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20 Novembre 2023
18:33

Agli elefanti artisti piace davvero dipingere?

Gli elefanti che dipingono ottengono sempre molto successo tra il pubblico e sui social. Questa attività controversa, frutto di addestramento, viene anche proposta spesso come una forma di arricchimento ambientale in cattività. Ma è davvero così?

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Gli elefanti sono animali straordinariamente intelligenti e in grado di eseguire comportamenti cognitivamente molto complessi, mettendo in mostra abilità un tempo considerate prerogativa esclusiva della nostra specie e di pochi altri animali, come le grandi scimmie. Questi enormi mammiferi sociali mostrano per esempio comportamenti associati al dolore e al lutto, sono dotati di grandi capacità di apprendimento e imitazione, si chiamano tra loro per nome, utilizzano strumenti e dimostrano di provare empatia e autocoscienza.

Alcuni elefanti tenuti in cattività o nei rifugi hanno persino imparato a dipingere usando la loro proboscide, una capacità che stupisce e ottiene sempre enorme successo tra il pubblico e, chiaramente, anche sui social, dove ci sono numerosi video ciclicamente virali che raccontano delle grandi capacità artistiche di questi pachidermi come di un importante arricchimento ambientale che può persino favorire il loro benessere. Ma sarà davvero così? Dipingere è davvero un'attività positiva per gli animali come si può essere portati a credere?

Per lungo tempo gli scienziati si sono chiesti se il fenomeno degli elefanti pittori sia una cosa "buona", "cattiva" o una via di mezzo, anche perché questo tipo di attività vengono spesso promosse e favorite anche da associazioni e rifugi che si occupano di raccogliere fondi – spesso anche attraverso la vendita dei dipinti – da destinare poi alla tutela e alla conservazione in natura degli elefanti. Nonostante ciò, si tratta però di una forma di arricchimento ambientale considerata comunque parecchio controversa e di dubbia utilità per il benessere degli animali, sia per come viene insegnata agli elefanti ma anche e soprattutto per come talvolta viene sfruttata.

Innanzitutto, gli elefanti coinvolti sono quasi sempre quelli asiatici (Elephas maximus), molto più mansueti e addestrabili dei cugini africani e soprattutto parecchio più diffusi (e talvolta purtroppo sfruttati) in cattività, in particolare in alcuni paesi asiatici. Considerando le loro incredibili capacità, è lecito pensare che questi animali potrebbero avere una naturale propensione a una sorta di espressione artistica, come del resto hanno già dimostrato di avere anche alcune grandi scimmie antropomorfe, come per esempio gli oranghi. Tuttavia, il modo in cui vengono addestrati gli elefanti per dipingere in cattività è sicuramente uno degli elementi più controversi da cui partire.

In alcuni casi, infatti, i pachidermi artisti, parecchio diffusi per esempio in Thailandia, vengono addestrati con metodi coercitivi e tenuti in condizioni lontane anni luce da quelle "naturali". Questo, evidentemente, causa enorme stress e ansia negli animali obbligati tratteggiare col pennello su una tela, che possono portare a comportamenti negativi e autolesionistici legati all'aggressività. Ciò accade perché molto spesso, purtroppo, questi animali artisti vengono sfruttati come fonte di attrazione per i turisti, un fenomeno purtroppo ancora troppo diffuso in alcuni paesi come India, Sri Lanka, Nepal e appunto Thailandia.

In altri casi, però, gli elefanti vengono addestrati con metodi non coercitivi, come per esempio il rinforzo positivo. Ciò accade per esempio nei cosiddetti santuari etici o in alcuni contesti di cattività come gli zoo, dove la pittura viene proposta come arricchimento ambientale per favorire un ambiente più stimolante e piacevole per gli animali, che non sono quindi costretti a dipingere perché obbligati, ma possono farlo con maggiore libertà e possibilità di scelta. È quindi non semplice stabilire con certezza se gli elefanti che dipingono siano sfruttati oppure no, occorrerebbe valutare caso per caso e conoscere l'origine e le condizioni in cui gli animali vengono tenuti e invogliati a farlo.

