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7 Settembre 2021
15:24

Wildlife Photographer of the Year: a Milano le foto che raccontano gli animali da salvare

In mostra a Milano le 100 fotografie naturalistiche premiate alla 56a edizione del concorso di fotografia Wildlife Photographer of the Year, indetto dal Natural History Museum di Londra. Una competizione tra 45.000 scatti provenienti da 95 paesi, realizzati da fotografi professionisti e dilettanti, che ci ricordano gli habitat e gli animali da preservare e difendere. Anche dagli uomini.

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Giornalista
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Per vincere il primo premio del Wildlife Photographer of the year, il russo Sergey Gorshkov ha nascosto la sua macchina fotografica in un albero. Dopo 10 mesi è arrivata lei, una giovane tigre siberiana, ormai talmente rara in Russia che negli anni 30 ne erano rimaste tra i 20 e 30 esemplari. Nella foto che ha vinto nella categoria Animali nel loro ambiente, la tigre appare completamente in sintonia con la natura che la circonda e la protegge, fermata in un movimento in cui sembra quasi abbracciare un albero. Nella realtà, ci spiega la didascalia della foto «questi gatti solitari si scambiano informazioni vitali, come il bisogno di compagni, lasciando odore, peli, urina e altri marcatori su punti prominenti, compresi i tronchi d’albero». L’esemplare è stato fotografato nel Parco Nazionale del Leopardo, Primorsky Krai, nell’estremo oriente della Russia, dove «persiste una popolazione di circa 500 tigri dell'Amur, che occupa un frammento del suo antico territorio. Minacciate dalla perdita di habitat e dal bracconaggio, queste tigri sono vicine all’estinzione».

Il Wildlife Photographer of the year, edizione 2021

Torna, dopo le difficoltà del covid, il Wildlife Photographer of the year, l’esposizione che porta in mostra le 100 fotografie naturalistiche premiate alla 56a edizione del concorso di fotografia indetto dal Natural History Museum di Londra. Una competizione tra 45.000 scatti provenienti da 95 paesi, realizzati da fotografi professionisti e dilettanti.

Nella nuova sede di Palazzo Francesco Turati (ex Spazio Forma) a Milano dal 1 ottobre al 31 dicembre 2021 si potranno vedere le immagini selezionate alla fine dello scorso anno da una giuria internazionale di esperti, in base a creatività, valore artistico e complessità tecnica. Ma soprattutto il percorso espositivo permetterà di scoprire, grazie alle foto finaliste e vincitrici che ritraggono animali rari nel loro habitat, comportamenti insoliti e paesaggi straordinari; la bellezza della natura ma anche la sua fragilità da difendere e preservare. Tutto suddiviso nelle categorie Anfibi e rettili, Uccelli, Invertebrati, Mammiferi, Animali nel loro ambiente, Piante e funghi, Ambienti della terra, Il mondo subacqueo, Natura urbana, Ritratti animali, Bianco e nero, Visioni creative e Giovani.

La scimmia in posa, in estinzione nel Borneo malese

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Una scimmia nel Santuario delle nasica nel Borneo fotografata da © Mogens Trolle, Wildlife Photographer of the Year 2020

Il vincitore dell’edizione 2021 è appunto Sergey Gorshkov con “The Embrace”, immagine di una tigre siberiana, specie in via d’estinzione, che abbraccia un antico abete della Manciuria per marcare il territorio. Ci sono voluti oltre undici mesi per riuscire ad immortalare questo scatto ottenuto grazie a fotocamere con sensore di movimento. La foto non è soltanto bella: è anche un modo per avvicinarsi al mondo delle specie da in via d’estinzione, imparando a conoscere anche gli habitat da proteggere al pari degli animali.

Ad esempio l’habitat dove vivono le nasica, scimmie che si possono incontrare solo nel Borneo e nelle isole vicine, in pericolo perché dipendono dalle foreste minacciate e sono cacciate come cibo e per la medicina tradizionale. Mogens Trolle ne ha fotografata una al Santuario delle nasiche di Labuk Bay, nel Borneo malese, e la foto ha vinto la sezione Ritratti di animali. È stata l’espressione rilassata della scimmia a catturare l’attenzione del fotografo che ne ha voluto sottolineare il famoso naso. Nella nasica infatti il caratteristico naso segnala il suo status e amplifica i suoi richiami. Il naso di un maschio può diventare così grande da pendere sopra la bocca.

