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18 Aprile 2023
13:23

Scoperti nuovi dettagli sul Mostro di Tully, la misteriosa creatura vissuta 300 milioni di anni fa

Il mostro di Tully è un misterioso animale vissuto circa 300 milioni di anni fa. Per oltre 50 anni ha destato confusione tra i paleontologi, perché la sua anatomia rende difficile capire che animale fosse, ma oggi sappiamo che non era un vertebrato.

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Il mostro di Tully (Tullimonstrum gregarium), un animale enigmatico vissuto circa 300 milioni di anni fa, ha destato confusione tra i paleontologi per più di mezzo secolo poiché la sua anatomia ne rende difficile l'identificazione e la classificazione. Recentemente, un gruppo di ricercatori ha proposto un'ipotesi secondo la quale Tullimonstrum era un vertebrato simile ai ciclostomi (pesci senza mascelle come lamprede e missine), supposizione che nel corso del tempo è stata accettata e respinta da diversi studi. Ora, utilizzando la tecnologia di imaging 3D, un team in Giappone crede di aver trovato la risposta dopo aver scoperto caratteristiche dettagliate del mostro Tully che suggeriscono fortemente che non fosse un vertebrato.

Ma chi è questo fossile? La sua scoperta avvenne nel 1955 mentre il collezionista di fossili Francis Tully era in cerca in un sito noto come Mazon Creek Lagerstätte, nello Stato americano dell'Illinois. Tully trovò così quello che in seguito sarebbe diventato noto appunto come "il mostro di Tully". In questa zona i fossili sono conservati in masse di pietra ferrosa dure e compatte che si sono formate circa 309  milioni di anni fa nell'epoca medio-pennsylvaniana del periodo carbonifero. Tali agglomerati spesso preservano tessuti sia duri che morbidi di materiali animali e vegetali, così come molti organismi dal corpo molle che normalmente non si fossilizzano, esattamente come il mostro di Tully.

Da subito fu chiaro che identificare la specie a livello tassonomico sarebbe stato un bel rompicapo. Si tratta, infatti, di un animale dall'aspetto alquanto "stravagante": lungo circa 15 cm, presentava pinne simili a quelle delle seppie, peduncoli oculari come quelli di alcuni crostacei (e delle lumache), e una bizzarra mandibola dentata al termine di una lunga proboscide. In più, a differenza delle ossa di dinosauro e delle creature dal guscio duro che si trovano spesso come fossili, il mostro di Tully aveva un corpo molle.

Visto il suo aspetto, non c'è da stupirsi che sia stata da sempre una vera e propria sfida classificare quest'animale. Nel 2016 un gruppo di scienziati negli Stati Uniti ipotizzò che il mostro di Tully fosse un vertebrato. Una teoria che però è stata sia sostenuta che respinta da ulteriori studi svolti successivamente. Quindi fino ad oggi non si è mai arrivati a nessuna conclusione.

La nuova ricerca, dunque, condotta da un team dell'Università di Tokyo e dell'Università di Nagoya potrebbe aver finalmente posto fine al dibattito. Per la realizzazione dello studio, il team ha analizzato più di 150 fossili di mostri Tully e oltre 70 altri vari fossili animali provenienti da Mazon Creek. Attraverso l'utilizzo di tecniche innovative e analisi avanzate, i ricercatori sono riusciti a ricostruire il profilo 3D dell'animale che ha permesso loro di osservarlo al meglio e trarre la seguente conclusione: il mostro di Tully sembra non appartenere al gruppo dei vertebrati.

«Crediamo che il mistero sul se sia un invertebrato o un vertebrato è stato finalmente risolto», ha affermato Tomoyuki Mikami, ricercatore presso il Museo Nazionale della Natura e della Scienza. «Sulla base di molteplici linee di prova, l'ipotesi secondo la quale il mostro di Tully sia un vertebrato è insostenibile. L'animale aveva una segmentazione nella regione della testa che si estendeva a partire dal corpo. Questa caratteristica non è nota in nessun lignaggio di vertebrati».

Questa ipotesi sembra essere la più sensata, tuttavia non è ancora stato definito il gruppo al quale appartiene. Si pensa che possa far parte dei protostomi  (gruppo eterogeneo di animali contenente, ad esempio, insetti, nematodi, lombrichi e lumache) con morfologia radicalmente modificata oppure che possa essere un cordato non vertebrato.

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Alessia Mircoli
Dottoressa Magistrale in Biodiversità e Gestione degli Ecosistemi
Sono laureata in Biodiversità e Gestione degli Ecosistemi e la divulgazione scientifica è la mia passione. Durante il mio percorso ho scoperto il mondo del giornalismo scientifico e ho capito che è la mia strada. Sono estremamente affascinata dalla natura e da tutto ciò che ne fa parte, credo nell’importanza di diffondere un’informazione corretta sugli animali e l’ambiente.
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