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18 Giugno 2022
13:00

Yulin, anche quest’anno torna in Cina il Festival della carne di cane

ll consumo di carne di cane in Cina, Vietnam e Corea del Sud è diminuito, ma la strada per fermare il Dog Meat Trade è ancora lunga. Il Festival di Yulin, infatti, non si è fermato nemmeno con la pandemia di Covid-19 e sta per tornare.

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Giornalista
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Yoma Times Suryadi /AP per HSI

Lucky ce l’ha fatta. Salvato in extremis mentre era già in vendita sulla soglia di un negozietto malmesso dell’ormai tristemente famosa Yulin, la città cinese dove ogni 21 giugno inizia la settimana dedicata all’acquisto e al consumo di carne di cane, la piaga che ancora affligge Sud Est asiatico e Cina e che uccide ogni anno milioni di cani spesso rubati alle famiglie. Lucky, Akita fulvo e giocherellone, l’ha scampata a pochi giorni dall’inizio di quello che, dal 2009, è chiamato “Festival di Yulin”.

Non una tradizione secolare, quindi, ma un espediente commerciale per rilanciare un consumo ormai in discesa, soprattutto tra i giovani. Ma saranno centinaia, forse migliaia, i cani che non ce la faranno durante questa settimana che sta per iniziare e che ogni anno attira attivisti da ogni parte del mondo per contrastarla e denunciarla.

Festival di Yulin: neanche il Covid lo ha fermato

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Yoma Times Yurdasi /AP per HSI

«Le strade di Yulin sono relativamente tranquille in questo momento e, anche se si possono vedere alcuni negozi di carne di cane come al solito, non è nulla rispetto a come sarà dal 21 giugno – racconta Liang Jia, un attivista del Guangxi sottolineando come anche la pandemia da covid non sia riuscita a sradicare completamente il fenomeno, mettendo in secondo piano anche la possibilità di diffusione di malattie e di infezioni. – Mentre altrove in Cina le città sono in isolamento a causa del COVID-19, non ha senso che i commercianti di carne di cane di Yulin possano incoraggiare i visitatori a viaggiare attraverso la provincia e la città.

Oltre alla spaventosa crudeltà che verrà inflitta a migliaia di cani e gatti uccisi a bastonate, si tratta di un evidente rischio per la salute pubblica. Le autorità di Yulin dovrebbero prendere sul serio la questione perché sarebbe estremamente imbarazzante se il festival della carne di cane di Yulin fosse responsabile per un contagio di massa». Liang Jla ha ragione: una pratica che è decisamente pericolosa per la salute di un’intera popolazione dovrebbe essere messa al bando senza incertezze, anche se non bastasse da sola la schiacciante valenza etica che condanna l’uccisone violenta di milioni di cani e gatti, sterminati senza pietà ogni anno.

Condannato un trafficante di carne di cane in Indonesia

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Yom Times Suryadi /AP per HSI

In questi stessi giorni arriva dall’Indonesia la notizia che il proprietario di un mattatoio per cani di Sukoharjo, a Giava, che ogni anno acquistava e uccideva migliaia di cani per il consumo umano, è stato condannato a 12 mesi di carcere e a una multa di 150 milioni di rupie (10.000 dollari USA). Un anno fa più di 50 cani terrorizzati erano stati salvati durante un'intercettazione della polizia nella sua proprietà. A prendersene cura erano stati gli attivisti della coalizione Dog Meat Free Indonesia (DMFI) che comprende le associazioni locali Jakarta Animal Aid Network e Animals Friends Jogja e i gruppi internazionali Humane Society International, Four Paws e Animals Asia.

In Indonesia si tratta della terza condanna di un trafficante di carne di cane nel Paese da quando, nel 2018, il governo nazionale ha dichiarato che "i cani non sono cibo". E non si è trattato della prima volta che una figura istituzionale ha affrontato l’argomento. Pochi giorni fa, infatti, anche la first lady sud coreana Kim Keon-hee si è espressa  contro il consumo di carne di cane: chiedendo ai suoi cittadini di smettere di mangiarla perché «la tradizione potrebbe essere motivo di attrito con le altre potenze economiche» ma sottolineando anche che «non consumare carne di cane è in definitiva la maggior espressione di rispetto nei confronti del migliore amico dell'uomo e significa anche rispetto per la vita».

Solo in Indonesia un milione di cani uccisi ogni anno

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Lucky il cane salvato a Yulin (credist:Vcshine)

Ma l’esistenza di un festival come quello di Yulin testimonia che, malgrado le sensibilità verso questo argomento stia continuando ad aumentare anno per anno, il problema è ben lontano dall’essere risolto. Karen O´Malley, responsabile del programma della campagna di Four Paws per porre fine al commercio di carne di cane e gatto nel Sud-est asiatico, per esempio, dichiara: «Sebbene si stia assistendo a un aumento delle condanne in Indonesia, che ha portato a progressi nel porre fine al commercio di carne di cane nel Paese, si stima che ogni anno vengano ancora uccisi un milione di cani». E questo è iil motivo per cui Four Paws chiede un immediato divieto nazionale di questo commercio.

