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3 Luglio 2022
9:00

10 curiosità sui gechi, piccoli sauri “porta fortuna”

I gechi sono piccoli rettili dalle origini antiche. Scopriamo alcune curiosità su questi sauri che escono nelle notti d'estate e spesso troviamo nelle nostre case.

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Membro del comitato scientifico di Kodami
gechi

I gechi sono piccoli rettili squamati, come le lucertole e serpenti, che appartengono alla famiglia Gekkonida. Sono diffusi un po’ ovunque, dagli ambienti più rurali a quelli urbani (io personalmente ho una famiglia di gechi comuni che da qualche anno abita indisturbata nel mio pianerottolo, all’ultimo piano di un edificio cittadino del nord Italia). D’estate fanno capolino sui muri delle nostre case, sbucando fuori solitamente di notte. La loro è una presenza piacevole e discreta: sono animali innocui e qualcuno racconta anche di buon auspicio. Naturalmente impegnati a liberarci da mosche e zanzare, sono quindi utilissimi, in quanto alleggeriscono la nostra non facile convivenza con questi insetti tipicamente estivi. Ne esistono quasi 2000 specie, classificate in 7 famiglie e 124 generi, e tutte insieme rendono l’idea della notevole varietà di adattamenti e di stili di vita che questi piccoli rettili sono in grado di esprimere. Vediamo ora qualche altra curiosità:

  1. Sono animali molto antichi, si parla di oltre 200 milioni di anni. Tutte le famiglie di gechi, infatti, risalgono all’era mesozoica, come ci raccontano i fossili ritrivati in località lontane nell’Eurasia, e che li collocano nel tardo Giurassico e nel Cretaceo.
  2. Appartengono allo stesso gruppo delle lucertole, quello dei sauri, mentre i serpenti, anch’essi squamati, appartengono a quello degli ofidi. Tuttavia, hanno spesso caratteristiche intermedie tra i due gruppi.
  3. La maggior parte ha palpebre sempre chiuse, rigide e trasparenti, come i serpenti. Fanno eccezione i gechi della famiglia Eublefaridae, a cui appartiene anche il geco leopardino (Eublepharis macularius), che invece possiedono vere e proprie palpebre mobili.
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  4. I gechi della famiglia dei pigopodidi non hanno gli arti, proprio come i serpenti.
  5. Sono l'unico grande gruppo di rettili costituito principalmente da specie notturne. Hanno infatti sviluppato numerosi adattamenti alla vita in condizioni di scarsa illuminazione e bassa temperatura: tra questi, l’emissione di vocalizzazioni, la specializzazione dell’olfatto e la notevole sensibilità visiva, con occhi grandi e pupille capaci di un grado estremo di costrizione e dilatazione. Un geco discrimina i colori di notte quando a noi risulta impossibile, e questo avviene grazie alla presenza di recettori, detti coni, molto più grandi e più sensibili alla luce di quelli degli animali diurni.
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  6. La maggior parte dei gechi presenta sotto le dita speciali lamelle adesive, che permettono loro di rimanere adesi alle superfici. Anche in questo caso, però, troviamo le debite eccezioni. I carfodattilidi ed eublefaridi, infatti, non hanno i polpastrelli adesivi.
  7. Come le lucertole, i gechi sono capaci di autotomia della coda, ossia di automutilarsi in corrispondenza della coda per sfuggire a un predatore. Non tutti però: i gechi come Stenodactylus petrii, che possiamo incontrare sulle dune di sabbia dei territori mediorientali, e Stenodactylus doriae, che ha per habitat naturale le spiagge sabbiose di Paesi come gli Emirati Arabi e la Giordania, non si autotomizzano.
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  8. Gli occhi dei gechi notturni permettono di riconoscere la luce ultravioletta, e la luce nelle frequenze del blu e del verde.
  9. Nei gechi si ritrovano startegie di riproduzione e sviluppo dell’embrione diverse a seconda delle specie. I gechi delle famiglie Gekkonidae, Phyllodactylidae e Sphaerodactylidae depongono spesse uova calcaree, simili a quelle degli uccelli. I membri delle famiglie Diplodactylidae, Eublepharidae, Carphodactylidae e Pygopodidae, invece, depongono le classiche uova dal guscio di pergamena, tipiche di altri squamati.  Alcuni diplodattilidi, infine, sono vivipari, e quindi l’embrione si sviluppa e cresce all'interno dell'organismo materno.
  10. Solitamente i gechi hanno la pelle "morbida" idrorepellente, ricoperta da piccoli tubercoli. I gechi del genere Geckolepis, che sono endemici dal Madagascar all'arcipelago delle isole Comore, possiedono invece squame più grandi, simili a piastre, che possono essere eliminate come meccanismo anti-predatorio.

Bibliografia

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Bauer, A. M. (2013). Geckos. The animal answer guide. Baltimore: Johns Hopkins University Press.

Scherz, M. D., Daza, J. D., Kohler, J., Vences, M., and Glaw, F. (2017). Off the scale: a new species of fishscale gecko (Squamata: Gekkonidae: Geckolepis) with exceptionally large scales. PeerJ 5, pp. e2955.

Tony Gamble, Eli Greenbaum, Todd R. Jackman, Aaron M. Bauer, Into the light: diurnality has evolved multiple times in geckos, Biological Journal of the Linnean Society, Volume 115, Issue 4, August 2015, Pages 896–910, https://doi.org/10.1111/bij.12536.

Meiri, S. (2019). What geckos are – an ecological-biogeographic perspective, Israel Journal of Ecology and Evolution, 66(3-4), 253-263.

Nel 2003 mi laureo in Medicina Veterinaria. Dal 2008 sono ricercatrice presso l’Università degli Studi di Milano, dove insegno Etologia Veterinaria e Benessere Animale. Studio il comportamento degli animali e la relazione uomo-animale.
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