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Ma anche lì dove gli animali non vengono sfruttati o qualora siano stati salvati e ospitati in santuari o rifugi, a loro piace dipingere? Che effetto fa sul benessere psico-fisico di questi animali? Anche rispondere a questa domanda non è affatto semplice, tuttavia alcuni importanti evidenze ci arrivano da uno dei pochi studi approfonditi condotti su questo fenomeno, pubblicato sulla rivista PeerJ nel 2014. Alcuni scienziati hanno infatti approfondito l'attività di pittura usata come arricchimento ambientale per gli elefanti asiatici che vivevano nello zoo di Melbourne, in Australia, ottenendo risultanti molto interessanti.

L'attività proposta dalla zoo prevedeva che ogni elefante venisse incaricato di dipingere su una tela dal suo custode davanti a un pubblico e gli scienziati ne hanno monitorato gli effetti sullo stress e sul benessere prima, durante e dopo. Se un'attività viene infatti ritenuta una forma di arricchimento ambientale, si presume debba ridurre i segnali e i comportamenti legati allo stress e all'ansia, migliorando quindi il benessere degli animali. E come è andata?

Gli scienziati non hanno raccolto dati o prove a sufficienza a supporto di questa tesi, concludendo che dipingere non ha avuto particolari effetti positivi sui comportamenti stereotipati o quelli legati allo stress prima o dopo la sessioni di pittura. Tuttavia, se un elefante non veniva scelto per dipingere in un dato giorno, mostrava alcune posture ed espressioni che potevano essere ricondotte a una possibile situazione di stress legate la mancano coinvolgimento nell'attività giornaliera.

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Ma nonostante ciò, gli scienziati hanno comunque concluso che, a parte il rinforzo positivo ottenuto dal proprio custode, i risultati indicano che gli elefanti ottengono davvero poco arricchimento dall’attività di pittura. Per cui, i benefici di questa pratica – spesso proposta come sempre positiva per gli animali –  sembrano essere limitati esclusivamente all’attrattiva estetica che questi dipinti hanno per le persone che li guardano e che, purtroppo, inevitabilmente pagano per assistervi.

In definitiva, è molto difficile oggi dire con certezza se agli elefanti piaccia dipingere oppure no, anche perché esistono ancora pochi studi. Inoltre, tali attività andrebbero valutare sia in base al contesto in cui avvengono e sia, necessariamente, ai singoli individui coinvolti e alle loro caratteristiche legate alla personalità e ai propri desideri. Se gli elefanti vengono tenuti in condizioni adeguate e vengono addestrati con metodi positivi, è possibile che a loro possa piacere dipingere, se possono ovviamente scegliere di farlo e se non vengono obbligati a imparare.

Gli elefanti sono animali estremamente intelligenti e curiosi, potrebbero in qualche modo trovare gratificante esprimere la propria creatività attraverso l'arte. Per loro potrebbe anche rappresentare un modo per esplorare il mondo che li circonda, per socializzare interagendo con altri elefanti o con gli esseri umani, oppure semplicemente per divertirsi. Non lo sappiamo ancora, ma purtroppo sappiamo invece molto bene che molte volte questa attività nasconde invece solo maltrattamente e sfruttamento sulla pelle degli animali, niente di diverso da un circo o da uno spettacolo ambulante per fare soldi sugli animali.

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Salvatore Ferraro
Redattore
Naturalista e ornitologo di formazione, sin da bambino, prima ancora di imparare a leggere e scrivere, il mio più grande sogno è sempre stato quello di conoscere tutto sugli animali e il loro comportamento. Col tempo mi sono specializzato nello studio degli uccelli sul campo e, parallelamente, nell'educazione ambientale. Alla base del mio interesse per le scienze naturali, oltre a una profonda e sincera vocazione, c'è la voglia di mettere a disposizione quello che ho imparato, provando a comunicare e a trasmettere i valori in cui credo e per i quali combatto ogni giorno: la conservazione della natura e la salvaguardia del nostro Pianeta e di chiunque vi abiti.
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