video suggerito
video suggerito
6 Novembre 2023
16:18

Trote uccise senza stordimento in Polonia: i maltrattamenti negli allevamenti intensivi

Venduti in sacchetti di plastica, eviscerati mentre sono ancora vivi o uccisi senza il preventivo stordimento: l'inchiesta di Compassion In World Farming conferma ancora una volta la necessità che il vuoto legislativo dell'Europa venga finalmente colmato. Ma dall'UE non arrivano segnali positivi.

Giornalista
Immagine
(credits:–CompassionInWorldFarming)

Compassion in World Farming (CIWF) International ha realizzato un’indagine sotto copertura inviando un'equipe di esperti investigatori a documentare le pratiche di quattro allevamenti di trote in Polonia.

Dall’incubatoio all’allevamento di avannotti, dalle vasche di ingrasso alla macellazione, fino agli impianti di lavorazione, l’inchiesta ha evidenziato in tutte le diverse fasi del processo di allevamento delle gravissime mancanze rivelando che i pesci soffrono e muoiono con pratiche di macellazione crudeli e prolungate.

Queste trote, il pesce più allevato nell'Unione Europea che nel 2020 ne ha prodotto 184.840 tonnellate pari al 17% dell’intera produzione di acquacoltura per un valore di 3,67 miliardi di euro, erano le stesse che sarebbero state poi vendute nei supermercati e nei ristoranti in Polonia e Repubblica Ceca. Alcune di queste trote sarebbero poi state poi macellate in loco, mentre altre sarebbero state trasportate vive fino al cliente.

Immagine
(credits:–CompassionInWorldFarming)

Per tutte loro l'esistenza è stata sofferenza: hanno infatti vissuto ammassate in vasche sporche e piene di feci depositate sul fondo, la maggior parte uccisa senza l’applicazione di un metodo di pre-stordimento o con metodi di stordimento che spesso si rivelano inefficaci come i dispositivi elettrici primitivi che, invece di stordirle, hanno provocato loro dolorose scosse elettriche.

Vere e proprie torture, usate per lunghi periodi, ripetutamente e a discrezione che, attraverso il movimento del corpo durante e subito dopo le scosse, hanno mostrato con chiarezza la loro inefficacia nello stordimento con conseguenti dolore e disagio per gli animali.

Torture vere e proprie, già: come altro chiamare, altrimenti, la rimozione, mentre la trota è ancora viva, dei bulbi oculari con un cucchiaio o l’eviscerazione con un coltello o, ancora, l’abbandono di questi animali in uno stato di lento soffocamento, fuori dall'acqua, per oltre 20 minuti?

«Quest’inchiesta accende di nuovo i riflettori su una diffusa e inaccettabile crudeltà, mettendo in luce l’urgente e disperata necessità di migliori leggi di protezione per i pesci in Italia e in tutta l’UE – commenta Annamaria Pisapia, direttrice di CIWF Italia – I nostri investigatori sono stati testimoni di pratiche di una sconvolgente crudeltà, come quelle di sventrare pesci ancora vivi, o di metterli in sacchetti di plastica, o persino di strappare loro gli occhi. La ricerca scientifica dimostra chiaramente che i pesci sono creature senzienti, capaci di provare dolore, proprio come altri animali. Per questo è inaccettabile permettere a questo orrore di continuare».

La direttrice di CIWF Italia, organizzazione per il benessere e protezione degli animali da allevamento che ha come obiettivo porre fine all'allevamento intensivo e promuoverne pratiche rispettose del benessere degli animali, ci tiene però a sottolineare anche un altro aspetto: «Purtroppo, molte di queste problematiche sono causate da modalità di allevamento e macellazione che sono diffuse anche qui in Italia. Questi animali hanno diritto a essere protetti da un’ampia legislazione specie-specifica, ed è per questo che esortiamo l’UE a introdurne una senza ulteriore indugio».

Il nodo della questione, infatti, è proprio il vuoto legislativo in Europa, ma non soltanto, che abbandona questi animali ai maltrattamenti figli degli allevamenti intensivi, senza proteggerli con  tutele adeguate, condannando di fatto miliardi di esseri senzienti  a soffrire nel presente e negli anni a venire. Nel 2020, la Commissione europea si era impegnata a revisionare la propria legislazione sul benessere animale, includendo pratiche di trasporto e macellazione, per allinearsi alle più recenti scoperte scientifiche sulla senzienza dei pesci, ma è poi venuta meno alla propria parola, non pubblicando, almeno fino ad ora, la proposta di revisione.

Immagine
(credits:–CompassionInWorldFarming)

Due anni fa, infatti, Bruxelles si era impegnata a presentare una proposta legislativa di revisione che includesse l’eliminazione graduale delle gabbie dagli allevamenti europei, in cui sono costretti ogni anno 300 milioni di animali, fino ad arrivare al bando totale entro il 2027. La Commissione aveva fissato la revisione della legislazione europea sul benessere degli animali per il terzo trimestre del 2023. La bozza oltre all’eliminazione graduale delle gabbie per tutte le specie, prevedeva anche l’aumento di spazio a disposizione, il divieto dell’abbattimento sistematico dei pulcini maschi e l’introduzione di requisiti di benessere per lo stordimento dei pesci allevati.

Ma, quando tutti aspettavano la decisione definitiva della Commissione europea, Bruxelles è sembrata fare un passo indietro, mettendo l’iter in pausa. Prima infatti la presidente della Commissione Ue Ursula Von der Leyen, nel suo discorso pronunciato in plenaria sullo Stato dell’Unione, pur ribadendo il suo impegno a portare avanti il Green Deal, non ha menzionato la revisione della legislazione sul benessere degli animali, poi il vicepresidente della Commissione Maroš Šefčovič ha annunciato che Bruxelles presenterà entro la fine dell’anno una proposta sulla normativa sul benessere animale "durante il trasporto” escludendo tutti gli altri fondamentali elementi previsti dalla bozza iniziale di revisione della legislazione dell'UE sull’argomento.

Eppure erano state proprio le inchieste sotto copertura come quella che ha portato alla luce la situazione degli allevamenti di trote in Polonia, a far sì che si arrivasse   all’iniziativa dei cittadini europei End the Cage Age,  lanciata e coordinata da Compassion in World Farming con una campagna che ha coinvolto 170 associazioni, fra cui le 22 Ong riunite nella coalizione italiana End the Cage Age. Un’iniziativa supportata dalle firme di 1,4 milioni di europei, in una forma di democrazia partecipativa che ha pochi precedenti.

Avatar utente
Maria Grazia Filippi
Giornalista
Scrivo da sempre, ma scrivere di animali e del loro mondo è la cosa più bella. Sono laureata in lettere, giornalista professionista e fondatrice del progetto La scimmia Viaggiante dedicato a tutti gli animali che vogliamo incontrare e conoscere nei luoghi dove vivono, liberi.
Sfondo autopromo
Segui Kodami sui canali social
api url views