8 Agosto 2021
15:00

Un’orca spiaggiata in Alaska riprende il largo grazie all’aiuto dei soccorritori

Un'orca di 13 anni nota come T146D è rimasta incastrata tra gli scogli della costa rocciosa dell'isola Principe di Galles, in Alaska. Fortunatamente grazie al tempestivo intervento dei soccorritori l'orca è stata salvata, e, dopo un'attesa durata ore, il ritorno dell'alta marea ha permesso che riprendesse il largo con successo.

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Un'orca (Orcinus orca) rimasta incastrata tra gli scogli della costa rocciosa in Alaska è stata salvata grazie all'enorme lavoro durato ore dei soccorritori. La squadra di emergenza, composta da diportisti, gente del posto e funzionari per la fauna selvatica, è riuscita a tenerla in vita e ad accudirla fino a quando il ritorno dell'alta marea le ha permesso di riprendere il largo.

L'orca, lunga circa 6 metri, era stata avvistata verso le 9 del mattino per puro caso, da uno yacht in transito nelle vicinanze dell'isola Principe di Galles, una delle più grandi dell'Arcipelago Alexander, a pochi chilometri dal confine con la British Columbia canadese. Era rimasta bloccata tra le rocce taglienti, oltre un metro sopra il livello del mare, a causa della bassa marea.

L'orca in difficoltà, fotografata da Tara Neilson

L'equipaggio dell'imbarcazione ha subito allertato la Guardia Costiera, e si è immediatamente precipitato a terra per soccorre il cetaceo in difficoltà. L'hanno idratata e mantenuta al fresco bagnandola di continuo con l'acqua di mare, spaventando e tenendo a distanza gabbiani e altri uccelli marini già pronti a banchettare sul corpo della povera orca. Le bellissime immagini condivise su Twitter dalla scrittrice e autrice del blog Alaska For Real Tara Neilson raccontano passo dopo passo l'atroce sofferenza del cetaceo, ma anche lo sforzo di solidarietà enorme messo in campo da tutti i soccorritori.

Ad aiutare i diportisti si sono infatti uniti persone del posto, altre imbarcazioni e anche lo staff del NOAA (National Oceanic and Atmospheric Administration), l'agenzia statunitense che si occupa di oceanografia, meteorologia, climatologia e anche di cetacei. E così verso le 14:00, quasi 6 ore dopo il primo avvistamento, la marea è tornata a risalire e l'esemplare è tornato a nuotare nell'oceano per riunirsi al suo pod, come viene chiamata l'unità familiare delle orche.

Secondo lo staff del NOAA l'animale ha ripreso il largo senza troppe difficoltà, e le autorità canadesi che studiano le popolazioni locali hanno confermato che si trattava di un esemplare già noto, chiamato T146D, che ha 13 anni ma di cui ancora non si conosce con certezza il sesso. Fa parte della popolazione nota come West Coast Transient, che sempre più spesso si trattiene nelle acqua basse del mare di Salish, situato tra la British Columbia e lo stato di Washington.

Molto probabilmente è rimasta incastrata tra gli scogli durante la caccia alle foche nelle acque basse. Com'è noto le orche, come la famosa popolazione che vive in Patagonia, possono spingersi fin sulla battigia per catturare i leoni marini o inseguire pesci e pinnipidi anche acque molto basse. Almeno altre 5 orche negli ultimi 20 anni sono rimaste incastrate tra gli scogli taglienti dell'isola Principe di Galles. Fortunatamente, proprio come T146D, sono tutte riuscite a sopravvivere e a tornare in mare. Nelle prossime settimane i biologi che monitorano e seguono i cetacei della zona proveranno a cercare nuovamente T146D, sperando possa riprendersi completamente dalle ferite e da questa terribile esperienza.

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