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21 Gennaio 2022
16:33

Stop al Campionato mondiale di Ornitologia, esulta la Lav: «Cose Ottocentesche»

Il settantesimo Campionato mondiale di Ornitologia di Piacenza è stato annullato. A deciderlo è stato il sindaco della città emiliana a causa dell’incidenza dei focolai di influenza aviaria concomitanti con la crescita dei contagi da Covid-19. A darne notizia sono state la Confederazione ornitologica mondiale e la Com-Italia e il Comitato organizzatore dell’evento, che si sarebbe dovuto svolgere alla fiera da domenica 16 a domenica 23 gennaio.

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Il settantesimo Campionato mondiale di Ornitologia di Piacenza è stato annullato. A deciderlo è stato il Sindaco della città emiliana a causa dell’incidenza dei focolai di influenza aviaria concomitanti con la crescita dei contagi da Covid-19. A darne notizia sono state la Confederazione ornitologica mondiale e la Com-Italia e il Comitato organizzatore dell’evento che si sarebbe dovuto svolgere alla fiera da domenica 16 a domenica 23 gennaio.

«Sono stati posti in essere tutti i possibili tentativi per continuare l'organizzazione della mostra ma le autorità sanitarie e il Comune di Piacenza sono stati irremovibili nella loro decisione», scrivono dall’organizzazione. Esulta la Lav, la Lega anti-vivisezione. «In iniziative di questo genere sono premi basati sul colore e sul piumaggio degli uccelli, sono cose Ottocentesche», tuona a Kodami Gianluca Felicetti, presidente dell’associazione.

«È per noi un grande risultato perché nessun animale dovrebbe essere sfruttato in eventi, fiere o manifestazioni e anche perché la pandemia ci ha insegnato l'urgenza di mantenere le distanze tra umani e animali, specie quelli selvatici», spiegano da Lav. Lo stop è avvenuto a seguito di alcune segnalazioni degli attivisti. La Lega ha così contattato la Regione Emilia-Romagna ricordando la nota del Ministero della Salute del 18 dicembre scorso, che ha definito lo stop a tutte le manifestazioni di questo genere per evitare la diffusione di malattie come l’aviaria.

«Asl e Regione hanno convenuto con le nostre preoccupazioni, ovvero che in un Paese da due anni in scacco da parte del Covid (una zoonosi) e che vede oggi un aumento a macchia di leopardo su tutto lo stivale, di casi di influenza aviaria, non è possibile rischiare un altro spillover, un salto di specie o la diffusione di zoonosi tra fauna selvatica e domestica – proseguono da Lav – Questa volta siamo riusciti ad evitare il peggio, ma riteniamo che tutte le manifestazioni che rendono gli animali-oggetti, ai sensi delle normative sanitarie tanto più quelle che vedono molti animali di specie diverse, esposti o venduti, debbano essere vietati su tutto il territorio nazionale, in attesa del Decreto Attuativo della Legge 53, che vieterà il commercio, la riproduzione e il possesso di animali selvatici, autoctoni o alloctoni».

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