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19 Agosto 2023
17:00

Vivere in città è stressante non solo per gli umani ma anche per i coyote

Analizzando i livelli di cortisolo nei peli dei coyote di Chicago, i ricercatori hanno scoperto che gli animali che vivono in città sono molto più stressati di quelli che abitano lontano dai grandi centri urbani.

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Per molti animali vivere in città offre sicuramente numerosi vantaggi: è per esempio molto più facile trovare da mangiare o rifugio e questo vale sia per noi umani che per molte altre specie animali. Allo stesso tempo, però, questi benefici hanno necessariamente un costo, spesso molto elevato. E lo sa bene chi non riesce a tollerare il caos, il frastuono e la vita frenetica delle grandi metropoli.

Vivere in una città piuttosto che in un piccolo paesino di campagna, aumenta notevolmente lo stress ma a quanto pare però anche in questo caso non siamo gli unici animali a soffrirne. Secondo un nuovo studio, recentemente pubblicato sulla rivista Science of the Total Environment, anche i coyote che vivono nelle grandi città nordamericane sono molto più stressati dei loro simili che abitano invece lontano dai grandi centri urbani.

Per scoprirlo, i ricercatori della Ohio State University hanno misurato la concentrazione dell'ormone dello stress, il cortisolo, all'interno dei peli di quasi 100 coyote che vivono nella grande area metropolitana di Chicago, che con oltre 2,5 milioni di abitanti è la terza città degli Stati Uniti per popolazione dopo New York e Los Angeles. E i risultati hanno dimostrato che questi coyote avevano livelli di cortisolo molto più alti rispetto a quelli che vivevano in aree suburbane o naturali.

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Un coyote si muove tra le strade della California meridionale

Tra il 2014 e il 2018, i ricercatori hanno raccolto piccoli ciuffi di pelo appena sopra la coda di 97 coyote, la maggior parte dei quali erano vivi al momento del prelievo, mentre altri era stati trovati già morti a causa di malattie o perché investiti dalle automobili. Quelli vivi, inoltre, sono stati dotati di radiocollare, che hanno permesso ai ricercatori anche di seguire i loro spostamenti e di determinare il loro status sociale.

L'analisi del pelo, al contrario del sangue, riesce infatti a fornire una stima sullo stress più a lungo termine e nell'ordine di settimane o mesi precedenti alla raccolta, piuttosto che in risposta a a disturbi o fattori di stress più recenti. E le analisi statistiche hanno dimostrato che i coyote urbani vivono praticamente in una condizione di stress cronico, praticamente permanente.

I ricercatori avevano previsto che i coyote di Chicago avrebbero mostrato concentrazioni molto più elevate di cortisolo e stress rispetto a quelli che vivono fuori città, che chiaramente hanno a disposizione territori molto più grandi, maggiore libertà di movimento ed entrano sicuramente meno in contatto con gli esseri umani. I risultati hanno quindi confermato questa ipotesi, tuttavia i coyote stressati di città potrebbero raccontare molto di più sulla loro vita.

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Un coyote fototrappolato appena fuori la città di Santa Monica, in California

Altri due fattori sembrano essere strettamente associati allo stress: le cattive condizioni di salute, per lo più legate alla rogna, ed essere un individuo solitario o uno dei due coyote che formano la coppia riproduttiva all'interno di un branco. Se lo stress dei coyote urbani sia maggiormente legato a questi due fattori o esclusivamente alla vita in città resta ancora da chiarire, tuttavia ci offre ulteriori spunti sulle difficoltà che affrontano gli individui nelle diverse fasi della loro vita.

Guidare un branco, prendere decisioni per gli altri e doversi occupare di giovani e cuccioli, sembra infatti essere un lavoro parecchio più stressante. Mentre la coppia riproduttiva deve andare a caccia o difendere il territori, i giovani dell'anno precedente o i cuccioli vivono una fase della vita decisamente più semplice e meno stressante. Sono i genitori a dover fare tutto il lavoro e questo sembra riflettersi anche nei livelli di stress.

Allo stesso modo, quando un individuo raggiunge la maturità sessuale e lascia il proprio branco per formarne uno nuovo – la cosiddetta fase di dispersione – si trova di punto in bianco senza genitori o fratelli ed è costretto a dover fare tutto da solo: cercare da mangiare, esplorare territori vasti ed evitare le automobili e gli esseri umani. E anche tutto questo può essere sicuramente parecchio stressante.

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I livelli più alti di stress sono associati anche alle condizioni di salute e al ruolo che un individuo occupa nel branco

La vita dei coyote in città non è quindi una passeggiata e può essere parecchio pericolosa e stressante. Il livelli di stress dipendono però sia dai fattori intrinseci e inevitabili legati all'ambiente urbano – come la presenza costante di esseri umani, strade, automobili e altri pericoli – ma anche dal complesso sistema sociale e pieno di regole in cui vivono questi canidi che, nonostante ciò, continuano a prosperare e ad adattarsi sempre meglio a vivere in città.

In diverse aree del Nord America, infatti, i branchi che vivono nelle metropoli o nelle loro immediate vicinanze sono in costante aumento. L'autore principale dello studio, l'ecologo Stan Gehrt, coordina infatti l'Urban Coyote Research Project, un progetto che monitora i branchi che vivono a Chicago fin dal 2000. Lui e i suoi colleghi trascorrono molto a studiare gli animali, raccogliendo campioni biologici, microchippandoli, monitorando i loro movimenti o analizzando il loro successo riproduttivo, le abitudini alimentari e altri comportamenti.

Lo stesso Gehrt ha visto alcuni coyote di Chicago che avevano persino imparato a guardare in entrambe le direzioni prima di attraversare una strada, un comportamento sorprendente che racconta però allo stesso tempo sia gli innumerevoli pericoli che minacciano la sopravvivenza di questi animali in ambiente urbano, che loro straordinarie capacità di adattamento anche in un contesto così ostile e fortemente urbanizzato.

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Salvatore Ferraro
Redattore
Naturalista e ornitologo di formazione, sin da bambino, prima ancora di imparare a leggere e scrivere, il mio più grande sogno è sempre stato quello di conoscere tutto sugli animali e il loro comportamento. Col tempo mi sono specializzato nello studio degli uccelli sul campo e, parallelamente, nell'educazione ambientale. Alla base del mio interesse per le scienze naturali, oltre a una profonda e sincera vocazione, c'è la voglia di mettere a disposizione quello che ho imparato, provando a comunicare e a trasmettere i valori in cui credo e per i quali combatto ogni giorno: la conservazione della natura e la salvaguardia del nostro Pianeta e di chiunque vi abiti.
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