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4 Gennaio 2022
17:34

«Addio grande capobranco»: il dolore del calciatore Sergio Ramos per la morte di Jagger

Il calciatore del Paris Saint-Germain Sergio Ramos e sua moglie, Pilar Rubio, hanno iniziato il 2022 con un lutto in famiglia. Hanno dovuto salutare il loro Jagger, un bellissimo Pastore tedesco, il più anziano degli otto cani che la coppia ha accolto in famiglia in questi anni. Una grande sofferenza per tutti e un ultimo saluto, condiviso con i fan, al capostipite che la coppia amava moltissimo.

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«Addio grande capobranco». Il calciatore del Paris Saint-Germain Sergio Ramos e sua moglie, Pilar Rubio, hanno iniziato il 2022 con un lutto in famiglia. Hanno dovuto salutare il loro Jagger, un bellissimo Pastore tedesco, il più anziano degli otto cani che la coppia ha accolto in famiglia in questi anni.

Una grande sofferenza per tutti e un ultimo saluto, condiviso con i fan, al capostipite che la coppia amava moltissimo. «Quelli che mi restano sono i ricordi… non riesco a pronunciare parole. Ti amo molto. Riposa in pace», scrive Rubio su Instagram vicino a una serie di immagini che la riprendono insieme al cane.

Era stata proprio la compagna del calciatore, appassionata di musica rock, a battezzare i due pastori tedeschi Lizzy e Jagger come omaggio a due leggendarie rock band, i Rolling Stones e i Thin Lizzy. E qualche tempo fa, sul suo blog, aveva spiegato i suoi sentimenti per gli animali: «Chi di voi vive con loro, sa bene cosa intendo, quando parlo di grandi compagni di vita, di amore incondizionato, di tenerezza… Sono straordinari».

La morte di Jagger lascia un grande vuoto. E non solo però per Rubio e Ramos e i figli ma anche tra gli altri animali domestici presenti in casa, Tango, Chulo, Lizzy, Tana, Zafiro, Bella e Lobo, che con Jagger hanno trascorso tanti anni insieme. Tantissimi i messaggi di cordoglio e sostegno da parte di amici e di sconosciuti solidali con il dolore che chi ama gli animali sa perfettamente si prova quando vengono a mancare.

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Cosa fare quando muore il nostro animale domestico

La morte del nostro compagno di viaggio animale è un momento difficile da affrontare. Per due motivi, principalmente: primo perché il dolore è enorme, secondo perché dalla maggior parte delle persone intorno a noi non viene compreso. È tipica la frase: «In fin dei conti è solo un cane, ne riprenderai un altro…». È tipica ma è totalmente assurda. Infatti, chi vive con gli animali sa che quell’amico che se n’è andato non è affatto "solo un cane" e che sicuramente amerà moltissimo anche altri individui che arriveranno nella propria vita ma… lui sarà per sempre lui.

Sono ormai molti gli studi a sostegno del fatto che la morte del nostro amico a quattro zampe è da considerarsi un vero e proprio lutto che porta con sé tanta sofferenza, causando un dolore analogo a quello sperimentato quando muore un essere umano che abbiamo amato.

Come spiega la psicologa Giorgia Inferrera che si occupa su Kodami di trattare temi che riguardano proprio il modo in cui i due universi umano e animale dialogano, è fondamentale cercare di elaborare il dolore, piuttosto che tentare di allontanarlo o nasconderlo. Ed è importante comprendere che il dolore che si prova è del tutto legittimo.

Troppo spesso, infatti, il rapporto tra umani e pet mate viene banalizzato, ma a livello psicologico la morte del proprio cane o gatto è un evento che può essere molto sconvolgente e per questo bisogna concedersi la libertà di vivere il proprio dolore in maniera autentica. Tipica sensazione che può nascere alla morte del nostro amico, il senso di colpa: per non aver fatto abbastanza, per non essere stati perfetti con lui. Non è così, non bisogna addossarsi la responsabilità, ma bisogna serenamente accettare la sua morte, per quanto difficile possa essere.

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Simona Sirianni
Giornalista
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