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16 Gennaio 2024
17:48

Una rara aquila anatraia maggiore è morta in Piemonte, l’esperto: «Possibile caso di saturnismo»

Un’aquila anatraia maggiore, specie rara e minacciata, è stata recuperata presso la Riserva di Fondo Toce. Era in gravissime condizioni e non è sopravvissuta, forse a causa del saturnismo.

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Fonte: Parco Ticino Lago Maggiore, foto di Lillo Di Carlo

Un’aquila anatraia maggiore è stata recuperata presso la Riserva di Fondo Toce, in Piemonte. Il rapace era in gravissime condizioni e, purtroppo, non è sopravvissuto. «L'animale era molto debilitato – spiega a Kodami il Guardiaparco Danilo Vassura – i veterinari hanno riscontrato patologie in atto al fegato e all’intestino, di probabile origine batterica».

A segnalare la presenza dell’aquila in difficoltà era stato un cittadino, che aveva poi atteso, sorvegliando il rapace, fino all’intervento dei Guardiaparco e della Polizia Provinciale del VCO (Verbano Cusio Ossola).

Il rapace è stato affidato alle mani esperte del veterinario Uberto Calligarich ma, purtroppo, non c’è stato nulla da fare: «L’aquila era molto debilitata – chiarisce Vassura –. Tra le cause della morte non si può escludere l'intossicazione da piombo, il saturnismo, tipico dei grandi rapaci. Ma non possiamo dirlo con certezza. Sul corpo dell’animale sarà effettuata l’autopsia, per accertare le cause del decesso. Si tratta comunque di un rapace di alcuni anni».

Il piombo, utilizzato nelle munizioni da caccia, infatti, è un prodotto tossico che amplifica le conseguenze dei danni prodotti dall’attività venatoria e dal bracconaggio. Per questo da tempo le associazioni animaliste ne chiedono l’eliminazione.

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L'aquila anatraia maggiore (Clanga clanga) è una specie rara, minacciata e tutelata in tutta Europa, che sverna anche qui in Italia, provenendo dai Paesi del Baltico: «Ma nel nostro Paese si contano pochissimi esemplari – sottolinea Vassura –. Sono in tutto 10-15. Mentre in tutto il Piemonte, quella recuperata in questi giorni è la prima aquila anatraia maggiore segnalata negli ultimi dieci anni».

Pochi giorni dopo, a poca distanza dal luogo del ritrovamento dell’aquila, un gufo reale maschio è stato recuperato lungo la pista ciclopedonale che collega Verbania a Fondotoce. Era spaventato e incapace di spiccare il volo. Del suo salvataggio si sono occupati i Vigili del Fuoco di Verbania.

Anche il gufo è stato portato al centro per animali selvatici in difficoltà curato dalla famiglia Calligarich. «Sono veterinari straordinari, marito, moglie e figlia che da sempre si fanno carico a spese proprie delle cure degli animali selvatici in difficoltà e di quelli non più riconducibili alla vita selvatica, anche per il resto della loro vita» spiega a Kodami Giorgio Comoli, assessore all’Ambiente del Comune di Verbania, che nei giorni scorsi ha fatto visita al centro.

La Provincia del Verbano-Cusio-Ossola «è la seconda provincia in Italia per quanto riguarda la biodiversità, alle spalle della Provincia di Trento e questo non può che essere un valore aggiunto da salvaguardare. Entrando all'interno del giardino si respira un’aria di passione e amore verso gli animali meno fortunati».

Tra questi ci sono un cervo non vedente, che non potrà essere rimesso in libertà e vivrà nel centro e un gruppo di caprioli che, invece, dopo aver recuperato le forze saranno rimessi in libertà.

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Giulia Argenti
Giornalista
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