Anche in Cina la sensibilità sta cambiando

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Un salvataggio dai mattatoi dove i cani vengono uccisi (Yuma Times Suryad /AP per HSI)

Secondo HSI, ormai da molti anni attivamente impegnata nel contrasto al Dog Meat Trade «la maggior parte delle persone in Cina non mangia cani e anche a Yulin i sondaggi dimostrano che la maggior parte dei cittadini (il 72%) non li mangia regolarmente, nonostante gli sforzi dei commercianti di carne di cane per promuoverne il consumo». Secondo l’associazione per i diritti degli animali in tutto il Paese «si registra una significativa opposizione al commercio di carne di cane, mentre cresce la sensibilità per il benessere degli animali».

E anche in Cina, nel 2020, il Ministero dell'Agricoltura e degli Affari Rurali cinese ha rilasciato una dichiarazione ufficiale secondo cui i cani sono animali da compagnia e non “bestiame” per il consumo. Nello stesso anno, due grandi città della Cina continentale – Shenzhen e Zhuhai – hanno vietato il consumo di carne di cane e gatto, una decisione che, secondo i sondaggi, è stata sostenuta da quasi il 75% della popolazione cinese.

Carne di cane: cambio rotta anche in Corea del Sud

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Gli attivisti di Dog Meat Free Indonesia mentre si prendono cura di alcuni cani appena liberati (Credits:Yuma Times Suryadi /AP per HSI)

Il cambio di passo si registra sicuramente in Corea del Sud, unico paese al mondo dove i cani destinati ad essere consumati come cibo vengono legalmente allevati in apposite fattorie e dove ogni anno vengono uccisi almeno 2 milioni di cani. A marzo di un anno fa ha chiuso il più grande mercato di carne di cane, grazie all’indagine di un’associazione no profit e all’interesse del sindaco della città di Namyangju che ha portato alla chiusura della “Nakwon Auction House”.

E nell’anno precedente, nel 2020, un sondaggio d’opinione commissionato da HSI ha rivelato che l’84% dei sudcoreani non aveva più intenzione di consumare carne di cane. Anche in Vietnam la situazione comincia a migliorare, tanto che Hoi An, la bellissima località sulla costa a forte vocazione turistica, ha pubblicamente vietato la vendita di carne di cane, inserendo un elemento di novità non indifferente in un paese dove ogni anno si consumano circa 5 milioni tra cani e gatti e che per questo si posiziona al secondo posto nel mondo, dopo la Cina.

Dove infatti le stime parlano di 10 milioni di cani uccisi per la loro carne ogni anno, malgrado già nel 2016 un sondaggio dalla cinese Horizon e commissionato dalla China Animal Welfare Association in collaborazione con HSI Humane Society International e Avaaz, rivelasse un’insofferenza generale verso il fenomeno. Il 64% della popolazione voleva infatti che il festival di Yulin venisse abolito, il 51,7% che il commercio di carne di cane fosse completamente vietato e il 69,5% affermava di non aver mai consumato carne di cane.

30 milioni i cani massacrati ogni anno tra Cina e Sud Est asiatico

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Uno dei cani portati in salvo (credits: Yuma Times Suryadi/AP per HSI)

Eppure i cani uccisi ogni anno in Cina e nel Sud Est Asiatico continuano ad esse, secondo le stime, circa 30 milioni ogni anno. Una cifra talmente importante da far sembrare inutile qualsiasi intervento diretto per salvarne qualche centinaia, magari migliaia, ogni anno. Come in una bilancia ancora troppo squilibrata, il rapporto tra cani uccisi e cani salvati è davvero improponibile. “Lucky a Yulin si è salvato per un pelo perché nel negozio era rimasta in vendita solo una carcassa facendo di lui il prossimo – conclude infatti Peter Li, specialista in politica cinese di Humane Society International, sostenitore dei salvataggi di cani dal commercio di carne in Cina. – Ma Lucky è solo uno tra milioni di cani che soffrono per mano dei commercianti di cani in tutta la Cina, e uno di migliaia che finiscono a Yulin per l’evento del solstizio d'estate.

I suoi soccorritori dicono che era molto amichevole, abituato a camminare al guinzaglio e che è salito volentieri nell’auto degli attivisti; sembra chiaro che una volta era l’animale domestico di qualcuno, e in effetti molti dei cani uccisi per la carne sono animali rubati dai cortili, fuori dai negozi e persino dalle auto. Oltre alla brutalità di queste attività, le precauzioni per frenare la diffusione del COVID-19 aggiungono un’altra convincente ragione per mettere fine ai raduni in cui viene commerciata la carne di cane».

Foto di coperitina: Yoma Times Suryadi/AP Immagini per HSI

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Maria Grazia Filippi
Giornalista
Scrivo da sempre, ma scrivere di animali e del loro mondo è la cosa più bella. Sono laureata in lettere, giornalista professionista e fondatrice del progetto La scimmia Viaggiante dedicato a tutti gli animali che vogliamo incontrare e conoscere nei luoghi dove vivono, liberi.
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