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29 Dicembre 2023
13:16

Una fuoriuscita di petrolio sta colpendo la costa occidentale del Venezuela

Una fuoruscita improvvisa di petrolio e lo sversamento d'idrocarburi all'interno di una laguna stanno provocando gravi danni agli ecosistemi della costa occidentale del Venezuela.

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Il Venezuela sta vivendo con molta preoccupazione l'arrivo di una grande marea nera provocata dallo sversamento di tonnellate di petrolio vicino alla costa occidentale del paese, sulle spiagge dello stato di Carabobo. Sono già diversi i chilometri di costa raggiunti più a sud dalle prime macchie di greggio, che rappresentano un rischio enorme non solo per la fauna marina, ma per l'intero ecosistema costiero. Pesci, uccelli e persino i mammiferi marini rischiano infatti di soffocare entrando in contatto con la pericolosa sostanza oleosa.

La fuoriuscita è stata rilevata per la prima volta la settimana scorsa vicino alla raffineria di El Palito da alcuni ambientalisti della ONG Azul Ambientalistas e dall'associazione Fondazione Caribe Sur, ma da allora nessun dirigente dell'azienda petrolifera responsabile della perdita – il gigante statale PDVSA, che possiede le concessioni principali di estrazione del paese – sembra aver risposto agli ambientalisti e tentato di correre ai ripari.

Gli ambientalisti accusano inoltre la raffineria di aver celato uno sversamento di idrocarburi nei pressi di una laguna vicina, durato alcune settimane. Una scelta che avrebbe con il tempo prodotto la comparsa di una grande macchia nera sulla superficie dell'oceano e contribuito al disastro che stiamo assistendo. Per aiutare gli animali colpiti da questo disastro e per prevenire gli effetti della nuova ondata di marea, che riporterà sulla costa entro la fine dell'anno nuove tonnellate di petrolio, l'Organizzazione venezuelana per il salvataggio e la sicurezza marittima degli spazi acquatici (ONSA) ha chiesto l'aiuto dei biologi e degli stessi cittadini, in attesa dell'intervento del governo che si deve ancora esprimere sull'incidente.

Anche i pescatori vicino a Puerto Cabello hanno già dichiarato che la situazione promette di peggiorare e che loro non potranno pescare almeno per i prossimi due mesi. L’ultima fuoriuscita di petrolio registrata nella zona risaliva al luglio 2020, quando confluirono in mare decine di tonnellate di petrolio provenienti dalla stessa raffineria. Quella volta però l'incidente provocò moltissimi danni al Parco Nazionale Morrocoy, sito di nidificazione per moltissimi uccelli marini e zona turistica, per via delle sue spiagge ricoperte da sabbia bianca.

Sono innumerevoli le specie a rischio per colpa delle disattenzioni della PDVSA e delle altre compagnie petrolifere, affermano gli ambientalisti. Per difendere il paese da eventuali incidenti futuri, auspicano però che i gruppi dirigenziali di queste aziende comincino a seguire i consigli e gli allarmi lanciati dalle associazioni, visto che ne va anche delle loro vendite. Perdere infatti varie tonnellate di greggio per una fuoruscita accidentale può essere rischioso per le stesse compagnie, non più in grado di rifornire come in passato 3 milioni di barili al giorno.

Al momento sono decine le persone al lavoro che stanno tentando di salvare gli animali intrappolati nella marea nera. Creare sinergia fra i movimenti ambientalisti e le aziende del petrolio sembra quindi necessario per un paese che presenta molte riserve di questa sostanza come il Venezuela, nel tentativo di contrastare la diffusione sempre più frequente di questi fenomeni.

Sono laureato in Scienze Naturali e in Biologia e Biodiversità Ambientale, con due tesi su argomenti ornitologici. Sono un grande appassionato di escursionismo e di scienze e per questo ho deciso di frequentare un master in comunicazione scientifica. La scrittura è la mia più grande passione.
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