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6 Settembre 2021
15:49

Antibiotici umani vietati agli animali: l’appello dei veterinari per fermare la legge europea

Da metà settembre potrebbe andare in vigore una legge europea che vieta l’utilizzo di alcuni antibiotici per la cura degli animali. La proposta è stata fatta da un eurodeputato del gruppo dei Verdi al Parlamento europeo e ha l’obiettivo di ridurre l’impiego di antibiotici, per limitare l’antibiotico-resistenza. Il rischio è però quello di non poter curare alcune delle più comuni malattie degli animali d'allevamento, condannandoli a morte.

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Professore universitario di Fisiopatologia veterinaria
Articolo a cura del Dott. Giuseppe Borzacchiello
Medico Veterinario e Professore universitario, esperto di patologia animale
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L’allarme è molto serio. Da metà settembre potrebbe andare in vigore una legge europea che vieta l’utilizzo di alcuni antibiotici per la cura degli animali. Sarebbe una carneficina. Gli antibiotici sono farmaci utilissimi per combattere malattie infettive che altrimenti possono uccidere.

La commissione salute e ambiente dell’Unione Europea ha infatti dato un parere su quali antibiotici somministrare esclusivamente all’uomo. Purtroppo, nonostante il parere negativo di moltissime società scientifiche, è passato un parere che esclude alcuni antibiotici dall’impiego in veterinaria: fluorochinoloni, cefalosporine di terza e quarta generazione, polimixine e macrolidi. Se a metà settembre il parlamento Europeo dovesse approvare votando a favore sarebbe una vera e propria catastrofe per gli animali da compagnia e da reddito, visto che si esclude anche la possibilità di cura del singolo animale. Eppure moltissime malattie infettive ad eziologia batterica vengono curate con questi farmaci che hanno salvato migliaia di vite animali.

Ma come è possibile che si è arrivati a questo punto?

La proposta di mettere al bando alcuni farmaci per uso negli animali è stata fatta da un eurodeputato del gruppo dei Verdi al Parlamento europeo ed ha l’obiettivo di ridurre l’impiego di antibiotici per limitare l’antibiotico-resistenza. Questo fenomeno può comparire perché i batteri, che si moltiplicano velocemente, possono in qualche modo “mutare” e diventare resistenti a quel farmaco che quindi non funziona più. I batteri che manifestano resistenza agli antibiotici possono poi direttamente o indirettamente passare dagli animali all’uomo. Certo il problema esiste e non va sottovalutato, ma l’impiego di antibiotici per uso umano in veterinaria è oramai bassissimo e il loro impiego è razionalizzato e controllato soprattutto negli allevamenti. Tant’è che l’uso di antibiotici per la cura degli animali si sta riducendo progressivamente. Inoltre, l’antibiotico-resistenza è dovuta anche ad uno eccessivo e sconsiderato in medicina umana, ma quest’aspetto non viene menzionato.

Quali sono i rischi e i pericoli se passa la legge europea?

I pericoli che derivano dall’approvazione sono innanzitutto relativi alla salute animale. I medici veterinari non potranno più curare con questi farmaci alcune delle più comuni malattie degli animali d’allevamento quali mastiti (infiammazione della mammella) e/o metriti (infiammazione dell’utero) che si diffonderanno sempre di più anche con la conseguenza di un numero maggiore di animali che verranno mandati al macello perché incurabili. E ciò cozza contro una legislazione sempre più attenta alla salvaguardia e benessere degli animali in quanto esseri senzienti. Inoltre, un’altra conseguenza è sulla salute umana visto che alcune di queste malattie sono zoonosi e dunque più facilmente, se non curate, trasmissibili all’uomo.

Insomma, potrebbe verificarsi una catastrofe con buona pace della dottrina One Health, ovvero la salvaguardia della salute uomo-ambiente- animale. Per questo gli appelli in rete si moltiplicano e l’Associazione Nazionale Medici Veterinari ha proposto la firma di un petizione per evitare l’approvazione della mozione.

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Giuseppe Borzacchiello
Professore universitario di Fisiopatologia veterinaria
Sono professore universitario di ruolo presso il Dipartimento di Medicina veterinaria e Produzioni animali dell’Università degli studi di Napoli Federico II e titolare della cattedra di Fisiopatologia degli animali domestici. Ho insegnato in diverse Università italiane, corsi di perfezionamento e master universitari. Appassionato di animali e di cani in particolare, mi occupo da oltre vent’anni di ricerca scientifica nel campo della patologia spontanea degli animali domestici e di tematiche inerenti l’oncologia comparata.
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