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20 Febbraio 2024
15:41

Will Smith “contribuisce” alla scoperta di due nuove specie di anaconda verde in Amazzonia

Un gruppo di scienziati ha scoperto che la nota anaconda verde gigante in realtà include al suo interno due specie geneticamente differenti. Alla missione che ha portato a questa scoperta ha partecipato anche una troupe del National Geographic, intenta a registrare dei documentari con l'attore Will Smith.

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Anaconda

L'Anaconda verde (Eunectes murinus) è uno dei serpenti più affascinanti e misteriosi dell'Amazzonia, essendo fra i più grandi rettili presenti sul pianeta. Una novità su questo animale sta ora sconvolgendo gli ambienti accademici: una ricerca, pubblicata sulla rivista Diversity, ha confermato che non esiste una sola specie di anaconda verde ma che ne esistono due, capovolgendo completamente la comprensione scientifica di queste magnifiche creature.

Bryan G. Fry, uno degli autori della scoperta ed erpetologo dell'Università del Queensland, in Australia, ha chiarito che questa scoperta è avvenuta quando il suo team di ricerca, insieme a dei colleghi sudamericani, stava raccogliendo dei campioni rappresentativi di tutte le specie di anaconda presenti in America Latina, in una spedizione avvenuta fra il 2021 e il 2022. A questa missione ha partecipato anche una troupe del noto canale televisivo National Geographic, intenta a registrare dei documentari con l'attore Will Smith, in veste di presentatore, che devono ancora uscire su Disney Plus. Il nome della serie sarà "Pole to Pole With Will Smith".

Uno dei momenti cruciali di questa scoperta è avvenuta proprio quando la troupe dell'attore statunitense era impegnata a intervistare i ricercatori mentre campionavano il DNA dei vari esemplari. Gli stessi che avrebbero poi rivelato le differenze genetiche tra le due nuove specie di anaconda. Smith ha dato persino il proprio contributo nella ricerca, tenendo tra le proprie mani uno dei serpenti, mentre i ricercatori cercavano di misurarne le dimensioni.

Andando a sequenziare ed analizzare successivamente il DNA di questi esemplari in Australia, gli scienziati si sono resi conto che i campioni, seppur presentavano nella targhetta la descrizione "E. murinus", sembravano geneticamente troppo diversi tra di loro, tanto da far sospettare che appartenessero a due specie distinte. «Storicamente sono state riconosciute quattro specie di anaconda, tra cui l'anaconda verde che è nota per essere gigante – ha dichiarato Fry, all'interno di un articolo pubblicato di sua mano sulla rivista The Conversation. – Le anaconda verdi sono veri colossi del mondo dei rettili: le femmine possono raggiungere una lunghezza di oltre sette metri e pesare più di 250 chilogrammi».

Questi enormi serpenti abitano vari corsi d'acqua, presenti tra il bacino dell'Amazzonia e dell'Orinoco. Alla prima specie è stato dato il vecchio nome latino, Eunectes murinus, con cui era conosciuta ufficialmente l'anaconda verde. Queto rettile vive in Perù, Bolivia, Guyana francese e Brasile. Gli scienziati hanno però scelto di dargli anche il nome comune di "anaconda verde del sud", così da distinguerla dalla seconda specie che è stata invece identificata come Eunectes akayima o "anaconda verde settentrionale". Quest'ultima si trova in Ecuador, Colombia, Venezuela, Trinidad, Guyana, Suriname e Guyana francese e dispone di un areale equiparabile a quelle delle altre specie di anaconda presenti nell'area.

Andando inoltre a confrontare i due genomi, gli scienziati sono stati anche in grado d'identificare il momento specifico in cui queste due specie si separarono filogeneticamente: 10 milioni di anni fa.

Le due specie sono quasi identiche esteticamente presentando gli stessi colori, le stesse macchie e la stessa pupilla seppur il loro livello di diversità genetica è davvero strabiliante: è superiore al 5%. Basti pensare che le differenze genetiche presenti  fra esseri umani e scimpanzé sono inferiori al 2% e che noi non siamo così simili agli scimpanzé, come avviene fra questi due rettili strettamente imparentati.

Non sono note neppure le ragioni che hanno portato le due specie a subire questa separazione. Non esiste infatti alcuna barriera geografica evidente che separi le loro popolazioni e i corpi idrici in cui abitano sono interconnessi da canali fluviali lunghi chilometri. Teoricamente quindi avrebbero potuto continuare a riprodursi e a scambiarsi geni a vicenda, senza andare incontro ad un processo di isolamento che li ha portati alla speciazione.

A differenza di altri serpenti, gli anaconda non sono animali velenosi e uccidono le loro prede strangolandole con le spire. Sono uno dei simboli della biodiversità del sud America e sono degli importanti componenti dei loro ecosistemi, mantenendo sotto controllo il numero di alcuni erbivori e fungendo anche il ruolo di spazzini.

Secondo Fry, per conoscere meglio le differenze e tutelare la loro sopravvivenza «è necessario elaborare nuove strategie di conservazione. Esse potrebbero includere nuove tutele legali e iniziative per proteggere l’habitat. Potrebbe anche comportare misure per mitigare i danni causati dal cambiamento climatico, dalla deforestazione e dall’inquinamento, come gli effetti devastanti delle fuoriuscite di petrolio sugli habitat acquatici». Insieme a altri scienziati si ritiene quindi pronto a tornare in sud America, per compiere nuovi studi e impegnarsi maggiormente nella tutela delle specie.

Se siete invece tra coloro che credono che possono spingersi fino al mare, vi invitiamo a leggere l'articolo in cui smentiamo alcune fake news su questi animali.

Sono laureato in Scienze Naturali e in Biologia e Biodiversità Ambientale, con due tesi su argomenti ornitologici. Sono un grande appassionato di escursionismo e di scienze e per questo ho deciso di frequentare un master in comunicazione scientifica. La scrittura è la mia più grande passione.
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