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25 Gennaio 2024
16:43

Capre e pecore uccise da predatori nel bresciano, la Provincia: «Non sono stati i lupi, ma cani»

Le analisi genetiche smentiscono che ad attaccare un gregge in località Scarola, nel Comune di Nave, sia stato un lupo: si è trattato di uno o più cani domestici.

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Non sono stati i lupi a predare capre e pecore di un gregge che pascolava sotto il monte Maddalena, a pochi chilometri da Brescia, lo scorso dicembre. Ad attaccare e uccidere due capre, cinque pecore e quattro capretti sono stati cani, come dimostrato dalle analisi genetiche condotte sui campioni raccolti sui cadaveri degli animali.

A comunicarlo è stata la Provincia di Brescia, con una nota in cui ha spiegato che «il Comando della Polizia Provinciale di Brescia comunica che sono state concluse le analisi genetiche sui tre tamponi salivari effettuati sui capi di ovicaprini predati nella notte tra il 10 e l’11 dicembre scorso in località Scarola in Comune di Nave. Le analisi in “linea veloce” volte alla discriminazione genetica Cane-Lupo – si legge nella comunicazione – hanno determinato l’appartenenza della specie per tutti i tre tamponi in cane domestico. La predazione, in questo caso, è quindi da attribuire a uno o più esemplari di cani domestici non custoditi». Resta dunque da accertare di quali cani si tratti e chi sia l'eventuale umano di riferimento.

La precisazione da parte della Provincia di Brescia è fondamentale per fornire informazioni corrette in un periodo in cui attorno al lupo si è creato un clamore mediatico e social estremamente dannoso,  foriero anche di fake news che non fanno altro che generare allarmismi infondati. Il ritorno di questo predatore in Italia e la sua diffusione su ampie aree lo ha inevitabilmente portato più vicino alle zone urbanizzate, e negli ultimi tempi si è parlato (e polemizzato) più volte su presunti attacchi ai danni di greggi e animali domestici, e anche di esemplari considerati “confidenti”, che hanno cioè sviluppato la cosiddetta “abituazione”, una risposta comportamentale alla presenza dell’uomo (l’ultimo in ordine di tempo, il giovane lupo che ha seguito una donna con un passeggino in val di Fassa).

In provincia di Brescia il lupo è stato nuovamente avvistato, per la prima volta in modo attendibile, nel 2014, e nel 2019 è stata confermata la prima riproduzione del "Branco del Tonale", e accertata la riproduzione con avvistamento di cinque cuccioli sul versante trentino del passo. Ad aprile era stata recuperata e soccorsa una femmina in difficoltà in una centrale elettrica a Esenta di Lonato, e dunque in piena pianura, in dispersione dall’Appennino, mentre a dicembre una femmina è stat trovata senza vita dopo esser stata investita a Collio Val Trompia. Il lupo è insomma ormai una presenza stabile nell’area.

«A oggi non si ha evidenza della presenza di un branco riproduttivo di lupi nella zona della predazione, ma ciò non esclude, visto il naturale ritorno del predatore nella nostra provincia, la presenza di singoli esemplari in dispersione», sottolineano ancora dalla Provincia, che nel 2023 ha registrato 20 episodi di predazione ai danni di animali domestici: «Il lupo sta tornando naturalmente a ripopolare le Alpi e la Pianura grazie ad una grande capacità di dispersione, vedasi ad esempio il percorso effettuato dalla lupa soccorsa a Lonato, liberata in zona con radiocollare e tornata in Appennino in poco piu di 30 giorni – concludono dalla Provincia – è un carnivoro predatore opportunista, e dunque se non adeguatamente protetti, rivolge le sue attenzioni anche ad animali domestici».

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Andrea Barsanti
Giornalista
Sono nata in Liguria nel 1984, da qualche anno vivo a Roma. Giornalista dal 2012, grazie a Kodami l'amore per gli animali è diventato un lavoro attraverso cui provo a fare la differenza. A ricordarmelo anche Supplì, il gatto con cui condivido la vita. Nel tempo libero tanti libri, qualche viaggio e una continua scoperta di ciò che mi circonda.
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