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25 Giugno 2021
15:30

Stop al progetto “Cavalli in Carcere”: il penitenziario di Bollate sfratta l’Associazione Salto Oltre il Muro

Il progetto riabilitativo con i detenuti mediato dalla relazione con il cavallo che dal 2007 era portata avanti con ottimi risultati dall’Asom, viene interrotto. Motivo della richiesta di sgombero immediato della scuderia dove il progetto veniva realizzato, la struttura pericolante, inagibile e pericolosa per l’incolumità delle persone. Tempi consentiti 15 giorni.

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“Cavalli in carcere”, un progetto riabilitativo con i detenuti mediato dalla relazione con il cavallo, portato avanti dal 2017 con ottimi risultati da Claudio Villa, presidente di Asom, l’Associazione Salto Oltre il Muro – Centro studi relazione uomo cavallo Onlus, nel carcere di Bollate, è stato sfrattato. Il motivo della richiesta di sgombero immediato della scuderia dove il progetto veniva realizzato è «la pericolosità della struttura per l’incolumità delle persone» e i tempi che sono stati dati è di agire entro 15 giorni.

La forza riabilitativa del cavallo

Quattordici anni fa era stata la direttrice di allora, Lucia Castellano, a chiedere all’Associazione, l’unica realtà in Europa all'interno di un carcere a promuovere la riabilitazione assistita con il cavallo, di impiegare terapeuticamente gli animali della scuderia, arrivati tutti da situazioni difficili, come sequestri o maltrattamenti, per dare una seconda opportunità a loro e ai detenuti.

Secondo Claudio Villa, il presidente di Asom, ideatore e responsabile del progetto, il buono della relazione uomo – cavallo è che il confronto è sempre diretto, onesto e mai giudicante. E succede che i detenuti, interagendo con questi animali, tornino ad aprirsi, ritrovano l’empatia e un compagno con cui comunicare liberamente. Oltretutto, la reciprocità sta nel fatto che anche i cavalli sono stati brutalmente abusati e quindi mentre l’animale si prende cura del detenuto, quest’ultimo si prende cura del cavallo. In modo che anche a loro venga data una seconda possibilità.

In centinaia hanno trovato conforto e sostegno nel frequentare il loro percorso di riabilitazione con questi animali di 500 chili che con fiducia permettono di avvicinarsi a loro e di creare una vera e propria relazione basata sul rispetto reciproco. La chiusura di "Cavalli in Carcere" porta a pensare che non sia stata compresa appieno la forza rieducativa, che molti studi ormai danno per certa, del cavallo e di come questo bellissimo animale agisca in profondità sull’animo umano, stimolando ad un vero cambiamento emotivo ed attitudinale.

Ora l’associazione quindi deve traslocare, ma la buona notizia è che ha trovato già una nuova sede: i volontari e i cavalli saranno ospitati dal Centro Ippico La Rosa Bianca di Giuseppe Sanna vicino a Bergamo. E qui è già previsto di riproporre subito il progetto che ha ottenuto così buoni risultati nel carcere di Bollate. In questo caso, i detenuti accolti però, potranno essere soltanto coloro che hanno il permesso di uscita grazie all’articolo 21 dell’ordinamento penitenziario. Una seconda opportunità anche per l’Associazione.

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Simona Sirianni
Giornalista
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