episodio 2

Perché ci sono il bue e l’asinello nel presepe di Natale?

Il bue e l'asinello nel presepe sono una "bufala": nei vangeli non si parla di loro in riferimento alla nascita di Gesù. Ma allora perché nel presepe ci sono il bue e l'asinello accanto alla mangiatoia? Come ci sono finiti e che significato hanno?

25 Dicembre 2022
8:36
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Il bue e l'asinello che vediamo nel presepe non sono mai esistiti: sono un falso storico. Nei vangeli non si parla di loro in riferimento alla nascita di Gesù, anche se per tutti noi sono gli animali simbolo del presepe. Ma quindi come sono finiti vicino a Maria, Giuseppe e il bambinello? E, in generale, quali altri animali sono legati al Natale e al presepe?

La storia del presepe

Tutto parte da San Francesco. Non so se lo sapete, ma è stato proprio lui a inventare il presepe, circa ottocento anni fa. Dopo essere stato in pellegrinaggio a Betlemme, gli venne un’idea geniale. Visto che per arrivare in Terra Santa bisognava fare un viaggio lungo e pericoloso, non alla portata di tutti insomma, serviva un altro modo per far rivivere alla gente comune la nascita di Gesù. Nel 1223 decise così di mettere in scena quello che oggi chiameremmo un presepe vivente. In realtà fu una rappresentazione abbastanza scarna: si celebrò una messa all’interno di una grotta e, oltre all’altare, portarono anche una mangiatoia come quella dove fu adagiato Gesù dopo la sua nascita. In questo presepe vivente non c’erano né Giuseppe né Maria né Gesù stesso, ma un elemento a cui San Francesco teneva particolarmente erano però proprio il bue e l’asinello, che furono piazzati vicino alla mangiatoia. Tra parentesi, in latino praesepium vuol dire mangiatoia, da qui quindi il nome del nostro presepe.

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Che significato hanno il bue e l'asinello nel presepe?

Ma se questi animali non vengono nominati nel Vangelo, com’è che a San Francesco venne l'idea di metterli nel suo presepe? Ci sono innanzitutto delle ragioni storiche che rendono la loro presenza più che sensata. L’asino, a quel tempo, era un compagno di viaggio fondamentale e irrinunciabile. Sappiamo che Maria, incinta, viaggiò verso Betlemme proprio in groppa a un asino. Quindi è logico pensare che, quando nacque Gesù, l’asino fosse lì con loro. Anche se siamo abituati ad attribuirgli qualità negative come la stupidità o la cocciutaggine, l’asino non ha nulla da invidiare al suo “cugino” cavallo. Ha infatti grande resistenza e forza fisica ed è incredibilmente paziente e docile. Dato il suo carattere affabile, da qualche tempo viene molto utilizzato per l’onoterapia, cioè la pet therapy con gli asini. È anche un animale molto prudente, quindi a volte può essere difficile convincerlo a fare qualcosa, ma se questo accade è perché percepisce un pericolo, non perché vuole fare un dispetto. Per quanto riguarda il bue, la spiegazione è un po’ più essenziale. Giuseppe e Maria si rifugiarono in una stalla e Gesù appena nato riposava su una mangiatoia: che ci fosse almeno un bue in giro era abbastanza ovvio.

Eppure, alcuni oggi liquidano il bue e l’asinello come dei fake per due ragioni: uno, vengono nominati solo in un vangelo apocrifo, cioè non “ufficiale”, dove leggiamo in riferimento a Gesù: “Ti farai conoscere in mezzo a due animali”; due, come se non bastasse questo passo si rifà a una traduzione sbagliata: nella versione originale non si parla di animali ma di età. Il senso reale quindi è che Gesù si sarebbe fatto conoscere “tra due età”, cioè nel corso degli anni. La traduzione sarà pure sbagliata, ma è anche vero che il bue e l’asinello sono due animali che, da sempre, fanno parte della tradizione cristiana. Infatti sono proprio questi due animali a riconoscere subito la venuta di Cristo, a differenza delle persone che ci metteranno anni. Bue e asinello hanno poi un significato religioso. Il bue rappresenta le religioni pagane, che lo consideravano un animale sacro, e la sua presenza segna appunto il passaggio dal paganesimo al cristianesimo. L’asino, invece, è simbolo dell’umiltà, che sarà il tratto distintivo di Gesù.

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Gli altri animali del presepe

Bue e asinello, però, non sono gli unici animali del presepe. Se pensiamo ai re magi, ci vengono subito in mente i cammelli. In realtà, la maggior parte delle volte i magi sono raffigurati a cavallo di dromedari, che hanno una sola gobba a differenza dei cammelli che ne hanno due. Entrambe queste specie, comunque, sono da secoli cavalcature estremamente diffuse in Medio Oriente e in generale nelle zone desertiche: avendo un’incredibile resistenza grazie alle riserve di grasso e acqua, sono ottimi compagni di viaggio quando bisogna macinare chilometri nel deserto. Li incontriamo infatti spesso all’interno della Bibbia e i magi sono solo un esempio fra tanti.

Infine, anche se non li troviamo sul presepe, anche i gatti hanno a che fare con la nascita di Gesù. Una leggenda narra infatti che, al momento della nascita di Gesù, anche una gatta si trovasse lì e fece nascere la sua cucciolata. Maria, commossa dalla scena, accarezzò la testa della gatta, segnandola con una M sulla fronte, che è un segno distintivo del gatto Europeo ancora oggi. Leggenda o meno, questa credenza evitò a centinaia di gatti di essere massacrati durante il Medioevo e ai tempi dell'Inquisizione. Il gatto è stato infatti a lungo associato alla stregoneria e ai culti pagani e quindi perseguitato, mentre il gatto Europeo era ritenuto sacro.

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La tradizione del presepe nel rispetto degli animali

La tradizione del presepe è ormai centenaria e, almeno per noi italiani, continua a essere fondamentale per un Natale doc. Ma oltre che per celebrare una festa, può anche essere un’occasione per diffondere amore e rispetto verso animali  che ci accompagnano da migliaia di anni e che, purtroppo, spesso sfruttiamo o mettiamo in pericolo. Un esempio virtuoso lo troviamo a Ruta di Camogli, un piccolo centro in Liguria, dove da anni si organizza un presepe vivente che rispecchia l’habitat naturale degli animali e li lascia liberi di pascolare e trovare poi riparo per riposarsi.

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