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14 Marzo 2023
13:27

74 Chihuahua rinchiusi in un appartamento: trovato allevamento abusivo nel Frusinate

Ben 74 Chihuahua sono stati trovati in un appartamento di Isola del Liri, in provincia di Frosinone. Una donna aveva allestito in casa un allevamento abusivo.

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Teneva ben 74 Chihuahua in un appartamento di Isola del Liri, in provincia di Frosinone. Di fatto un allevamento abusivo allestito all’interno di un’abitazione, che ha spinto il sindaco Massimiliano Quadrini a firmare un’ordinanza per la cessazione dell’attività e il trasferimento degli animali in una struttura più idonea.

Il controllo dei veterinari dell’Asl è scattato insieme seguito a segnalazioni relative alla presenza di decine di cani in un appartamento di via Roma. Gli ispettori hanno quindi effettuato un sopralluogo, scoprendo che all’interno dell’abitazione, di proprietà di una donna di 45 anni, erano presenti oltre 70 Chihuahua: «Gli animali erano in buono stato di nutrizione e di salute – si legge nell'ordinanza del sindaco – provvisti di cibo e acqua, non mostravano sintomi clinici evidenti riferibili a malattie infettive o infestive e non vi erano segni riferibili al maltrattamento animale, ma la tipologia dei locali (civile abitazione) non può assicurare condizioni igieniche sufficienti vista la presenza di un numero elevato di cani e l'impossibilità di effettuare operazioni di lavaggio e disinfezione appropriate».

«Il numero e la tipologia di animali presenti configura indubbiamente un allevamento di cani di tipo professionale, ma sprovvisto di apposito titolo autorizzativo ai sensi della normativa vigente», si legge ancora nel documento con cui Quadrini ha disposto «l’immediata cessazione dell’attività fino alla regolarizzazione della stessa secondo quanto previsto dalle normative vigenti in materia, il trasferimento dei cani presenti in apposita e idonea struttura, entro e non oltre 30 giorni, e la produzione di documentazione presso gli uffici dell’Amministrazione».

In Italia l’attività relativa all'allevamento di cani è regolata dalla Legge n. 349 del 1993 “Norme in materia di attività cinotecnica”, dove l’attività cinotecnica è definita come “l'attività volta all'allevamento, alla selezione e all'addestramento delle razze canine”. Per legge l’attività d’allevamento è considerata a tutti gli effetti un’attività imprenditoriale agricola quando i redditi che ne derivano sono prevalenti rispetto a quelli di altre attività economiche non agricole svolte dallo stesso soggetto, e quando l’allevamento comprenda almeno 5 fattrici, che annualmente producono non meno di 30 cuccioli.

Allevatore imprenditore agricolo corrisponde quindi ad “allevatore professionale”, mentre si definisce “allevamento amatoriale” l’allevamento che comprende meno di 5 fattrici e/o meno di 30 cuccioli nati annualmente. I controlli sanitari svolti dalle autorità competenti e la legislazione che regola l’attività di allevamento, specialmente quello amatoriale, sono però ancora scarsi, e capita con frequenza che pseudo-allevatori trasformino strutture non a norma in allevamenti abusivi, del tutto sconosciuti al Fisco e in molti casi anche in netto contrasto con il benessere animale.

Lo aveva spiegato in un video l'istruttore cinofilo e membro del comitato scientifico di Kodami, Luca Spennacchio, sottolineando come quella dei Chihuahua sia una razza molto presente nelle case ma troppo spesso poco compresa. Dietro alle dimensioni ridotte si cela infatti un individuo dal grande cuore che merita di essere apprezzato e trattato nel rispetto della sua etologia.

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Andrea Barsanti
Giornalista
Sono nata in Liguria nel 1984, da qualche anno vivo a Roma. Giornalista dal 2012, grazie a Kodami l'amore per gli animali è diventato un lavoro attraverso cui provo a fare la differenza. A ricordarmelo anche Supplì, il gatto con cui condivido la vita. Nel tempo libero tanti libri, qualche viaggio e una continua scoperta di ciò che mi circonda.
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