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9 Novembre 2023
18:18

Associazioni contro i fucili che stanno uccidendo i mufloni del Giglio: un massacro senza senso

Lo urlano forte e chiaro Vita da Cani, Rete dei Santuari e Centro recupero ricci La Ninna che portano avanti da tempo la battaglia in difesa degli animali del Parco dell'Arcipelago Toscano. Sono 19 i mufloni già uccisi, la metà circa della popolazione che è ancora presente nell'isola.

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«Smettete di sparare sull'Isola del Giglio! Smettete di uccidere i mufloni. State compiendo una strage ingiustificata. Non si può decidere sempre la strada della violenza. I mufloni che vivono su questo territorio hanno un DNA unico. Revocate immediatamente la caccia di selezione». Lo urlano forte e chiaro le associazioni Vita da Cani, Rete dei Santuari e Centro recupero ricci La Ninna che avendo portato avanti da tempo la battaglia in difesa degli animali del Parco dell'Arcipelago Toscano, non accettano di veder sterminare gli individui rimasti.

«Sono 19 quelli già uccisi, la metà circa della popolazione che è ancora presente nell'isola», dice la presidente dell'associazione Vitadacani e coordinatrice della Rete dei santuari di animali liberi, Sara d'Angelo che contesta «il modo spregevole che il Parco dell'Arcipelago Toscano ha trovato per riuscire nel suo obiettivo, quello di eradicare i mufloni senza farlo direttamente» ma usando come complice «la Regione Toscana che ha agevolato il compito mandando i cacciatori. Per questo, se non fermerà il massacro, denunceremo oltre al presidente dell'Ente Parco anche il  governatore della Regione Toscana Giani per disastro ambientale».

Quello che le associazioni ritengono più assurdo, è che i decisori di questa carneficina facciano finta di non sapere dell’esistenza di studi e di recenti scoperte scientifiche che evidenziano l’unicità dal punto di vista genetico di questa specifica popolazione, soltanto per prendere i soldi dell’Unione europea concessi sulla base del progetto LETSGO GIGLIO, Less alien species in the Tuscan Archipelago, che avrebbe l’obiettivo di tutelare gli habitat e le specie autoctone. Ovviamente le associazioni chiedono di revocare immediatamente la caccia di selezione: «È incredibile come tutto ciò che sta succedendo negli ultimi mesi nasca da un medesimo sistema oppressivo e repressivo. Non è il mondo che vogliamo».

La decisione di eradicare la popolazione locale di mufloni è stata presa da tempo, esattamente dopo che, portati intorno agli anni 50 sull’isola dalla Sardegna per motivi di conservazione, visto che la popolazione stava praticamente estinguendosi, venne ritenuta una specie invasiva. Una “invasività”, però, molto diversa da quella delle specie alloctone recenti che provengono proprio da altri continenti.

Ma nonostante questo, l’estraneità dei mufloni rispetto alla fauna endemica del Giglio scatenò, circa una decina di anni fa, un acceso dibattito in nome della tutela della biodiversità, non ancora concluso come si vede, che nel frattempo però portò a decidere, troppo frettolosamente per la loro eradicazione. Evidentemente l'operazione, fin dal suo inizio, non fu gestita in maniera corretta, gli animali arrivati vennero abbandonati sul territorio senza nessun progetto specifico, ora però questi esseri viventi esistono e se di problema si tratta, va senz’altro affrontato, magari anche questa volta in maniera più etica.

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Simona Sirianni
Giornalista
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