episodio 8

Così l’appello d’adozione per il Pitbull Eron su Kodami lo ha portato ad avere una nuova vita

Grazie all'appello d'adozione pubblicato su Kodami e al lavoro dell’associazione Pensiero Meticcio, Eron, uno dei tanti Pitbull finiti in canile, ha trovato una nuova famiglia e un nuovo nome.

3 Ottobre 2022
15:48
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Membro del comitato scientifico di Kodami
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Qualcuno lo ha definito "effetto Kodami" quanto accaduto ad un cane di nostra conoscenza. Parliamo di uno dei tantissimi Pitbull rifiutati dalla loro famiglia e finiti nella gabbia di un canile. Il canile è quello di Gallarate, uno di quei posti in cui si svolge un’opera eccellente sul territorio e in cui si cerca di sostenere al meglio ogni individuo che arriva.

L’associazione che lo gestisce, Pensiero Meticcio Odv, è composta da persone magnifiche che non hanno un confine preciso nel dividere la loro essenza da quella dei cani e dei gatti di cui si prendono cura. Nonostante tutto ciò, Eron, come altri, in una gabbia non ce la poteva davvero fare. Tutti patiscono, e alcuni più di altri. Ma lui, un giovane cane, sfioriva giorno dopo giorno davanti agli occhi di chi gli voleva bene e se ne prendeva cura.

Il presidente dell'associazione, Davide Majocchi, così decide di contattare Kodami proprio per far conoscere la storia di questo cane. E noi ci siamo andati, speranzosi di poter contribuire e da quel momento… la storia è cambiata.

Arrivano persone per Eron, ma sono altri cani a trovare adozione

Il 31 agosto del 2021 Kodami pubblica la storia di Eron con un articolo e un breve video, e tanto basta per smuovere le acque. Nei giorni a seguire molte persone contattano Pensiero Meticcio, chiedono di Eron, ma non solo. In quei giorni vengono adottati ben tre cani e Eron incontra diverse famiglie. Ma vari motivi, indecisioni, problemi che nulla hanno a che fare con lui non consentono di trovare la situazione ideale. Ad un certo punto ci si illude che un ragazzo e la sua compagna, interessati ad Eron, lo porteranno finalmente fuori di lì. Ma si mette di traverso uno sfratto e i due giovani vacillano e a malincuore rinunciano all’adozione. Intanto lui continua a perdere peso, ad intristirsi sempre di più. Lo "stress da canile” lo sta piegando. Quando ormai l’interesse suscitato dal video pare affievolirsi, anche le speranze degli operatori cominciano a vacillare, afflitti dalla convinzione che le condizioni di Eron sarebbero peggiorate inesorabilmente. Ma poi arriva il 27 di novembre.

Fiorella, Filippo e la loro famiglia: quando tutto cambia anche per Eron

Il post del video di Kodami che racconta di Eron continua a vivere nel web e appare sempre di più ricondiviso sui vari social. Arriva a migliaia di persone che lo apprezzano e lo commentano. Arriva anche sulla pagina Instagram della famiglia Pinzone che decide di agire e uscire dalla Rete. Come ci racconta Lara Bordoni, vice presidente di Pensiero Meticcio, nonché operatrice del canile: «Fiorella e il marito Filippo, con i loro due figli, e con il cane, Alice, hanno deciso di venire in canile per conoscere Eron».

Il pre affido in questa struttura è un iter fatto di diversi incontri per far sì che cane e persone si conoscano, diventino amici, si fidino l’uno degli altri. Così Eron viene accompagnato in diverse passeggiate con la famiglia Pinzone, ma già dal primo incontro, come ci racconta mamma Fiorella «avevo deciso che Eron sarebbe diventato un membro della famiglia». Non era sufficiente però il suo trasporto emotivo: tutti in famiglia devono essere concordi, soprattutto, come racconta papà Filippo «bisognava avere il consenso da parte di Alice, la nostra Pitbull anche lei adottata solo un anno prima».

Per Alice è sì!

Approfittando di un’area verde recintata del canile allora si organizza l’incontro della famiglia al completo con Eron, in modo da valutare la possibile convivenza dei due cani sotto lo stesso tetto. L’incontro va molto bene, i due cani si accettano, e iniziano così la loro storia di amicizia. Ed è così che arriva il momento di andare a casa della famiglia, un’ultima prova che sia Alice che Eron superano brillantemente.

Questa bella storia, che vorremmo replicare per ogni cane che sta in una gabbia, ha avuto il contributo di molti, come ci dicono i coniugi Pinzone: «Fondamentale per noi è stato l’ottimo lavoro dell’associazione Pensiero Meticcio, in particolare delle premure e della professionalità di Lara che ha seguito la famiglia dal primo istante. Altrettanto importante il lavoro di Kodami che ha raccontato questa storia». Ma è la famiglia adottante a essere stata davvero perfetta, soprattutto nella loro capacità di mettersi in gioco di nuovo nel voler aiutare un individuo che stava patendo e con la grande collaborazione proprio di Alice che lo ha accolto e sostenuto nella sua casa. «Alice lo ha considerato un’altro membro della famiglia, senza star li troppo ad andare per il sottile!», sottolinea papà Filippo lasciando trasparire, nelle sue parole, orgoglio e ammirazione per lei. E naturalmente Eron, con il suo carattere, la sua socievolezza, e la sua voglia di fidarsi ancora degli esseri umani. Dice mamma Fiorella: «Tutto è avvenuto in modo molto naturale… Aron si è adattato da subito. Per me è come se fosse sempre stato con noi!»

Ora Eron è Aron

Eron ha lasciato tra le sbarre il suo nome e ha preso quello di Aron. Lara, come di prassi, continua a monitorare e sostenere la famiglia soprattutto nei primi periodi di inserimento nella nuova casa. Mamma Fiorella condivide con lei foto e video dei cani, chiede consigli, racconta eventi. Tutto è andato per il meglio e Aron in pochissimo tempo, finalmente, è rifiorito. Ha ripreso peso, muscolatura. Ha preso un suo posto nel mondo avvolto dall’affetto di tutta la famiglia, soprattutto da parte di uno dei figli grandi. «Ah, il potere dei cani! Proprio lui che all’inizio non ne voleva sapere di un altro cane per casa – racconta ancora Filippo – Adesso dormono insieme e sono legatissimi».

«All’inizio Aron era ancora fiaccato dallo stress del canile, era magro e debole, la muscolatura si era consumata. Non riusciva a salire sull’auto, nemmeno sul divano tanto era debole. Ma poi ha trovato la forza di recuperare, di dimenticare e adesso non lo ferma più nessuno!», aggiunge Fiorella che conclude con un messaggio che forse dovremmo ribadire più spesso: «Un cane è come un diamante: è per sempre!».

E noi proprio a loro rivolgiamo i nostri ringraziamenti e approfittiamo qui per estenderli a tutti coloro che a vario grado si impegnano per aiutare chi ha bisogno veramente di avere ancora una possibilità. Grazie!

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Luca Spennacchio
Istruttore cinofilo CZ
Ho iniziato come volontario in un canile all’età di 13 anni. Ho studiato i principi dell’approccio cognitivo zooantropologico nel 2002; sono docente presso diverse scuole di formazione e master universitari. Sono autore di diversi saggi.
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