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18 Luglio 2023
15:18

Cani rinchiusi in gabbie piccole e sporche per più di un anno: due denunciati in provincia di Livorno

Un Segugio Maremmano e un meticcio sono rimasti chiusi per lungo tempo all’interno dei piccoli box tra gli escrementi, alimentati solo con pane raffermo. Nelle ciotole acqua con muffa e feci di topi.

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Un 70enne e un 46enne di Castagneto Carducci, in provincia di Livorno, sono stati denunciati dai Carabinieri Forestali di Venturina Terme per abbandono di animali. Per oltre un anno hanno lasciato due cani da caccia, un Segugio Maremmano e un meticcio, chiusi in gabbie di piccole dimensioni tra escrementi e ciotole con acqua ricoperta da muffa e feci di topo. Le loro condizioni erano al limite della sopravvivenza, sono stati salvati solo grazie all’intervento dei militari impegnati nella zona del Comune di San Vincenzo in controlli per la tutela del benessere degli animali.

Al segugio e al meticcio veniva dato da mangiare solamente del pane raffermo e bevevano la stessa acqua da lungo tempo. Inoltre, le dimensioni delle loro gabbie erano ben al di sotto di quanto consentito dalla normativa di settore. Una condizione al limite date anche le alte temperature di questo periodo. I cani, una volta liberati e rifocillati, sono stati sequestrati ai due uomini e affidati al Comune di San Vincenzo per essere ricollocati all’interno del canile comunale di Scarlino.

Il destino del Segugio Maremmano e del meticcio salvati in provincia di Livorno è purtroppo all’ordine del giorno nel mondo della caccia. Capita spesso, infatti, che i cani da caccia considerati non più idonei all’attività venatoria vengano del tutto abbandonati al loro destino con il minimo necessario per la sopravvivenza e senza nessuna cura per il loro benessere. E così i canili si riempiono di cani salvati da condizioni di degrado o abbandono perché considerati non più redditizi nell’attività di caccia.

Ricordiamo che il reato di abbandono di animali è punito dall’articolo 727 del Codice Penale sia un’ammenda pecuniaria da 1.000 a 10.000 euro, sia con l’arresto fino a un anno: “Alla stessa pena soggiace chiunque detiene animali in condizioni incompatibili con la loro natura e produttive di gravi sofferenze”.

Gli articoli 544 bis e ter, invece, puniscono il maltrattamento di animali: “Chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona la morte di un animale è punito con la reclusione da quattro mesi a due anni” e “Chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona una lesione ad un animale ovvero lo sottopone a sevizie o a comportamenti o a fatiche o a lavori insopportabili per le sue caratteristiche etologiche è punito con la reclusione da tre mesi a diciotto mesi o con la multa da 5.000 a 30.000 euro”. La pena per il maltrattamento aumenta della metà se dalla condotta ne deriva la morte dell’animale.

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Pietro Zampedroni
Giornalista
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