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21 Febbraio 2023
10:06

Le maschere di Carnevale del regno animale

Siamo nella settimana di Carnevale e come ogni anno rispolveriamo le antiche tradizioni legate alla Commedia dell'Arte. Queste maschere, però, esistono anche in natura, con colori appariscenti e fantasiosi pattern. Scopriamo insieme tutti gli animali legati a nome della tradizione carnevalesca italiana.

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Oggi 21 febbraio è Martedì Grasso, ultimo giorno di Carnevale, un periodo di feste, travestimenti, colori e scherzi che la tradizione italiana incarna in figure folkloristiche regionali: le maschere della Commedia dell'Arte. E il regno animale, con i suoi colori sgargianti  è ricco di animali con nomi dedicati ai "personaggi" più noti: del resto i nomi scientifici e comuni sono spesso associati a caratteristiche anatomiche evidenti.

Pulcinella di mare

Il più famoso animale di questo originale elenco è il pulcinella di mare (Fratercula arctica) un uccello della famiglia delle Alche (Alcidae) diffuso lungo le coste dell'Atlantico Settentrionale. In inverno migra per centinaia di chilometri ed è possibile avvistarlo, seppur raramente, anche nel Mediterraneo.

È facilmente riconoscibile per via del suo becco triangolare, piatto e molto grande se visto di lato, molto sottile se visto di fronte, di colore rosso, giallo e blu. Le guance sono grigie, la parte superiore è nera e quella inferiore è bianca. Le zampe sono di colore di un arancione acceso. Per il grosso "naso" e per il suo piumaggio bianco e nero, il suo nome comune è un chiaro omaggio alla celebre maschera napoletana.

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Goffi sulla terraferma e in volo – le ali sono molto corte per cui le battono molto velocemente, fino a 300-400 battiti al minuto – ma agilissimi tra le onde, i pulcinella di mare sono dei pescatori provetti.

Sebbene tutti o quasi conoscano la specie artica, meno note sono invece le altre due specie di pulcinelle.

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Pulcinella dal corno

Il pulcinella dal corno  (Fratercula corniculata) è diffuso nel Pacifico, tra Russia, Giappone ed Alaska. Dal becco più chiaro e meno "sgargiante", gli adulti di questa specie hanno un evidente escrescenza verticale sull'occhio, quasi a ricordare (che coincidenza!) un "cornetto" nero della tradizione partenopea.

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Particolare del volto di un pulcinella dal corno

La terza specie di pulcinella è il pulcinella dai ciuffi (Fratercula cirrhata) anch'esso diffuso nelle fredde acque del Pacifico settentrionale. la particolarità evidentissima di questa specie sono i due ciuffi piumacei ai lati della testa presenti negli adulti di entrambi i sessi, a ricordare una sorta di capigliatura.

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Come per gli altri alcidi, le ali sono relativamente corte e adatte per le immersioni, il nuoto subacqueo e la cattura di prede piuttosto che planare, cosa di cui sono incapaci. Di conseguenza, hanno muscoli carenali spessi e scuri, ricchi di mioglobina e adattati per una cadenza del battito d'ali veloce e aerobicamente faticoso. Gli esemplari di questa specie raggiungono i 35 centimetri di lunghezza e possono pesare 750 grammi e sono quindi tra i tre pulcinella, quelli più grandi. Che dite, non ha un aspetto decisamente carnevalesco?

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Particolare della testa di un pulcinella dai ciuffi

Gli Arlecchini del regno animale

Il nome più sdoganato nel regno animale che riguarda le maschere della tradizione italiana è sicuramente Arlecchino, un soprannome in effetti piuttosto comune in natura. Abbiamo arlecchini in praticamente qualsiasi gruppo animale, dagli insetti ai crostacei, dai mammiferi ai pesci e le rane.

Gamberi e granchi arlecchino

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Guardate questi due crostacei. Bellissimi, vero? Si tratta del granchio (Lissocarcinus orbicularis) e del gambero arlecchino (Hymenocera picta) due specie di sgargianti crostacei diffusi nell'Oceano Indiano e Pacifico. Hymenocera è lungo circa 5 centimetri di lunghezza, vive in coppia e si nutre esclusivamente di stelle marine. Sembra preferire le stelle marine più piccole e sedentarie, ma poiché generalmente non sono sufficientemente numerose per i loro bisogni, attaccano comunemente le stelle marine corona di spine (Acanthaster planci), di certo non facilissime da consumare.

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Il piatto preferito del gambero arlecchino: una stella marina corona di spine

Il granchio arlecchino invece viene anche chiamato granchio cetriolo di mare: questa specie ha una relazione commensalistica con alcuni echinodermi oloturie, o cetrioli di mare. Può essere trovato all'interno della cavità intestinale o vicino ai tentacoli orali e all'ano delle specie di cetriolo di mare Holothuria whitmaei, Actinopyga obesa e più comunemente Holothuria atra.

