Il video del lupo salvato in centro a Verona: dopo le cure sarà riportato sui monti Lessini

Un lupo stremato e smagrito è stato recuperato vicino a un corso d'acqua che si trova nella zona di Ponte Florio, una frazione di Montorio. Un intervento complesso e difficoltoso perché l'animale era rimasto incastrato su dei rami.

27 Gennaio 2023
13:05
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Salvataggio rocambolesco, ieri mattina, per mano dei Vigili del Fuoco e dalla Polizia Provinciale di Verona. Un lupo stremato e smagrito è stato recuperato vicino a un corso d'acqua che si trova nella zona di Ponte Florio, una frazione di Montorio.

Un intervento complesso e difficoltoso perché l'animale per evitare di cadere nell'acqua, era rimasto incastrato su dei rami spioventi contro la spalletta in cemento di una cancellata.

Per liberarlo e salvarlo, infatti, i militari hanno dovuto tagliare la balaustra e solo dopo questa operazione sono riusciti a prendere il lupo e a metterlo in sicurezza all’interno di una gabbia per il trasporto di animali selvatici.

L’animale, del peso di oltre 40 chilogrammi, dovrebbe essere un maschio, ma la certezza la si avrà quando, sedato con l’applicazione del radiocollare di monitoraggio, gli si potranno fare le visite veterinarie. Al momento è stato preso in cura dalla Polizia provinciale e quando si sarà completamente ristabilito sarà liberato sui monti della Lessinia da dove si pensa sia arrivato.

Proprio nelle scorse ore l'Ente Parco Naturale Regionale della Lessinia ha diffuso il report sulla presenza e sulla distribuzione dei lupi all’interno dell’area protetta, acquisiti grazie all'attività di monitoraggio della specie.

I dati hanno accertato la presenza di tre branchi: il “Branco Lessinia”, il primo che si è costituito nel 2012 nella parte centro-occidentale dagli Alti Pascoli e composto dalla coppia Alfa formata da Slavc e Giulietta, quest'ultima non più rilevata da fine 2021 e quindi ritenuta scomparsa.

Il “Branco della Lessinia Orientale" sorto nel 2020 nel territorio situato nella porzione sudorientale dell’altopiano. E, infine, un nuovo branco denominato "Foresta di Giazza".

La presenza dei lupi nell’Altopiano della Lessinia, luogo di confine diviso tra Veneto e Trentino, riapre un vecchio dibattito sulla convivenza tra le nostre due specie. La storia, viene raccontata da un interessantissimo progetto che si chiama Lessinia Bolf, dove bolf indica il lupo nell’antica lingua cimbra.

Patrocinato dal CAI Veneto, il Gruppo Grandi Carnivori del CAI, la SAT, LIFE Wolf Alps EU, l’Associazione Io non ho paura del lupo, il MUSE – Museo delle Scienze di Trento, si tratta di un progetto multimediale, realizzato per i 10 anni del ritorno del lupo in Lessinia.

Un racconto fatto con parole, immagini e video inediti che parla di luoghi e sentieri condivisi tra specie, una presa di consapevolezza su quanta distanza abbiamo messo tra noi e il mondo naturale, dimenticando di esserne parte come i lupi, non al di sopra o contro, ma insieme.

Un racconto che mostra un territorio unico dove la presenza del lupo ha generato senz’altro emozione, ma allo stesso tempo ha creato numerosi attriti a causa dell’intensa attività predatoria ai danni degli animali d’allevamento. Ma con un fil rouge che percorre tutta la storia: la convinzione che una coesistenza, seppur difficile forse, possa essere possibile.

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Simona Sirianni
Giornalista
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