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22 Marzo 2024
9:00

Cani adatti agli anziani: ci sono razze più indicate?

La convivenza con un cane può portare numerosi benefici agli anziani, migliorando la qualità della loro vita quotidiana e dell'umore. Ecco come scegliere il compagno canino ideale e quali razze possono essere le più adatte.

Membro del comitato scientifico di Kodami
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La convivenza con un cane può portare numerosi benefici agli anziani, migliorando la qualità della loro vita quotidiana e dell'umore generale. Questo articolo esplora i vantaggi di avere un cane come compagno, con un focus particolare su quali caratteristiche rendono un cane adatto ad una persona anziana e viceversa, come scegliere il compagno canino ideale e quali razze possono essere le più adatte, considerando diversi fattori come le dimensioni e le vocazioni generali più spiccate negli individui appartenenti ad una certa categoria, con le dovute generalizzazioni.

I benefici dei cani per gli anziani

Per prima cosa è opportuno cominciare con il chiedersi cosa significa oggi essere “anziano”. Quando si è anziani nella società attuale? E poi ci sono anziani e anziani, con vari gradi di autonomia, per esempio. Per certi versi potremmo definire “anziano” chi ha raggiunto l’età della pensione, traguardo che non è fissato in modo immutabile ma cambia: per esempio oggi in Italia l’età pensionabile è di 67 anni. Ma poi ci sono anche altri fattori da tener presenti, come lo stato di salute: una persona in buona salute a 67 anni potrebbe non essere percepito come “anziano”.

Inoltre, la percezione dell'età può anche essere influenzata dal ruolo sociale di una persona. In effetti una persona che continua a lavorare attivamente oltre l'età pensionabile potrebbe non essere considerata anziana nel contesto lavorativo. Ebbene, il concetto di anzianità non è così universale come forse saremmo portati a credere e richiede una certa contestualizzazione.

Facciamo presente che queste considerazioni hanno senso anche proprio quando stiamo pensando all’affidamento di un cane, per capire quali sono i benefici riconosciuti della convivenza per questa "vaga" categoria di persone.

La presenza di un cane nella vita di una persona “anziana” può avere un impatto positivo a livello fisico, emotivo e sociale. Dal punto di vista fisico, passeggiare con un cane ha vari riscontri positivi ben noti, fondamentali per mantenere la salute cardiovascolare e la mobilità articolare. Ora, è anche vero che una persona potrebbe dedicarsi all’attività fisica senza per forza dover vivere con un cane ma certamente avere la responsabilità del benessere di un altro individuo può fungere da stimolo, quando magari si potrebbe cedere alla pigrizia o alla svogliatezza. I cani sanno ben farsi comprendere quando hanno delle necessità e questo consente degli scambi relazionali positivi che fungono certamente da sprone.

A livello emotivo, il legame con un cane può ridurre sensazioni di solitudine e ansia, fornendo compagnia e, come accennato, un gratificante impegno nell’accudimento. In sostanza un cane offre l’opportunità di appagare l’impulso epimeletico delle persone. Per esempio, il solo fatto di nutrire qualcuno, che mostrerà chiaramente la sua gioia e apprezzamento per questo, produce un riflesso empatico che favorisce l’insorgere di emozioni positive nella persona anziana.

Socialmente i cani possono fungere da catalizzatori nelle interazioni sociali, facilitando la creazione di nuove amicizie e mantenendo attiva la vita sociale, altro aspetto da non sottovalutare, anche se ci sono dei «ma» da tenere in considerazione: non sempre infatti i cani sono ben accetti negli spazi pubblici e non sempre un cane si dimostra socievole con gli estranei o con gli altri cani, cosa che potrebbe quindi sortire l’effetto contrario alle nostre aspettative.

Teniamo presente che si parla sempre e comunque di individui, non di "strumenti atti per…": sono soggetti che agiranno nel mondo in modo unico e non protocollato che sarà anche influenzato dal rapporto con la persona di riferimento.

Come scegliere il cane per una persona anziana

Prima di tutto va considerato lo stato di autonomia della persona definita anziana, il suo stato generale di salute e il contesto sociale nel quale è inserito, ancor prima di pensare al cane adatto per lui. Se la persona anziana ha una buona rete sociale che possa aiutarlo nella gestione del cane, per esempio quando si deve assentare per cure mediche oppure quando non ha la possibilità di occuparsi del compagno canino, per esempio per le sue passeggiate magari perché in un particolare frangente è impossibilitato ad uscire di casa.

