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9 Dicembre 2022
9:00

Allergie alimentari nel gatto: sintomi, cure e consigli sull’alimentazione

Le allergie alimentari nei gatti sono sempre più comuni e vengono generalmente raggruppate insieme alle intolleranze in macro-categoria chiamata Reazione Avversa al Cibo (RAC). I principali sintomi sono prurito, vomito, diarrea o al contrario stipsi. Vediamo quali possono essere le cause, come diagnosticarle e cosa dare da mangiare a un gatto allergico.

Membro del comitato scientifico di Kodami
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Le allergie e le intolleranze alimentari nei gatti sono sempre più comuni e vengono generalmente raggruppate in una macro-categoria chiamata Reazione Avversa al Cibo (RAC). Anche se la sintomatologia può variare molto, i gatti che soffrono di allergie o intolleranze alimentari hanno prurito, accompagnato talvolta a sintomi come vomito, diarrea o al contrario stipsi.

Se vogliamo dare dei numeri, possiamo dire che un 3-6% dei gatti con una malattia cutanea ha una allergia alimentare, ma la probabilità sale fino ad un 20% se il gatto ha prurito. Non sembra esserci una particolare predisposizione di sesso o età, anche se l’età media a cui viene fatta la diagnosi è di 4 anni.

Anche sulla predisposizione di razza non abbiamo dati molto chiari: il gatto Siamese e il Birmano sembrano essere colpiti con maggiore frequenza. In generale, se un gatto ha un parente con reazione avversa al cibo è più probabile che ne soffra anche lui/lei avendo spesso una familiarità.

Sintomi delle allergie alimentari nel gatto

La sintomatologia delle reazioni avverse al cibo nel gatto è estremamente varia. Il sintomo comune a tutti i gatti allergici ad un alimento è quello del prurito, talvolta generalizzato a tutto il corpo, nella maggior parte dei casi localizzato alla zona della testa e del collo. Anche se il gatto con reazione avversa al cibo può arrivare a ferirsi in modo grave nel tentativo di grattarsi, non sempre questo segno è presente e il prurito può essere lieve.

Altri sintomi possono essere un pelo estremamente diradato sulla pancia o in altre zone corporee (fianchi, arti posteriori o anteriori), chiamata alopecia autoindotta: il gatto letteralmente si porta via il pelo leccandosi la zona fino allo sfinimento con la sua linguetta ruvida.

Oltre a questi due sintomi possiamo avere anche piccoli puntini rossi in diverse zone cutanee, accompagnati o meno da ferite da grattamento. Anche gli occhi a volte soffrono, a causa di congiuntiviti.

Infine, il gatto può presentare anche sintomatologia gastro-intestinale, soprattutto vomito, diarrea o stipsi.

Purtroppo tutti questi sintomi non sono caratteristici solo delle allergie di origine alimentare nel gatto e per questo può essere particolarmente complesso fare diagnosi.

Cause delle allergie alimentari nei gatti

Il meccanismo preciso che dà il via alle allergie alimentari nel gatto non è chiaro al momento, ma si presuppone che sia simile a quanto avviene nel cane e nell’uomo. Probabilmente il sistema immunitario del gatto, per svariate ragioni, fra cui anche quelle genetiche, inizia ad avere una reazione eccessiva verso alcuni alimenti, considerandoli come “nemici”.

Questa reazione avviene in particolar modo verso le proteine che compongono la dieta, per cui è statisticamente molto più probabile che un gatto si allergizzi verso un tipo di carne o pesce. Eppure, non dobbiamo dimenticare che sono presenti proteine anche all’interno di cereali e legumi, per cui anche questi possono essere i colpevoli.

Per il gatto gli allergeni più comuni conosciuti al momento sono il manzo, il pesce e il pollo.

Differenze fra allergie e intolleranze alimentari

La differenza fra allergie e intolleranze è generalmente nel coinvolgimento o meno del sistema immunitario. Nel caso delle allergie infatti, nel gatto come in altre specie, il sistema immunitario si attiva scatenando delle risposte anche a distanza, lontano dall’intestino, dove avviene il contatto con l’allergene alimentare. Per questo vediamo appunto prurito a livello cutaneo.

Le intolleranze invece sono in genere risposte non mediate dal sistema immunitario e quindi maggiormente localizzate all’intestino. Ad esempio: un gatto adulto non ha la possibilità di produrre enzimi lattasi, in grado di scindere lo zucchero lattosio presente in latte e latticini. Per questo possiamo dire che il gatto è intollerante al lattosio e potrebbe avere diarrea, flatulenza o vomito se mangia latticini.

