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Kodami Call

Il Napoli ha vinto lo Scudetto ma quanto davvero conosci il ciuccio?

Ora che il Napoli ha vinto lo Scudetto è arrivato il momento di rivalutare la mascotte animale della squadra, il ciuccio. Gli asini sono infatti animali sociali incredibilmente affascinanti e intelligenti.

4 Maggio 2023
22:41
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Il Napoli ha vinto il suo terzo Scudetto, un successo atteso dai tifosi azzurri da ben 33 anni, cioè da quando la squadra poteva contare su un certo Diego Armando Maradona, considerato da molti il più grande calciatore della storia. Questo nuovo traguardo è perciò particolarmente sentito dalla città e dai tifosi e ha permesso finalmente di riportare il Ciuccio di nuovo sul tetto dell'Italia calcistica. Nella lingua napoletana, il ciuccio altro non è che l'asino, la mascotte animale della squadra partenopea.

Inizialmente, in realtà, il simbolo della squadra di calcio nel Napoli era un cavallo rampante, ma con grande senso di ironia, dopo un primo anno di risultati disastrosi, si trasformò in un ciuccio, animale a cui spesso associamo caratteristiche umane non proprio lusinghiere come la pigrizia, l’ottusità e l’ignoranza. Tutto ciò, però, non rende affatto giustizia agli asini, che sono mammiferi sociali estremamente affascinanti, piuttosto intelligenti e sorprendentemente adattabili, molto più dei tanto osannati cugini cavalli.

asino

Prendiamo per esempio il loro inconfondibile verso: il raglio. Per quanto possa non essere armonioso come suono, si tratta tuttavia della vocalizzazione più complessa tra tutti gli equidi, la famiglia di cui fanno parte asini, cavalli e zebre. Solo gli asini sono in grado di ragliare ed utilizzano questo suono per comunicare cose diverse a seconda delle circostanze. I maschi, per esempio, lo emettono durante il corteggiamento e le dispute territoriali, sia per ribadire il loro dominio su un territorio che per conquistare le femmine. Ma la cosa più sorprendente del raglio è che molto probabilmente è anche una sorta di firma vocale, una voce unica per ogni individuo che gli asini utilizzano per riconoscersi a vicenda.

Gli asini sono infatti animali sociali e formano legami davvero unici, vere e proprie amicizie di coppia che possono instaurare sia tra simili che con altri animali domestici. Gli individui della coppia si riconoscono, si cercano e fanno letteralmente tutto insieme e se per qualche ragione vengono separati, provano angoscia, stress e possono persino smettere di mangiare. E le loro lunghissime orecchie? Con l'ignoranza non hanno di certo nulla a che fare! Oltre a dotarli di un udito sensibilissimo, gli asini le sfruttano anche per disperdere il calore in eccesso: un vero e proprio super-potere che gli ha permesso di sopravvivere persino in luoghi estremamente ostili ed aridi, come i deserti.

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I somari domestici sono infatti stati domesticati circa 7.000 anni fa a partire dagli asini selvatici africani (Equus africanus), una specie che vive tutt'ora tra le zone aride del Corno d'Africa ma che oggi rischia seriamente l’estinzione: se ne contano, infatti, poco meno di un centinaio di esemplari. La IUCN considera perciò questa specie In pericolo critico (CR) a causa della caccia per scopi alimentari e medicinali, associata alla sempre più impattante siccità aggravata dalla crisi climatica.

Gli asini domestici hanno ricoperto un ruolo chiave nella storia dell'umanità e per millenni, li abbiamo utilizzati come animali da soma o da lavoro, soprattutto per i lunghi spostamenti in ambienti impervi semi-aridi o montani. E hanno rivestito e rivestono ancora oggi anche un ruolo importante per molte culture, rituali e tradizioni e sono anche animali in grado di relazionarsi in maniera profonda con gli umani.

E allora, proprio oggi che il ciuccio ha sconfitto zebre, lupi, biscioni e tutti gli altri animali della Serie A, restituiamogli il rispetto che merita e conosciamolo meglio, anche per contribuire a salvare gli ultimi asini selvatici dell’Africa.

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Salvatore Ferraro
Redattore
Naturalista e ornitologo di formazione, sin da bambino, prima ancora di imparare a leggere e scrivere, il mio più grande sogno è sempre stato quello di conoscere tutto sugli animali e il loro comportamento. Col tempo mi sono specializzato nello studio degli uccelli sul campo e, parallelamente, nell'educazione ambientale. Alla base del mio interesse per le scienze naturali, oltre a una profonda e sincera vocazione, c'è la voglia di mettere a disposizione quello che ho imparato, provando a comunicare e a trasmettere i valori in cui credo e per i quali combatto ogni giorno: la conservazione della natura e la salvaguardia del nostro Pianeta e di chiunque vi abiti.
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