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24 Marzo 2024
10:00

Un gruppo di capodogli ha respinto l’attacco delle orche creando una “nuvola di cacca”

Al largo della costa meridionale dell'Australia un gruppo di capodogli è riuscito a respingere l'attacco delle orche utilizzando un'insolita (e disgustosa) strategia difensiva: le proprie feci.

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Foto via Facebook di Whale Watch Western Australia

Gli oceani sono da sempre teatro di battaglie epiche tra giganti e al largo della costa meridionale dell'Australia un incontro straordinario ha recentemente catturato l'attenzione degli scienziati: un gruppo di capodogli è riuscito a difendersi con successo dall'attacco delle orche utilizzando un'insolita (e disgustosa) strategia difensiva: il rilascio delle proprie feci.

Nel canyon di Bremer, un hot spot per la biodiversità marina situato a circa 50 chilometri al largo della costa tra Albany e Hopetoun, un pod di orche molto spregiudicato e coraggioso ha tentato di cacciare un gruppo di giganteschi capodogli. Tuttavia, i capodogli hanno risposto in modo altrettanto audace, liberando a volontà le proprie feci e creando una "nuvola di cacca" per respingere l'attacco.

Ad assistere e a documentare l'intera scena c'erano alcune imbarcazioni che organizzano tour di whale-watching, come Whale Watch Western Australia. I capodogli, spinti alla disperazione, hanno immediatamente utilizzato questa insolita tattica di difesa chiamata dall'inglese anche "defecazione difensiva", che consiste appunto nel rilasciare grandi quantità di feci e agitare le code per confondere e respingere i predatori.

Questo meccanismo difensivo, già noto nei capodogli e utilizzato anche dai "cugini" più piccoli, i cogia, non è così facile da osservare, ma ha dimostrato tutta la sua disgustosa efficacia. In bene due occasioni, infatti, il capodoglio più grande del gruppo ha deliberatamente defecato mentre le orche tentavano l'attacco, disorientandole e creando un'esperienza piuttosto spiacevole e imprevista per i predatori.

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I capodogli riuniti in cerchio a formare la "rosetta" difensiva. Foto via Facebook di Whale Watch Western Australia

Le feci dei capodogli, di colore rossastro a causa della loro dieta a base di calamari, hanno svolto quindi un ruolo cruciale nel mettere in fuga le orche, che hanno deciso alla fine di abbandonare l'attacco di fronte a questa inusuale tecnica difensiva. Tuttavia, c'è stato anche un altro comportamento che ha impressionato le persone che hanno assistito all'intera scena: la formazione a rosetta.

Quando un gruppo di capodogli si sente minacciato, adotta infatti una particolare formazione difensiva nota come "rosetta" o "margherita". Stringendosi tutti insieme in un cerchio e con le teste rivolte verso il centro, sembrano proprio formare un fiore, dove ogni individuo rappresenta quindi un petalo. Una volta schierati, agitano poi e loro enormi code per proteggersi dall'attacco di un predatore, come appunto le orche.

Questo incredibile incontro avvenuto al largo dell'Australia, sta suscitando molto interesse tra i ricercatori e i biologi marini, che considerano queste orche a dir poco spregiudicate e coraggiose per aver tentato di cacciare gli enormi capodogli, che con una lunghezza anche di oltre 20 metri sono i cetacei odontoceti e i predatori più grossi del pianeta e con ben pochi nemici naturali da temere.

Anche per questo, la storia dei capodogli che si sono salvati grazie alla loro cacca, ci ricorda quanto ancora poco sappiamo del comportamento e delle abitudini dei cetacei e di altre grandi e misteriose creature marine. Un potente richiamo sulla necessità di proteggere e preservare gli ecosistemi marini per continuare a poter assistere e a stupirci anche in futuro della bellezza della biodiversità.

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Salvatore Ferraro
Redattore
Naturalista e ornitologo di formazione, sin da bambino, prima ancora di imparare a leggere e scrivere, il mio più grande sogno è sempre stato quello di conoscere tutto sugli animali e il loro comportamento. Col tempo mi sono specializzato nello studio degli uccelli sul campo e, parallelamente, nell'educazione ambientale. Alla base del mio interesse per le scienze naturali, oltre a una profonda e sincera vocazione, c'è la voglia di mettere a disposizione quello che ho imparato, provando a comunicare e a trasmettere i valori in cui credo e per i quali combatto ogni giorno: la conservazione della natura e la salvaguardia del nostro Pianeta e di chiunque vi abiti.
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