puglia. Amo tutti gli animali, ma in particolar modo i gatti. Faccio spesso amicizia con loro quando viaggio con la mia moto.
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