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6 Febbraio 2023
10:30

A Roma le deiezioni canine diventano opere d’arte: la mostra tra riflessione e provocazione

L'iniziativa di un gruppo di studenti dell'Istituto Europeo di Design per sensibilizzare sull'inciviltà di chi non raccoglie le feci dei cani durante le passeggiate.

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L’arte e una buona dose di sarcasmo e provocazione per sensibilizzare sull’importanza di raccogliere le deiezioni canine e non abbandonarle sui marciapiedi. E' il principio alla base di “Dog Shit Experience – Deiezioni canine in mostra”, una mostra di street-art che ha per protagoniste proprio le feci dei cani che per l’occasione sono state racchiuse in una teca ed esibite come opere d’arte.

L'iniziativa è di tre studenti dell’Istituto Europeo di Design di Roma ed è davanti alla sede dello Ied di via Giovanni Branca, al Testaccio, che sono stare sistemate le teche. «Il contenuto della mostra sono le cacche dei cani non raccolte presenti sul marciapiede – hanno spiegato Andrea Filaastò e Simone Ferrando, gli organizzatori – I cani più creativi di tutta Roma, nello storico rione di Testaccio, hanno espresso le loro “urgenze artistiche” sul marciapiede confinante con l’Istituto Europeo di Design». Gli studenti hanno organizzato un "vernissage" sabato 4 febbraio, invitando i passanti a soffermarsi davanti alle teche e offrendo persino un bicchiere di spumante per osservare le “opere”.

«L’idea è quella di far diventare un elemento che danneggia la bellezza di Roma, come quello dei marciapiedi sporchi di escrementi canini, un fattore che abbellisca un determinato tratto di strada – proseguono gli organizzatori – La mostra prevederà un vernissage dove le “opere” saranno raccontate al pubblico anche grazie all’utilizzo di apposite targhette informative, in contemporanea sui social Facebook e Instagram verrà aperto un profilo della mostra, che fungerà da catalogo».

Così è stato: gli studenti hanno percorso il marciapiede e sistemato teche trasparenti intorno alle deiezioni incrociate, sistemando accanto a ognuna un cartellino con il nome del (presunto) cane che le ha prodotte, la razza e un titolo evocativo per "l'opera".

Le teche avrebbero dovuto rimanere esposte sui marciapiedi per due giorni, ma nella mattinata di domenica gli organizzatori, dalla pagina Instagram aperta per l’iniziativa, hanno condiviso un video apparentemente tratto da una videocamera di sorveglianza in cui si vede una persona armeggiare intorno alle teche.

«Nella tarda notte, le telecamere di sorveglianza hanno ripreso il furto delle opere d’arte. Il contenuto delle teche è stato trafugato – hanno detto gli studenti – Con estremo dispiacere comunichiamo l’annullamento dell’esposizione per questo pomeriggio». Anche in questo caso il tono resta estremamente provocatorio, e non è dato sapere se si sia trattato di un furto costruito “ad arte” per stimolare ulteriormente la riflessione sull’inciviltà e la mancanza di senso civico dei pet mate che non raccolgono le feci dei loro cani.

Cosa rischia chi non raccoglie le deiezioni canine

Di certo c’è che l’iniziativa ha suscitato parecchio dibattito su un tema che è regolamentato anche per legge. Oltre ai vari regolamenti comunali, che stabiliscono le sanzioni specifiche per chi non raccoglie le deiezioni canine, la giurisprudenza riconduce questa condotta alla fattispecie prevista dall’articolo 639 del codice penale, che punisce il “deturpamento e imbrattamento di cose altrui”. La norma citata, nello specifico, stabilisce che coloro che deturpano o imbrattano cose mobili o immobili altrui sono puniti, a querela della persona offesa, con la multa fino a 103 euro.

Se poi il fatto è commesso su beni immobili o su mezzi di trasporto pubblici o privati si applica la pena della reclusione da uno a sei mesi o della multa da 300 a 1.000 euro. Ancora, se il fatto è commesso su cose di interesse storico o artistico, si applica la pena della reclusione da tre mesi a un anno e della multa da 1.000 a 3.000 euro. Nei casi di recidiva per le ipotesi di cui al secondo comma si applica la pena della reclusione da tre mesi a due anni e della multa fino a 10.000 euro. In taluni casi, dunque, si arriva alla reclusione sino a un anno e a multe elevate, oltre agli eventuali risarcimenti e spese processuali e legali dovuti. Non raccogliere le feci dei cani, insomma, non è soltanto un atto di inciviltà, ma anche un comportamento che può portare a conseguenze pesanti.

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Andrea Barsanti
Giornalista
Sono nata in Liguria nel 1984, da qualche anno vivo a Roma. Giornalista dal 2012, grazie a Kodami l'amore per gli animali è diventato un lavoro attraverso cui provo a fare la differenza. A ricordarmelo anche Supplì, il gatto con cui condivido la vita. Nel tempo libero tanti libri, qualche viaggio e una continua scoperta di ciò che mi circonda.
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