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23 Marzo 2023
16:23

«Sono esseri viventi, non una proprietà». Treviso riscrive il regolamento per la tutela degli animali

Cambio totale di passo per il Comune veneto rispetto al precedente testo scritto nel 2019: questa volta gli animali non vengono più considerati semplice “proprietà” di qualcuno, ma esseri viventi che in quanto tali vanno sempre e comunque tutelati.

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«Rispetto a quello approvato nel 2009 è molto diverso, ma soprattutto molto più “innovativo”» spiega a Kodami l’assessore all’Ambiente di Treviso Alessandro Manera, che si occupa anche di politiche per gli animali.

Il Comune veneto riscrive il suo regolamento “per la tutela e il benessere degli animali” e questa volta lo fa in maniera più incisiva e con norme più stringenti. «Il punto fondamentale – sottolinea Manera – è che abbiamo considerato l’animale d’affezione, ma anche quello da cortile o da lavoro, non più come semplice “proprietà” di qualcuno ma come un “essere vivente” che in quanto tale va tutelato».

La bozza del regolamento, frutto di un lavoro che ha coinvolto oltre all'Assessore e ai tecnici comunali anche i veterinari dell’Usl, è appena stata varata dall’apposita commissione e per entrare in vigore dovrà passare al vaglio del Consiglio comunale per l’approvazione definitiva.

Le novità sono diverse e nei documenti gli animali sono suddivisi per specie con indirizzi e regole specifiche per preservarne benessere e salute. E infatti non si parla solo di cani e gatti ma di diversi animali tra cui ci sono, per esempio, i pesci rossi: «D’ora in poi non dovranno mai più vivere nelle bocce di vetro, girando vorticosamente in quello spazio minuscolo ma avranno il diritto di stare in un ambiente a loro consono», spiega l'assessore.

Stop quindi agli acquari sferici che impediscono un’adeguata ossigenazione dell’acqua provocando, alla lunga, sofferenze ai pesci fino ad accelerarne la morte. Secondo il nuovo regolamento trevigiano, che si allinea ad altri grandi comuni che già prevedono questa disposizione come Milano e Venezia, gli acquari dovranno garantire «ai pesci un volume d’acqua sufficiente a consentire loro un movimento naturale». In poche parole, tenere un pesce in una boccia equivarrà a maltrattarlo con tutte le conseguenze del caso, anche penali.

Le nuove norme, inoltre, stabiliscono le modalità di impiego degli equini da lavoro. «Non è che siccome sono da lavoro devono essere massacrati. Il regolamento impedirà che vengano sottoposti a fatiche eccessive incompatibili con le loro capacità fisiche o caratteristiche etologiche. E vieterà anche che lavorino in condizioni di tempo avverse e di sottoporli ad attività che causino loro paura o stress non necessari».

Il testo disciplina anche l’attività dei circhi, vietando nel territorio comunale pratiche che prevedano esercizi con la presenza del fuoco o con animali prelevati in natura.

E la cura di specie come pesci, rettili, e anfibi per i quali sarà obbligatorio assicurare negli acquari e terra-acquari un ambiente che ricrei il più possibile quello naturale di origine. Viene resa, infine, definitiva la possibilità per i cani di accedere agli edifici pubblici della città.

Insomma, un netto cambio di passo e di paradigma: «La sensibilità nei confronti degli animali sta cambiando e si sta diffondendo sempre di più. Per questo riteniamo sia arrivato il momento di cominciare a pensare a loro svincolandoli dal concetto di proprietà, considerandoli invece esseri viventi il cui benessere va sempre e comunque tutelato».

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Simona Sirianni
Giornalista
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