Ovviamente diamo qui per scontato che sia la persona anziana a voler vivere con un cane e ne abbia fatta esplicita richiesta: lo puntualizziamo dato che, per esperienza, possiamo dire che in alcuni casi le cose non stanno così. Il cane viene preso/regalato/affidato ad  una persona anziana in virtù del fatto che è sola, non perché lei ne abbia fatto richiesta esplicita. Il cane, lo ricordiamo, è un impegno gravoso h24 e non solo quando ne abbiamo voglia o quando stiamo bene. Un cane ha delle esigenze quotidiane inappellabili che sia Natale, Pasqua o la festa del santo patrono, che ci sia il sole o che piva a dirotto.

Inoltre bisogna anche tener presente che le persone anziane nella società moderna sono troppo spesso lasciate sole e questo è un tema importante ma non si può pensare che il cane potrà colmare questa mancanza in nostra vece, caricandolo di una tale responsabilità. Ecco che quindi la rete che circonda l'anziano diventa molto importante, sia per la persona che per il cane.

Nella scelta di un cane per una persona anziana è essenziale considerare vari fattori come il temperamento, le dimensioni, l'energia e le esigenze di cura dell'animale. È importante orientarsi su un cane che abbia un livello di energia compatibile con quello del suo compagno umano, preferendo cani più tranquilli e meno esigenti in termini di esercizio fisico e stimolazione mentale. Le dimensioni del cane sono altrettanto cruciali: per alcuni anziani, un cane di piccola taglia può essere più gestibile, mentre altri potrebbero preferire un cane di taglia media o grande per motivi di sicurezza o preferenza personale.

L’età di un cane è un fattore centrale nella scelta. Diciamolo subito e in modo chiaro: è un grave errore affidare la responsabilità di un cucciolo ad una persona anziana. Soprattutto se si parla di persone molto in là con gli anni e non del tutto autosufficienti. I cuccioli hanno tutta una serie di bisogni che per una persona anziana sono troppo gravosi e la compatibilità con i bisogni della persona, che potrebbero essere altrettanto gravosi, spesso è prossima allo zero.

Nella maggior parte dei casi anche orientarsi su un cane adolescente potrebbe essere un errore, dati i livelli di energia di cui dispone e le necessità fisiche e psicologiche proprie di quell’età turbolenta. E questo, a voler ben guardare, non ha a che fare con la “razza” o la taglia del cane, anche se ovviamente un cane di taglia molto piccola potrebbe darci l’idea di una maggior gestibilità, che non neghiamo, ma nel rispetto del suo benessere diciamo che non è detto che "gestibile" sia uguale a "felice".

Quindi propendiamo per la scelta di un cane adulto, per diverse ragioni: in primis un cane adulto ci mostra già il suo carattere e le sue propensioni e la persona anziana può stringere amicizia con lui prima di iniziare la convivenza. È inutile dire che il processo di adozione, ma anche di incontro con il cane, va facilitato e guidato da persone esperte in materia, che devono saper ben valutare sia le necessità della persona che del cane conoscendo per bene le sue caratteristiche. Troppo spesso i cani sono trattati con estrema superficialità e affidati con scarsissima professionalità.

Le razze di cani più adatte agli anziani

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Non ci sono razze adatte per gli anziani. Come non ce ne sono per i bambini, del resto. Questa affermazione può lasciare spiazzati ma pubblicizzare una razza piuttosto che un’altra come “giusta” è qualcosa che è intollerabile. Le generalizzazioni strumentali, proprie di una visione zootecnica degli animali, sono sovente alla base di maltrattamenti, abbandoni e aspettative irrealistiche che non agevolano nessuno: né le persone né tanto meno i cani.

Si potrebbe pensare, per esempio, che una razza sia più adatta di un altra perché “più docile”, ma ciò è forse sufficiente per adattarla alle esigenze di vita di una persona anziana? Negare l’individualità dei cani e categorizzarli in modo così superficiale è uno dei problemi culturali che abbiamo da affrontare oggi, di cui fanno le spese soprattutto i cani.