Coleotteri arlecchino

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Il coleottero arlecchino (Acrocinus longimanus) è un coleottero tropicale della famiglia dei cerambicidi originario di centro e sud America, dal Messico meridionale all' Uruguay. Il coleottero arlecchino si nutre di linfa e riceve questo nome a causa del suo elaborato motivo di segni neri, rossi e giallo verdastri che adornano l'esoscheletro di entrambi i sessi. Il nome specifico longimanus è una parola latina che si riferisce alle lunghissime zampe anteriori dei maschi, che di solito sono più lunghe dell'intero corpo del coleottero. Da adulto, la specie è molto grande, con un corpo che può misurare quasi 76 millimetri di lunghezza. È anche famoso per il trasporto di minuscoli pseudoscorpioni (ordine Pseudoscorpionida) come forma di foresia, un tipo di interazione tra due specie in cui una viene trasportata da un'altra.

Questo coleottero mostra un grande dimorfismo sessuale, cioè i maschi e le femmine sono morfologicamente diversi. I maschi hanno corna cefaliche usate in combattimento che sono poco sviluppate o assenti nelle femmine, e mandibole allargate, oltre a lunghissime zampe anteriori.

Conigli arlecchino

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Passiamo ora ai vertebrati. Il coniglio arlecchino è una razza di coniglio domestico di origine francese. Prende il nome dalla sua livrea a bande chiare e scure.

Moretta arlecchino

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Maschio di moretta arlecchino

Tra gli uccelli, la moretta arlecchino (Histrionicus histrionicus) è un'anatra marina che, come tutte le anatre, presenta maschi adulti dal piumaggio particolarmente elegante e vistoso. D'altronde il suo nome scientifico è un ridondante riferimento teatrale: istrione è un attore che indulge ad una recitazione enfatica, volta a suscitare plateali emozioni.

Rane velenose arlecchino

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Le foreste equatoriali di tutto il mondo sono piene di specie di rane dai colori sgargianti, ma solo una è associata alla celebre maschera carnevalesca. La rana velenosa arlecchino, nota anche come rana dardo arlecchino (Oophaga histrionica), è una specie di rana dardo endemica della regione di Chocó, nella Colombia occidentale. Questa rana si trova normalmente nel sottobosco delle foreste pluviali tropicali, tra rami e foglie cadute.

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La rana velenosa arlecchino ha delle gamme di colori estremamente vari chiamati morph, che differiscono da una valle all'altra nel suo areale nativo. Tutte le rane mostrate qui appartengono alla stessa specie.

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Dei morph di colore, il colore di base può essere da trasparente a opaco arancione, giallo, rosso, bianco o blu. Il motivo del disegno varia da linee piccole a linee grandi o maculate, linee incomplete ma sono state osservate anche rane completamente nere con solo pochi punti coloratissimi. Le diverse popolazioni dei vari morph possono anche vivere vicinissime le une alle altre su pendii adiacenti.

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Avrete sicuramente notato che anche questa specie porta nel suo nome scientifico un riferimento ad istrione, ma è divertente notare che il riferimento teatrale ha "sposato" poi anche la sua seconda caratteristica, la velenosità. O. histrionica, insieme ad un'altra specie tropicale purtroppo estinta, O. speciosa, produce cardiotossine note come istrionicotossine. Questi composti tossici agiscono come potenti antagonisti  dei recettori nicotinici dell'acetilcolina, bloccando l'attività neuronale. I popoli indigeni del sudamerica utilizzavano il veleno di questi anfibi e di altre specie per produrre dardi mortali da utilizzare nella caccia e nelle battaglie.

Ma questo venefico meccanismo difensivo purtroppo non può proteggerla dagli sconvolgimenti antropici: è in corso la distruzione del suo habitat naturale e la IUCN ha elencato questa specie come "in pericolo critico".

Pesci arlecchino

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Eccoci infine ai pesci. La rasbora arlecchino (Trigonostigma heteromorpha) è un pesce d'acqua dolce appartenente alla famiglia Ciprinidi. È una specie endemica dell'Asia sudorientale dalla Thailandia fino all'isola indonesiana di Sumatra e abita i ruscelli della foresta pluviale.

Il colore generale del corpo è rossastro, violaceo o arancio con una grande macchia nera di forma grossolanamente triangolare nella parte posteriore del corpo. La linea laterale è molto breve e limitata alla parte immediatamente posteriore all'opercolo. Misura fino a 5 cm di lunghezza.

Ma anche un'altra specie della stessa famiglia è chiamata in modo simile: stiamo parlando dello squalo arlecchino. Uno squalo nella famiglia dei pesci ossei ciprinidi? Si, certe volte i nomi comuni possono trarre in inganno, quasi come se fosse uno scherzo carnevalesco.

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Lo squalo arlecchino (Labeo cyclorhynchus) è un pesce d'acqua dolce dell'Africa centrale che non ha niente a che vedere con i pesci cartilaginei, se non il nome.

Colombina

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Il carnevale enfatizza tanto i contro sensi e lo scambio di ruoli. D'altronde ci si traveste proprio per "indossare i panni" di qualcun'altro, no? In quest'ottica è interessante notare come anche per quanto riguarda i nomi, c'è un personaggio che invece di donare il proprio nome ad un animale, l'ha invece ricevuto da esso. Stiamo parlando di Colombina, un personaggio femminile veneziano. Colombina è una "graziosa servetta" di cui Arlecchino è innamorato, nonostante sia oggetto delle bramose attenzioni del padrone Pantalone. Bene, anche il suo nome, insieme al candore delle sue vesti, sono un chiaro riferimento ad una colomba bianca (Columba livia) simbolo della purezza femminile.

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