Come si diagnosticano le allergie nel gatto

Per diagnosticare una allergia alimentare nel gatto ci vuole prima di tutto molta pazienza da parte del pet mate e un buon lavoro di squadra con il proprio Medico Veterinario. Non esistono infatti al momento prove o test di laboratorio che ci possano dire con certezza quali sono gli alimenti a cui il nostro gatto è allergico.

Inoltre come abbiamo visto la sintomatologia di allergia alimentare è molto ampia e potrebbe essere comune anche ad altre patologie! Per questo, dopo una visita dermatologica ben specifica, il vostro Medico Veterinario comincerà lavorando per esclusione, ovvero depennando una per una le altre possiibli cause di prurito e della sintomatologia che presenta il vostro gatto.

Di questo processo di “esclusione” (o conferma, ovvio) di diverse cause, fanno parte anche le prove alimentari. In questo caso vi verrà chiesto di somministrare al vostro gatto per un periodo minimo di 3 settimane, fino ad un massimo di 8 settimane, un alimento ipollargenico, scelto secondo i suoi gusti. Potreste fare quindi una prova dietetica con l’alimentazione fresca (considerata la migliore dai dermatologi veterinari), se il vostro gatto lo concede. Oppure, se il vostro micio è abituato al commerciale, vi verrà chiesto di dare alimenti specifici commerciali ideati per questo percorso diagnostico.

Le allergie alimentari si possono curare?

Mi viene spesso chiesto se le allergie alimentari del gatto si possano curare. È davvero difficile rispondere a questa domanda in modo sicuro, perché purtroppo sul gatto ci mancano molti dati. In linea di massima, dobbiamo dire di no, le allergie vere e diagnosticate non sono curabili. Una volta che il sistema immunitario del gatto ha “preso in antipatia” un alimento, è probabilmente impossibile fargli cambiare idea.

Nonostante questo, diversi studi recenti in umana ipotizzano processi di riduzione della reazione allergica, anche tramite introduzione graduale degli allergeni, in grado di creare una tolleranza immunologica. Lavorare sul microbiota intestinale del gatto potrebbe essere la chiave vincente in questo senso. Ma, dobbiamo dirlo, per ora tutto questo è assolutamente ipotetico. Il modo migliore di agire è quindi quello di eliminare per sempre l’allergene individuato dalla dieta del vostro gatto.

Cosa dare da mangiare ad un gatto allergico

Possiamo dare da mangiare al nostro gatto allergico tutto ciò che non è un allergene per lui/lei. Magari sembrerà un’ovvietà quanto appena detto, ma vi assicuro che non lo è. Nella maggior parte dei casi infatti, quando si opera la diagnosi di allergia alimentare in un gatto, si somministra poi per tutta la vita un solo alimento, ipoallergenico, spesso con proteine idrolisate. Questa è certamente una possibile strategia: dare proteine idrolisate (ovvero come fossero pre-spezzettate), evita il riconoscimento dell’allergene da parte del sistema immunitario e evita quindi la reazione allergica.

Eppure, questo iter potrebbe non essere il più adeguato nel lungo periodo. Sappiamo infatti che le allergie dipendono soprattutto da una reazione eccessiva del sistema immunitario del soggetto. Togliere tutti i possibili allergeni quindi in qualche modo preserva sì dalle reazioni, ma è come se togliesse “allenamento” al sistema immunitario, che potrebbe diventare quindi sempre meno tollerante.

Il mio consiglio quindi per un gatto allergico è di scegliere fra un cibo ipoallergenico con proteine idrolisate (o comunque privo di allergeni), oppure al contrario di farsi aiutare da un Medico Veterinario esperto in Nutrizione che possa impostare una dieta fresca e variata. In questo caso, la dieta sarà sì priva di allergeni, ma la variabilità punterà a mantenere allenato il sistema immunitario, aiutando il gatto a rimanere in salute.

Le informazioni fornite su www.kodami.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra il paziente ed il proprio veterinario.
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Maria Mayer
Veterinaria esperta in nutrizione del cane e del gatto
Sono laureata in Medicina Veterinaria ed ho conseguito un dottorato di ricerca riguardo l’utilizzo delle medicine non convenzionali negli allevamenti biologici. Il mio percorso di studi comprende, fra l’altro, un Master di II livello in Nutrizione del Cane e del Gatto e un secondi in PNEI e Scienze dalla Cura Integrata.
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