Con ciò non stiamo dicendo che le caratteristiche prototipiche di determinate tipologie di cani non debbano essere prese in considerazione ma alla fine è l’individuo che deve essere considerato. Inoltre aggiungiamo che una sterile valutazione a-priori non sempre è predittiva di come andranno le cose. Anzi, raramente lo è. Il legame affettivo e di amicizia che ci sarà tra un cane e il suo umano di riferimento, anziano o meno che sia, non è qualcosa di protocollabile. È un processo che può essere invece agevolato tenendo conto di tutti i complessi fattori di cui è gravido. Ma soprattutto di due fattori, sopra gli altri: la spontaneità e l’affinità che non sono cose prevedibili o “addestrabili” né nell'umano né nel cane.

Detto questo, ci sentiamo di consigliare di orientarsi – consci di tutte le generalizzazioni – sulla categoria dei cani cosiddetti “da compagnia” evitando tipologie di cani da lavoro, anche quando questi hanno caratteristiche intrinseche di grande socievolezza o rinomate facoltà intellettive. In ogni caso consigliamo vivamente le persone di rivolgersi ai numerosi Rescue che abbondano nel nostro paese se proprio la persona anziana si sente affine a certe tipologie di cani. Ecco che allora, a prescindere dall’aspetto estetico, un essere umano potrà incontrare un cane, conoscerlo, fare amicizia e scoprire possibili affinità caratteriali, come detto poc’anzi.

I cani per gli anziani devono essere educati?

L'educazione di un cane è fondamentale, indipendentemente dall'età del compagno umano. Un cane ben educato è più facile da gestire e può adattarsi meglio all'ambiente domestico e alle routine quotidiane. L'educazione dovrebbe essere incentrata su un approccio cognitivo-zooantropologico, promuovendo una relazione basata sul rispetto reciproco e sulla comprensione delle esigenze naturali del cane.

Chiariamo subito un possibile fraintendimento: quando si parla di educazione si intende ciò che ha a che fare con il carattere di un cane e non le sue competenze specifiche (istruzione e addestramento). Quindi il possibile fraintendimento è quello di credere che un "cane per anziani" debba avere particolari competenze assistenziali, ossia un particolare addestramento.

Dato che in questo articolo non parliamo di cani da “assistenza e/o terapia” per particolari categorie di fruitori (cani per disabili, cani per ciechi, eccetera) la risposta è: no, non deve avere particolari competenze ma un carattere adeguato al contesto, una buona socievolezza e flessibilità cognitiva. Sia chiaro: vale per qualsiasi cane chiamato a vivere in un contesto urbano complesso come può essere una qualunque città.

La scelta di un cane per una persona anziana deve essere ponderata attentamente, tenendo conto di diversi fattori. Un cane può arricchire notevolmente la vita di un anziano, portando gioia, compagnia e benefici per la salute. Con la scelta e l'educazione giusta, il legame che si forma tra un anziano e il suo cane può diventare una delle relazioni più gratificanti e talvolta anche terapeutiche. Il tutto però deve essere ponderato con attenzione mettendo al centro il contesto di vita della persone e le esigenze del cane, che lo ricordiamo ancora una volta, non è uno strumento atto allo svolgimento sterile di un compito che quando non serve si può riporre in un cantuccio in stand-by.

I benefici maggiori della convivenza con un cane vanno ricercati in ciò che emergerà dalla relazione che si instaurerà tra l'anziano e il suo compagno a quattro zampe non tanto alla funzione performativa a lui attribuita. L'abbassamento dello stress quando una persona accarezza un cane, il rilascio di ossitocina quando il cane e il suo umano si guardano negli occhi, i benefici cardiovascolari nel passeggiare al parco insieme, eccetera, tutte cose rilevate dalla ricerca scientifica che però ci dicono ben poco di cosa significhi vivere con un cane.

Si tratta di aspetti certo importanti ma a conti fatti poco rilevanti se la relazione con il nostro cane è pessima, insoddisfacente, utilitaristica. Non sottovalutiamo l'intensità della relazione con un cane, l'impegno nella sua gestione, le difficoltà che comunque ci saranno da superare insieme a lui raccontandoci delle favole che assecondano una diffusa tendenza alla disneyficazione degli animali e degli esseri umani. Ne va del benessere sia dell'anziano che del cane in oggetto. Proviamo ad andare oltre, ad evolvere anche da questo punto di vista.

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Luca Spennacchio
Istruttore cinofilo CZ
Ho iniziato come volontario in un canile all’età di 13 anni. Ho studiato i principi dell’approccio cognitivo zooantropologico nel 2002; sono docente presso diverse scuole di formazione e master universitari. Sono autore di diversi saggi.
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