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5 Aprile 2022
12:31

Strage nel canile di Borodjanka: UAnimals sporge denuncia

Centinaia di cani sono morti di fame e sete nel canile municipale di Borodjanka, nel distretto di Kiev, abbandonato dallo scorso 4 marzo. Nessuno vi è tornato per sfamare o liberare i cani prima del 2 aprile, e ora i volontari hanno deciso di sporgere denuncia.

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Alla fine qualcuno si è rivolto alle autorità per denunciare la strage di cani avvenuta nel canile ucraino di Borodjanka. UAnimals, il movimento umanista per i diritti animali fondato da Oleksandr Todorchuk e Olga Chevganyuk, ha deciso di rivolgersi alla polizia chiedere accertamenti su quanto accaduto nel canile municipale alle porte di Kiev, dove almeno 300 cani sono morti dopo avere trascorso un mese completamente abbandonati a loro stessi, chiusi nei box senza cibo e acqua, perché il personale della struttura è fuggito con lo scoppio della guerra e nessuno si è più occupato di loro.

«Non possiamo ignorare quanto è accaduto – hanno spiegato dal movimento – Tutti i responsabili della distruzione di oltre trecento vite devono essere puniti. Ecco perché abbiamo scritto una denuncia alle forze dell'ordine chiedendo di indagare su questo crimine come crudeltà verso gli animali. Facciamo anche appello all'amministrazione della città di Kiev affinché cambi la dirigenza, perché l'attuale direttore non può fare da manager e interagire con gli animali in futuro. I documenti sono già stati preparati dai nostri avvocati e inviati agli organi statali competenti».

Cosa è successo nel canile di Borodjanka

I volontari erano riusciti a entrare nel canile di Borodjanka soltanto sabato 1 aprile, quando le truppe russe hanno iniziato ad arretrare lasciandolo loro la possibilità di effettuare un rapido blitz. Una volta all’interno lo scenario si è rivelato agghiacciante: decine i corpi senza vita di cani adulti e cuccioli, pochissimi quelli sopravvissuti. Le associazioni hanno recuperato gli animali che versavano in condizioni più gravi – poco più di una ventina – e li hanno trasferiti immediatamente nelle cliniche veterinarie di Kiev disponibili, ma alcuni sono morti nel tragitto o una volta arrivati a destinazione.

Attenzione: come sempre Kodami non pubblica video in cui si vedono immagini terribili, lesive della dignità di qualsiasi essere vivente. Abbiamo invece deciso di rendere omaggio ai volontari che sono riusciti a entrare nel canile pubblicando solo il video del loro ingresso a Borodjanka.

Il bilancio è drammatico: su 450 cani presenti nel canile al momento dello scoppio del conflitto ne sono sopravvissuti meno di 100, e le testimonianze video e fotografiche della drammatica situazione che i volontari si sono trovati davanti una volta entrati nella struttura hanno iniziato a rimbalzare da una bacheca e da una chat all’altra, suscitando un’ondata di proteste di cui UAnimals si è fatto portavoce, puntando il dito contro la gestione della situazione da parte di Natasha Mazur, responsabile dei canili municipali di Kiev.

«I cani sono morti di una morte orribile senza cibo e acqua, chiusi nelle gabbie – sottolinea UAnimals – Natasha Mazur, direttrice dell'ospedale veterinario della città di Kiev, proprietario del rifugio, ha abbandonato i cani a loro stessi all'inizio di marzo. L'uomo che avrebbe dovuto prendersi cura degli animali li ha lasciati morire in agonia, diffondendo cinicamente false voci, come se fosse coinvolto nel salvataggio di animali».

La versione di Natasha Mazur, responsabile dei canili di Kiev

Mazur dal canto suo si è limitata inizialmente a diffondere la notizia che il canile era stato raggiunto e alcuni cani erano stati trovati vivi, ma il post non ha fatto altro che infuocare la polemica, spingendola a fornire una prima spiegazione delle decisioni prese per Borodjanka: «Fino al 4 marzo era possibile entrare nel rifugio e spostarsi nel territorio. Fino al 28 febbraio non c'era traccia di occupazione, non c'era stata l'evacuazione della popolazione. Pertanto, non era necessario aprire i box – ha spiegato su Facebook – Si poteva accedere al rifugio. Dal 4 marzo nessuno è stato in grado di raggiungere Borodyanka per evacuare persone o animali. Per quanto riguarda le telecamere spente del rifugio (altra accusa rivolta a Mazur, ndr), l'hoster è caduto il 25 febbraio 2022, quindi la fibra ottica è stata danneggiata e anche il nostro sito web e il database di registrazione degli animali erano inattivi».

Mazur ha quindi replicato a chi l’ha accusata di essersi presa il merito dell’ingresso al canile, quando in realtà a entrare per primi sono stati i volontari di alcune associazioni che da giorni monitoravano la situazione in cerca di uno spiraglio utile per entrare in azione: «Il 2 aprile siamo riusciti ad arrivare a Borodyanka accompagnati, perché Borodyanka non era più occupata ma c’era il coprifuoco. Quindi siamo stati in grado di nutrire e abbeverare gli animali sopravvissuti. Ci hanno dato 20 minuti. Domenica è stato raggiunto un accordo con i volontari, che si sono impegnati a portare all'estero 226 animali. Abbiamo aiutato con i trasportini e forniremo tutti i documenti necessari». Nel frattempo però il video girato all'interno della struttura, in cui si vedevano solo i cani sopravvissuti, è stato eliminato dalla sua pagina.

Le polemiche però non si sono placate, e la direttrice dell’ospedale veterinario di Kiev alla fine si è detta pronta a denunciare: «Ricevo da diversi giorni minacce dirette e promesse di uccidere me e la mia famiglia. Ancora una volta, voglio dire che l'odio è diventato la norma, ma le minacce dirette di rappresaglie contro di me e i miei parenti sono responsabilità penali – ha scritto su Facebook – Sono pronta a denunciare le accuse in tribunale. Una dichiarazione è stata presentata alla polizia e tutte le persone coinvolte saranno identificate nell'ambito delle indagini preliminari».

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Andrea Barsanti
Giornalista
Sono nata in Liguria nel 1984, da qualche anno vivo a Roma. Giornalista dal 2012, grazie a Kodami l'amore per gli animali è diventato un lavoro attraverso cui provo a fare la differenza. A ricordarmelo anche Supplì, il gatto con cui condivido la vita. Nel tempo libero tanti libri, qualche viaggio e una continua scoperta di ciò che mi circonda.
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