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29 Luglio 2024
16:39

Un capodoglio, conosciuto dai ricercatori come Julio, è stato travolto e ucciso da una nave a Gibilterra

L'incidente è avvenuto venerdì 26 luglio e si tratta del quinto capodoglio morto nello stesso modo nell'area negli ultimi anni. I ricercatori che monitorano questa popolazione, chiedo quindi azioni più concrete per ridurre questa minaccia.

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Julio, un capodoglio maschio ben noto e seguito da anni dai ricercatori, è stato ucciso in una collisione con una nave nelle acque dello stretto di Gibilterra. Il cetaceo non è purtroppo riuscito a sopravvivere al violento impatto avvenuto venerdì 26 luglio, nel tardo pomeriggio. E purtroppo, si tratta del quinto capodoglio morto a causa delle collisioni con le navi da quando gli scienziati hanno cominciato a studiare questa popolazione minacciata, ormai oltre dieci anni fa.

«È stato orribile, c'era molto sangue nell'acqua», ha raccontato Renaud de Stephanis, ricercatore, studioso esperto di cetacei e direttore di Conservation, Information and Research on Cetaceans (CIRCE). L'incidente è avvenuto venerdì intorno alle 18:00, quando la nave ha colpito Julio e questo evento drammatico sottolinea ancora una volta la grave minaccia, spesso sottostimata, che il traffico marittimo rappresenta per capodogli, balene, delfini e non solo. Di recente, infatti, vi avevamo raccontato del primo impatto mai filmato tra un'imbarcazione e uno squalo elefante, che invece è sopravvissuto.

De Stephanis da anni chiede inoltre di implementare l'osservazione dei mammiferi marini a bordo dei tanti traghetti che attraversano il canale, proprio per evitare incidenti come questo. «Se i traghetti avessero persone che osservano e segnalano la presenza di balene e delfini, potrebbero aiutare le navi a evitare le zone più frequentate da questi animali», ha dichiarato. Ci sono anche dei video molto crudi che mostrano l'accaduto, ma come sempre abbiamo scelto di non mostrarli, poiché nulla aggiungono a quanto raccontato.

Per gli scienziati il problema è molto serio: ogni due o tre anni, un capodoglio viene ucciso in seguito alla collisione con una nave nella stessa area. I ricercatori hanno anche sottolineato che, naturalmente, non tutti gli incidenti vengono registrati, perciò probabilmente il numero è molto più alto, una minaccia concreta per l'intera popolazione mediterranea. Alcune stime suggeriscono infatti che nell'intero bacino del Mediterraneo rimangano appena circa 1.000 capodogli, una popolazione esigua e classificata quindi come in pericolo di estinzione.

Per di più, i ricercatori del CIRCE stimano che, con la morte di Julio, ben il 5% di tutti i capodogli che frequentano regolarmente le acque dello stretto, sono morti nello stesso modo. Si tratta perciò di una percentuale enorme, che testimonia un problema diffuso – quello delle collisioni – che coinvolge non solo balene e delfini, ma anche squali, tartarughe marine e tanti altri animali in tutto il Pianeta. Julio, tra l'altro, era un individuo molto amato dai ricercatori del CIRCE, che lo seguivano e lo avvistavano regolarmente da oltre un decennio e a cui erano parecchio affezionati.

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Era stato anche osservato diverse volte nelle ultime settimane, l'ultima proprio il giorno prima del fatidico incidente. «Era un maschio vigoroso e forte, sembrava molto, molto sano», ha ricordato de Stephanis. Il maschio era un visitatore abituale dello Stretto di Gibilterra, così come tanti altri suoi simili, soprattutto perché la zona è particolarmente ricca di cibo, perlopiù calamari di grosse dimensioni – le prede preferite di questi cetacei -, ma anche suqali e altri grossi pesci.

Tuttavia, proprio a causa della pescosità e della ristrettezza di questo specifico tratto di mare che separa l'Europa dal Nord Africa, queste acque così ricche di cibo sono anche tra le più pericolose per i cetacei. I ricercatori del CIRCE ha quindi lanciato un appello: «Questo non è un problema isolato di una singola nave, ma una questione globale che richiede una soluzione completa». Gli esperti chiedono massima collaborazione tra tutte le parti coinvolte e l'individuazione di osservatori esperti che si dedichino esclusivamente a monitorare e a constrastare questo problema.

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Salvatore Ferraro
Redattore
Naturalista e ornitologo di formazione, sin da bambino, prima ancora di imparare a leggere e scrivere, il mio più grande sogno è sempre stato quello di conoscere tutto sugli animali e il loro comportamento. Col tempo mi sono specializzato nello studio degli uccelli sul campo e, parallelamente, nell'educazione ambientale. Alla base del mio interesse per le scienze naturali, oltre a una profonda e sincera vocazione, c'è la voglia di mettere a disposizione quello che ho imparato, provando a comunicare e a trasmettere i valori in cui credo e per i quali combatto ogni giorno: la conservazione della natura e la salvaguardia del nostro Pianeta e di chiunque vi abiti.
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