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5 Ottobre 2024
14:00

Secondo la psicologia i neo pet mate sviluppano ansia, frustrazione ed esaurimento: cos’è la “puppy blues”

La puppy blues è uno stato di persistente tensione emotiva caratterizzata da ansia, frustrazione e stanchezza durante le prime settimane di convivenza con il cucciolo. Secondo un recente studio ricorre spesso nei neo-pet mate. Le adozioni consapevoli servono anche ad affrontare l'arrivo del nuovo cucciolo in modo più sereno.

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L’arrivo di un nuovo componente che entrerà, a tutti gli effetti e a pieno titolo, a far parte della famiglia è sempre un momento catartico nella vita delle persone.

L’arrivo di un cucciolo o la nascita di un neonato sono vissuti come momenti di gioia, ma possono portare con sé anche emozioni contrastanti come ansia e frustrazione e generare stanchezza nella persona e da questo deriva il termine “puppy blues” dove “blues” sta per malinconia.

Uno studio, condotto da psicologi e veterinari dell'Università di Helsinki e il Folkhälsan Research Center (Group Lohi), ha analizzato proprio questa fase, indagando sull’esistenza di un corrispettivo del baby blues umano nella relazione interspecifica con un cucciolo di cane.

Cos’è la puppy blues e da cosa deriva

La puppy blues è il corrispettivo della baby blues umana. Si tratta di una persistente tensione emotiva caratterizzata da ansia, frustrazione e stanchezza durante le prime settimane di convivenza con il cucciolo che si è scelto di adottare. Una situazione che può rendere difficile la creazione di un legame e far mettere in dubbio all’umano la propria capacità di prendersi cura del nuovo membro della famiglia.

Tuttavia, questi sentimenti negativi generalmente svaniscono con il tempo: i ricordi dell'infanzia diventano più positivi quanto più tempo è passato. La differenza con il baby blues nei confronti di un neonato consiste nel fatto che se queste emozioni persistono nel tempo possono trasformarsi in una depressione post-partum.

Per accogliere un cucciolo in casa, è necessaria una preparazione materiale (cuccia, giochi, pappe) ma anche una mentale. E in quest’ultima molti futuri adottanti sono carenti, arrivando psicologicamente impreparati all’ingresso di un nuovo elemento. Tante persone, purtroppo, realizzano il reale impegno che richiede un cucciolo di cane soltanto al momento dell’effettiva convivenza.

Dalla ricerca scientifica sul puppy blues si evidenziano tre principali stati/condizioni in cui si possono trovare i neo-adottanti durante le prime settimane di convivenza col cucciolo: ansia, frustrazione e stanchezza.

L’ansia è portata dalla prestazione, dal rendersi conto della portata della scelta intrapresa e non sentirsi all’altezza. In questa fase il pet mate in genere si sente preoccupato nel riuscire a dare le giuste cure e attenzioni al cucciolo e badare nel miglior modo possibile alla sua crescita. Questo stato emotivo può causare anche insonnia.

La frustrazione deriva invece dal non comprendere chi si ha davanti e si verifica un netto divario rispetto alle aspettative che si scontrano con la realtà: le persone si aspettavano un'esperienza gioiosa ma si sono trovate di fronte a più difficoltà di quanto si aspettassero. Un esempio tipico è l’eccessiva attività del cucciolo e comportamenti non facili da gestire.

Infine, molti partecipanti allo studio hanno riferito di sentirsi prosciugati dalle continue richieste di prendersi cura del cane, soprattutto quando ciò causa interruzioni del sonno. Altra difficoltà manifestata da parte delle persone è quella percepita nel bilanciare la cura del cucciolo con altre responsabilità come lavoro e famiglia.

In queste fasi, inoltre, capita anche che qualche neo-adottante si penta della sua scelta e prenda in considerazione l’idea di rinunciare al suo cane.

Gli studiosi infine affermano che: «È importante ricordare che queste emozioni sono una risposta normale a un cambiamento significativo della vita e in genere passano relativamente in fretta».”

Cosa fare quando arriva un cucciolo in casa

La buona notizia è che agendo adeguatamente si può contenere l’insorgere di queste sensazioni. Prima di tutto e ben prima dell’arrivo è utile chiedersi intimamente e profondamente il motivo per cui si vuole adottare un cane. Poi valutare i pro e i contro di una probabile adozione, tenendo conto del reale impegno da investire e bilanciandolo con le risorse di tempo e dedizione di cui si dispone nel presente e ragionare sul futuro con lungimiranza.

Bisogna inoltre valutare quale sia l’adozione giusta, se un cucciolo o un cane adulto: nel secondo caso avrete di fronte un individuo già formato e ciò potrebbe rendere più semplice individuare se è compatibile con il vostro sistema (persone, ambiente, altri animali).

Nella fase di scelta è fondamentale capire quali aspettative si hanno su un futuro cane, che tipo di vita si pensa di fare, quanta attività, quante interazioni e con chi modulare le proprie aspettative su basi realistiche.

È inoltre utile creare preventivamente una rete di persone che possono eventualmente aiutarvi nelle quotidianità con il vostro cane come un dog sitter che potrà aiutarvi con le passeggiate, un educatore/istruttore che vi supporterà durante l’inserimento a casa (fase molto delicata) e in caso di necessità anche in successive fasi, un veterinario di fiducia e amici e familiari disposti a darvi qualche volta una mano.

Adottare un cane è un’esperienza trasformativa che merita attenzione, ma è anche un momento di infinita gioia e condivisione che merita di essere goduto appieno. Con la giusta preparazione sarà meno frequente lasciarsi sopraffare da emozioni negative.

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Martina Campanile
Istruttrice cinofila
Sono istruttrice e riabilitatrice cinofila con approccio Cognitivo-Zooantropologico, mi occupo di mediare nella relazione tra cane e umano: sin da piccola è un tema che mi ha affascinato e appassionato. Sono in continuo aggiornamento e penso che non si smetta mai di imparare, come mi insegna ogni giorno Zero, un meticcio sardo che è il mio compagno di vita.
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