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4 Aprile 2024
17:26

Andrà a processo l’uomo che massacrò di botte e affogò il suo cane

Andrà a processo l'uomo che massacrò di botte e affogò il suo cane nel 2021. L'uomo infatti è stato rinviato a giudizio dal Tribunale Penale di Palermo per il reato di uccisione di animale. Il cane, per il trattamento che ha ricevuto è stato soprannominato Jesus dai volontari animalisti.

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Andrà a processo l'uomo che massacrò di botte e affogò il suo cane Jesus nel 2021. L'uomo infatti è stato rinviato a giudizio dal Tribunale Penale di Palermo per il reato di uccisione di animale.

Era l'agosto del 2021 quando l'uomo uccise, massacrandolo di botte ed affogandolo, il proprio cane, un Pitbull di soli due anni affettuosamente ribattezzato Jesus dal mondo degli attivisti, proprio in ragione delle pene subite da parte del suo umano di riferimento.

L'udienza è fissata per il prossimo ottobre 2024. La vicenda suscitò, per efferatezza e crudeltà, profondo dolore in tutta Italia, tale da sfociare in una serie di fiaccolate organizzate in memoria del cane, similmente a quanto avvenuto recentemente per il cane Aron, bruciato vivo a Palermo.

«La notifica del decreto di citazione a giudizio del carnefice di Jesus notificato in data odierna è un altro passo avanti lungo il percorso verso una vera e piena tutela degli animali», ha commenta l'avvocata Giada Bernardi che all'epoca dei fatti presentò la denuncia per conto di dieci associazioni Animaliste: Zampe che danno una mano ODV, A.D.A, Zampa Siciliana Onlus, AnimAlista ODV, Balzoo Sezione Palermo, C.A.A. Sicilia, I Canuzzi di Marzia e Maria Onlus, Crazy Cats, SOS Primo Soccorso Cani e gatti e Un'Atto d'Amore.

«Le crudeltà commesse nei confronti degli animali – ha aggiunto Bernardi – sono, purtroppo, ancora all'ordine del giorno. Per contrastarle è assolutamente necessario denunciare. Sempre. Solo così le decisioni a favore della tutela animale, già oggi numerosissime, potranno essere sempre più numerose, permettendo di arrivare al tanto auspicato e da tempo immemore richiesto inasprimento delle pene per chi gli animali maltratta e/o abusa».

Purtroppo, anche se il reato di uccisione di animali prevede la reclusione «da quattro mesi a due anni» coloro che commettono questo grave reato non finiscono mai in carcere. Il principale problema è che le pene sono ancora troppo blande, e la legge per inasprirle è ancora ferma in Parlamento.

La Lega ha demolito i capisaldi della proposta di legge n. 30 per l'inasprimento delle pene per i reati contro gli animali. La pdl è sparita dal calendario degli ordini del giorno della Camera e la discussione è stata spostata al 22 aprile, rimandando così ancora una volta il confronto parlamentare. A ritardare nuovamente l'iter legislativo è anche l'assenza dei pareri del Governo sugli emendamenti ma che stentano ad arrivare. Non sono stati fatti significativi passi avanti nonostante la proposta sia ferma in Commissione Giustizia alla Camera da quasi un anno.

Giornalista per formazione e attivista per indole. Lavoro da sempre nella comunicazione digitale con incursioni nel mondo della carta stampata, dove mi sono occupata regolarmente di salute ambientale e innovazione. Leggo molto, possibilmente all’aria aperta, e appena posso mi cimento in percorsi di trekking nella natura. Nella filosofia di Kodami ho ritrovato i miei valori e un approccio consapevole ma agile ai problemi del mondo.
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