I gatti di Pallas: sei anni per una fotografia

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I gatti di Pallas fotografati da © Shanyuan Li, Wildlife Photographer of the Year 2020

La straordinaria scena che vede quattro gatti di Pallas che giocano protagonisti della fotografia vincitrice della sezione Comportamento: Mammiferi, scattata da Shanyuan Li (Cina) ha richiesto sei anni per essere catturata. «Nascosto di fronte a una vecchia tana di marmotta in cui una famiglia di gatti aveva fatto la sua tana, Shanyuan ha aspettato –  racconta la didascalia – Ore di pazienza furono ricompensate quando tre gattini emersero per giocare mentre i loro genitori stavano di guardia. I gatti di Pallas hanno la testa piatta, le orecchie basse e una colorazione chiara, che li aiuta a nascondersi durante la caccia. Il loro habitat – principalmente le praterie della Cina, della Mongolia e dell'altopiano tibetano – deve affrontare lo sconvolgimento delle miniere e dell’agricoltura».

Lo sfruttamento animale nei racconti di fotogiornalismo

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L’orso polare in circo russo fotografato da © Kirsten Luce, Wildlife Photographer of the Year 2020

Fondamentale poi la sezione dedicata al fotogiornalismo naturalistico perché pone l’attenzione su situazioni estreme di sfruttamento. La vincitrice è l’americana Kirsten Luce che con la foto “Spettacolo” ha focalizzato la sua attenzione allo sfruttamento nei circhi e nei circuiti di intrattenimento. Nella foto vincitrice un orso polare, il muso imprigionato in una museruola di fil di ferro, sembra invocare aiuto mentre l’addestratore con una mano alzata, gli fa cenno di stare in piedi e, con un bastone, lo conduce durante lo spettacolo sul ghiaccio. «Questo orso è uno dei quattro animali che si esibiscono nell'unico circo di orsi polari al mondo, nella Repubblica del Tatarstan in Russia – spiega la didascalia. – Sensibili al loro ambiente, gli orsi polari non se la passano bene in cattività, e molti muoiono giovani. Tuttavia, sono popolari negli zoo di tutto il mondo, anche nei climi più caldi. Nella loro casa artica, questi orsi sono minacciati dal cambiamento climatico, così come dalla distruzione dell'habitat a causa del lavoro di esplorazione del petrolio».

Il macaco nel retrobottega

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Il macaco nel retrobottega fotografato da © Kirsten Luce, Wildlife Photographer of the Year 2020

Ancora denuncia per il premio per la miglior storia sulla fauna selvatica abusata per intrattenimento. Paul Hilton ha realizzato un reportage sul commercio illegale di fauna selvatica, indagando «la criminalità organizzata che recluta bracconieri e corrompe funzionari locali, aumentando una una crescente domanda di animali selvatici esotici in ristoranti, collezioni private, zoo e parchi safari o a tema». Tra le foto “Affari nel retrobottega” mostra un imbambolato macaco a catena che, nella foresta pluviale, avrebbe vissuto in un grande gruppo. «Paul invece l'ha trovato seduto da solo, incatenato ad una gabbia, in un mercato indonesiano di animali. Gli è stato permesso di fotografarlo solo quando il commerciante ha creduto che fosse interessato a fare un acquisto. Non si sa che fine abbia fatto: forse venduto come animale domestico, ad uno zoo, per la ricerca biomedica o per essere mangiato».

Gli italiani vincitori: dall’Etna agli uccelli nel Mediterraneo

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Uccelli che si contendono ramoscelli nella foto di © Alberto Fantoni, Wildlife Photographer of the Year 2020

Diversi gli italiani fra i vincitori di categoria: Luciano Gaudenzio, con lo scatto “Etna’s River of Fire” (Ambienti della terra), e il giovane Alberto Fantoni, vincitore del Rising Star Portfolio Award con immagini che documentano la vita degli uccelli nel Mediterraneo. Con la foto “Potenza del posatoio” Fantoni ha raccontato gli uccelli mentre presentavano doni di api e altri insetti ai loro partner. «C'era una forte competizione per i posatoi e questi due maschi hanno lottato per uno di essi durante le riprese – ha raccontato Alberto. – sembravano due lottatori ritratti dagli scultori dell'antica Grecia». Altri cinque fotografi italiani hanno ricevuto una menzione speciale: Domenico Tripodi (Il mondo subacqueo), Alessandro Gruzza (Ambienti della terra), Andrea Pozzi (Piante e funghi), Andrea Zampatti e Lorenzo Shoubridge (Animali nel loro ambiente).

foto di copertina: la tigre siberiana di Sergey Gorshkov che ha vinto il primo premio del Wildlife Photographer of the year (credits: Sergey Gorshkov)

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Maria Grazia Filippi
Giornalista
Scrivo da sempre, ma scrivere di animali e del loro mondo è la cosa più bella. Sono laureata in lettere, giornalista professionista e fondatrice del progetto La scimmia Viaggiante dedicato a tutti gli animali che vogliamo incontrare e conoscere nei luoghi dove vivono, liberi.
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