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1 Marzo 2023
11:49

Sospeso il ciclista Tiberi dopo l’uccisione del gatto: «Donerò parte dei premi di questa stagione per aiutare i randagi»

Il ciclista Tiberi sarà sospeso per 20 giorni senza stipendio dopo aver sparato e ucciso il gatto del ministro Federico Pedini Amati. In un post di scuse spiega che donerà una parte dei ricavati delle prossime vincite ad associazioni che si occupano di gatti di strada.

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Una pioggia di dissenso mediatico e di biasimo è caduta sul ciclista Antonio Tiberi che la scorsa estate si è reso colpevole di aver sparato e ucciso il gatto di Federico Pedini Amati, l'attuale ministro del Turismo e delle Poste della Repubblica di San Marino, con un fucile ad aria compressa.

Dopo la condanna di pochi giorni fa che lo costringe a pagare una multa di 4000 euro, lo sportivo ha ricevuto anche una la sospensione di 20 giorni senza stipendio che gli impedisce di partecipare alle prossime gare.

Il 21enne di Frosinone ha subito comunicato le proprie scuse con un post di Instagram dove non solo ammette la gravità dell'atto commesso, ma cerca anche di rimediare proponendo di donare una parte dei ricavati dei premi ottenuti nelle prossime sfide ad alcune associazioni del territorio che si occupano di gatti di strada e con una di queste promette di impegnarsi in prima persona operando con loro. Una situazione certamente evitabile, ma per comprendere le dinamiche dell'accaduto è necessario osservare cosa è accaduto nei mesi scorsi.

Tiberi risiede a San Marino e diversi mesi fa aveva comprato un fucile ad aria compressa. Il 21 giugno 2022 il ministro Pedini Amati aveva allertato la Gendarmeria subito dopo aver trovato il proprio compagno animale senza vita. Questa ha fatto partire un'inchiesta scoprendo che il colpevole è appunto il ciclista 21enne. La carabina è stata quindi confiscata e a novembre il ragazzo ha presenziato davanti al giudice con l'accusa di aver «sottoposto gli animali a strazio o sevizie ovvero senza necessità li uccide», come è scritto sul codice penale della Piccola Repubblica.

Nel corso della sua deposizione, Tiberi ha confessato le proprie responsabilità, ammettendo di aver preso l’arma una settimana prima e di aver sparato non con l’intento di far male ma solo per testare la capacità di tiro dell’arma. Il ragazzo avrebbe prima provato a sparare a un cartello e poi al gatto, non confidando nella capacità dell'arma di poter arrivare a bersaglio.

Ecco dunque che poco dopo la condanna sono arrivate le scuse: «Sono profondamente pentito di quanto è successo. Sparare al gatto è stato un gesto tremendamente stupido e irresponsabile, della cui gravità e pericolosità mi sono reso conto solo a posteriori».

«Credo sia altresì doveroso non limitarmi alle sole scuse, ma attivarmi anche con i fatti – continua Tiberi nel suo post di scuse – Ho deciso pertanto di fare una donazione economica basata sui premi di cui beneficerò nella stagione corrente ad alcune associazioni del territorio di San Marino che si prendono cura dei gatti randagi, nella cui scelta vorrei collaborare con il Governo. Inoltre, vorrei scegliere una di queste associazioni e spendere un po’ del mio tempo libero per dare una mano anche fattivamente».

In conclusione il ciclista pagherà la multa e sarà sospeso, ma molti parlano già di una punizione sicuramente poco incisiva. Ancora oggi non riusiamo a definire con precisione l'importanza di una vita animale e probabilmente la Piccola Repubblica ha ancora molta strada da fare per riconoscere i diritti degli animali. Non è una questione di punizione, ma di tutele animali: proteggere legalmente chi non può difendersi in tribunale deve essere un compito essenziale di ogni società civile con il fine ultimo di garantire il rispetto e la dignità di cui ogni animale ha diritto.

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